Poco più di una settimana fa ho fatto ritorno, seppur per pochi giorni, nel mio caro Alto Vicentino: è sempre un piacere per me tornare a vivere qualche ora nelle mie zone natali. Sono molto legata alla storia di quella parte di Veneto nella quale sono nata e amo visitare i luoghi legati alla Prima Guerra Mondiale, un periodo che – prima o poi – cercherò di studiare davvero a fondo. Ancor di più di quanto non abbia fatto all’Università e non solo dal punto di vista dei luoghi diventati – tristemente o felicemente – simbolo di quel conflitto che cambiò la carta politica d’Europa. Ecco perché io e Gian abbiamo deciso di visitare il Sacrario del Monte Grappa, posto sul massiccio che tocca le province di Vicenza, Treviso e Belluno.
Avevo una lieve memoria di questo luogo, visitato quando ero ancora troppo piccola per capire cosa stessi vedendo. Sono fermamente convinta che certi luoghi vadano visti a più riprese perché età diverse ci danno una percezione differente di ciò che i nostri occhi colgono. Soprattutto quando si parla di storia e viaggi, il tornare in un luogo non è mai un qualcosa di negativo (e anche in altri ambiti è così) e, anzi, serve a comprendere ancora di più il luogo che vogliamo raccontare. Il Sacrario del Monte Grappa si raggiunge percorrendo la Strada Cadorna, un via costruita appositamente per “quel” Cadorna e che vi porterà fino a Cima Grappa. Consiglio: fatela con calma e godetevi il paesaggio mentre risalite la montagna. Il bello del Monte Grappa è, al di là del suo significato storico, anche quello: la vista sulla zona tra la provincia di Treviso e quella di Vicenza è speciale. Il giorno in cui siamo andati noi abbiamo fatto a pugni un po’ con le nuvole basse… ma è stato bello lo stesso.
La strada Cadorna finisce proprio sotto il Sacrario, che è stato costruito nel 1935 dallo stesso architetto che realizzò quello di Redipuglia, in Friuli. La struttura, infatti, è simile e, malgrado quello del Monte Grappa sia più piccolo di quello di Redipuglia, la sensazione di grandezza e di immensità è totale. Il Monte Grappa è stato per il 1917 e il 1918 una delle prime linee del fronte di guerra. Attualmente nel Sacrario sono sepolti circa 23’000 soldati. Gli ignoti sono circa la metà. Una delle caratteristiche peculiari del Sacrario del Monte Grappa è quello di unire chi prima si era affrontato fino alla morte: metà dei morti che vi riposano sono austriaci. O meglio, sudditi dell’Impero Austro-Ungarico, quasi tutti provenienti da Moravia e Ungheria. Lo si nota dai cognomi sulle lapidi. I soldati italiani sono di provenienza diversa: passeggiando tra i gradoni del Sacrario di possono leggere nomi tipici di ogni regione del nostro paese.
Visitare un Sacrario, per me, è sempre un piccolo grande shock storico: guardando i nomi delle persone che sono cadute sul Monte Grappa non posso non pensare al fatto che la maggioranza di loro avrà avuto tra i 17 e i 21 anni. Si dice spesso che le prime linee della Grande Guerra erano costituite della cosidetta “Carne da Cannone” e non è difficile immaginare le loro condizioni di vita (e di morte) negli ultimi due anni di quel conflitto. A tal proposito, non scordatevi di visitare il piccolo museo della Grande Guerra che si trova nella caserma Milano, luogo già presente ai tempi della guerra. Nel museo si racconta anche la storia della realizzazione del Sacrario. E’ interessante osservare sui pannelli informativi come sia stata “spianata” (letteralmente” la cima del monte per far spazio alla Via Gloriosa del Sacrario.
Oggi il Sacrario del Monte Grappa è meta di molti viaggi o gite fuori porta da parte di Italiani e non. Cercate di arrivare presto al mattino, se pensate di visitarlo durante il week-end o in qualche giornata festiva molto in voga per gli spostamenti. Lo spazio disponibile per parcheggiare non è moltissimo e, per fortuna, c’è sempre qualcuno (noi abbiamo trovato due Alpine e alcuni volontari ex Alpini) che aiuta chi arriva sul monte a parcheggiare, in modo che tutti possano trovare posto. Sulla cima del monte c’è anche il Rifugio Bassano, dove è possibile mangiare, anche se vi portate il pranzo al sacco. C’è una sala apposita dove potete recarvi con i vostri panini.
Visitare il Sacrario del Grappa può essere un qualcosa che vi prende un paio d’ore così come tutta la giornata: si tratta, infatti, di un complesso storico più che un solo sacrario. Ci sono, infatti, alcuni percorsi che vi porteranno intorno alla cima della montagna, alla scoperta di quello che è un vero e proprio libro di storia a cielo aperto. Così come lo è il vicino Museo della Prima Armata sul Pasubio. Non so per voi, ma per me luoghi così sono un qualcosa di imperdibile e, oso dirlo, quasi dalla visita doverosa. Prima o poi nella nostra vita.
Tutte le foto sono tutte © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Mi ha colpito la sua struttura imponente, mai avrei immaginato sui monti una spianata così grande per un monumento. Anche a me fa sempre impressione leggere l’età dei morti, mi conferma l’inutilità di tutte le guerre. Le nazionalità diverse sepolte insieme invece mi trasmettono un messaggio positivo, alla fine siamo tutti uguali. Forse dovrebbero ricordarselo i politici che oggi fanno campagne d’odio.
Il Sacrario del Grappa è davvero incredibile, come lo è Redipuglia, per esempio. In entrambi i sacrari io non potevo non pensare che, probabilmente, il più vecchio dei morti arrivava a 28 anni.