
Mi sono accorta che sul blog scrivo poco della zona che mi ha adottata da poco più di 8 anni. Vivo in Emilia-Romagna da un bel po’, la giro quando ne ho l’occasione ma parlo sempre poco di questa terra che mi vede svegliarmi, bere il caffé, vivere, respirare, lavorare e tante, tantissime altre cose. Oggi vi racconterò di quel giorno in cui, grazie alla visita di alcuni amici inglesi, salii sulla Ghirlandina e ammirai, per la prima volta, Modena dall’alto.
Io e l’Emilia
Io e l’Emilia, soprattutto per quanto riguarda quella porzione di via Emilia tra Parma e Bologna, ci siamo sempre frequentate tanto. Non erano pochi, infatti, i miei week-end fuori porta al sapore di tigelle, salume e gnocco fritto anche quando vivevo nella mia Valdagno e sono aumentati a dismisura quando mi sono trasferita in Svizzera. Ho sempre ammirato, soprattutto a Parma e Modena, il Duomo di queste città e quello di Modena continuava (e continua) oggetto per me di grande ammirazione. Non prendetemi per stupida… Ma mi ricorda un’interrogazione di storia dell’arte ai tempi di liceo. Un’interrogazione che andò benissimo e che aveva come oggetto proprio le chiese principali delle città lungo la via Emilia. Mi piace guardarlo (e ora che è bello e pulito e si notano i diversi colori del marmo ancora di più), adoro perdermi nella lettura dei rilievi che formano il fregio esterno, osservo i leoni che reggono le colonne delle entrate come se fossero animali pronti a muoversi.
Cosa fare a Modena: salire sulla Ghirlandina
Cosa vedere a Modena: la sala della Secchia Rapita

Modena dall’alto della Ghirlandina
Poesia e secchia a parte, non appena si inizia la salita verso il piano accessibile più alto della Ghirlandina, si attraversa la base della torre campanaria, la “stazza” della quale mi ha davvero sorpresa. L’intercapedine è a dir poco grande e i contrafforti interni sono davvero belli. Non so perché ma, a livelli di architettura, subisco sempre il fascino le strutture interne di rinforzo di un edificio. Proseguendo con le scale, lo spazio a disposizione si stringe ma non diventa troppo piccolo, né difficile, né stretto. Le scale della Ghirlandina si salgono bene senza troppi problemi. La soddisfazione è proprio arrivare all’ultima piattaforma, dalla quale si gode una vista spettacolare sui tetti di Modena e su tutto il circondario. Ve lo dico così potete darmi della scema senza problemi: avevo fatto delle belle foto quel giorno e, ovviamente, non le trovo più. Mi fracasserei la testa da sola ma preferisco soprassedere e, magari, ritornare a salire le scale della Ghirlandina per godermi un gran bel tramonto sulla città di Modena e sulla sua provincia che mi fa da madre adottiva da un po’ di tempo e chissà ancora per quanto.
Aww! L’anno scorso ho passato un mese a Modena, ma la Ghirlandina era in restauro e non sono potuta salire. Grazie per la visita virtuale 🙂
Tornaci e sali… ne vale proprio la pena!