Uno dei miei buoni propositi per il 2017 è visitare maggiormente la regione nella quale vivo. Uno degli “argomenti” che più mi sta dando ispirazione per splendide gita fuori porta, è la presenza, tra le province di Parma e Piacenza, dei famosi Castelli del Ducato. La storia del Ducato di Parma e Piacenza ha plasmato in modo deciso questa parte d’Emilia e ci sono luoghi che sembrano rimasti sospesi nel tempo. Castell’Arquato è uno di questi. Posto all’imbocco della Val d’Arda, è un perfetto esempio di borgo medievale autentico e ben conservato.
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Avete presente quelle mattine in cui avete voglia di fare un bel giro non troppo distante e, improvvisamente, siete colti dalla migliore delle ispirazioni? Ecco… a me è successo proprio così quando ho proposta a Gian di visitare Castell’Arquato, in provincia di Piacenza. Le terre del Piacentino sono, da un paio d’anni, una continua e piacevole scoperta per me. Tutto è iniziato con la Val Trebbia per poi approdare in Val Tidone. Castell’Arquato è stato la mia prima sorpresa nella Val d’Arda e credo che questo felice sodalizio continuerà per molto. La Rocca Viscontea di Castell’Arquato è il castello che domina la sommità della collina che ospita un borgo medievale perfettamente intatto. In Italia si possono trovare moltissimi di borghi simili a questo ma devo ammettere che Castell’Arquato mi sia piacevolmente rimasto impresso.
La Rocca Viscontea di Castell’Arquato è nata a metà del 1300 circa, per volontà della famiglia Visconti (come dice il nome) e per volontà di difesa della Val d’Arda, che si apre proprio alle spalle del borgo. Si dice che, dall’alto della sua torre principale, in giornate limpide, si veda chiaramente il Torrione di Cremona, che è dato come edificio più alto di tutta la zona padana circostante. Il castello è stato ristrutturato alla perfezione per permetterne la visita. Entrare nella Rocca Viscontea di Castell’Arquato costa 5€ (per gli adulti) con la possibilità di acquistare un biglietto totale di 6€ per vistare sia la Rocca che il museo geologico. Il mio consiglio è quello di acquistare proprio quest’ultima opzione perché il museo in questione merita alla grande (ne parleremo presto).
La visita alla Rocca Viscontea di Castell’Arquato richiede buone gambe perché la torre principale va scalata a piedi. I gradini sono poco meno di 200 ma la salita è intervallata da alcune sale da visitare per conoscere un po’ di più della storia della rocca e del borgo. Fatta eccezione per l’ultima rampa, i gradini sono facili da salire e non troppo alti. Ciò che più ripaga della fatica delle scale è la vista. La Rocca Viscontea si trova in un punto della Val d’Arda così bella da sembrare un quadro. Quando arrivate sulla sommità della torre, non mancate di “mangiare con gli occhi” tutto il panorama circostante.
Di non sola Rocca vive Castell’Arquato: le vie del borgo sono molto interessanti. Ogni casa sembra voler raccontare una storia, una sua propria storia. Per quanto possa sembrare strano, il week-end è il momento migliore per la visita di Castell’Arquato perché – pensate un po’ – il centro storico è chiuso alle auto e la piazza del borgo si mostra in tutta la sua bellezza. Durante i giorni feriali, purtroppo, quella piazza diventa un parcheggio. E tralascio ogni commento. Il borgo è pieno di locali, ristoranti, osterie e trattorie di ogni genere e per ogni budget. Castell’Arquato si visita solo a piedi e, nella parte bassa del paese, sono presenti alcuni parcheggi sufficientemente grandi per ospitare molte auto. Consiglio: se possibile, cercate di arrivare presto, intorno alle 9 o 9.30. Castell’Arquato a quell’ora si sta risvegliando e le strade sono ancora sgombre di persone. E’ il meglio per godersi un luogo così bello e così perfettamente storico.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Quello che scrivi è pura verità. Sono capitata oggi per caso dopo essere andara a Bobbio. Ma Castell’Arquata è un borgo di un fascino unico. È un quadro vivente. Peccato essere arrivata tardi per cui sia la rocca che la collegiata sono già chiuse. Ma me li godo seduta ad un tavolino di un bar nella piazzetta. Cu tornerò senz’altro
Bene, hai un buon pretesto per tornare.