Sono passati ormai una decina di giorni da quando mi sono messa in testa di raccontare un itinerario di viaggio in Germania sulle orme delle favole dei Fratelli Grimm. La voglia di scrivere questo post è nata dalla visione di un servizio televisivo su un viaggio simile, denso di imprecisioni e di cose poco vere sull’opera immensa che Jakob e Wilhelm sono riusciti a raccogliere in anni di studi e tanta passione. Le favole originali dei fratelli Grimm non hanno quasi nulla a che fare con l’immagine ovattata e felice che la trasposizione della Disney ci ha regalato. Un motivo in più per partire per la Germania ed esplorare le terre che videro i fratelli Grimm all’opera e che furono culla di tante storie popolari diventate poi le favole più famose del mondo.
Chi ha studiato tedesco al liceo o all’università solitamente ha due reazioni, principalmente, quando sente nomi come Goethe, Schiller e Grimm: o gioisce all’ennesima potenza o scappa in bagno perché la cena gli si sta riproponendo con tanto di effetti speciali. Io faccio parte del primo gruppo e il viaggio a Weimar fatto l’anno scorso è ancora testimone di un entusiamo sfrenato per tutta quella letteratura, filosofia e filologia germanica studiata in lingua in svariati anni di scuola e non. Ho letto la versione originale delle favole dei Fratelli Grimm non appena ho avuto l’età giusta e la conoscenza linguistica necessarie per comprendere la grandezza di quell’opera. E’ vero, anche la pubblicazione originale prevedeva che il libro fosse dedicato ai bimbi (si chiama, infatti, Kindermärchen) ma questo non era l’intento principale e i Grimm lo sapevano bene. Le Favole dei Fratelli Grimm sono una trascrizione (e quindi non un’invezione della loro testa) di tante storie facenti parte della tradizione orale germanica. I Grimm hanno raccolto i racconti, ascoltato versioni differenti e poi trascritto il tutto, senza colorare le vicende con troppi lieti fine o “per carità, questo è troppo crudele per un bimbo.” Le favole originarie sono cattive, oscure, piene di sangue e di immensa crudeltà. Ciò non toglie che siano un qualcosa di meraviglio, anzi.
Bene, partiamo da Brema, dove troviamo – manco a dirlo – i Quattro musicanti di Brema. Asino, cane, gallo e gatto sono gli animali protagonisti di questa fiaba. La loro celebrità è tanta da meritarsi un bel momumento nel centro città, non distantissimo dalla statua simbolo di Brema: il Roland. I 4 musicanti di Brema rappresentano l’ingegno che vince sulla malvagità… ingegno, però, stimolato dalla fame e dall’indigenza. Qualcosa di tremendo ci deve sempre essere in una storia che porta la firma, seppur per trascrizione, dei Fratelli Grimm.
Da Brema passiamo al villaggio di campagna di Hameln, patria del Pifferaio Magico e dove ogni anno, da maggio a setttembre, si svolge la rievocazione della fiaba che racconta la liberazione di questa città dall’invasione dei topi. Questo evento solitamente si tiene di domenica. In città troverete la Rattenfängerbrunnen e alla Rattenfängerhaus, ovvero la fontana e la casa del pifferario. Che, in tedesco, ha un nome molto meno musicale e carino: viene chiamato letteralmente colui che prende i topi. Tanto per dire.
Da Hameln ci spostiamo ad Oberweser. L’itinerario di viaggio che vi sto raccontando parte da nord e scende piano piano in direzione sud, in un percorso di circa 350 kilometri poco più. Oberweser è la patria di Biancaneve e del Gatto con gli stivali. Biancaneve in tedesco si chiama Schneewittchen e origine ed epilogo di questa storia sono state parte di un sacco di controversie. Ci sono degli storici che sostengono che l’ispirazione della storia sia, in realtà, una vicenda reale. Sembra che, in epoca medievale, un signore della zona (siamo dalle parti di Göttingen) avesse una figlia particolarmente sfortunata e alquanto bruttina. Non potendola abbandonare, la confinò a vivere con dei nani della zona, brutti più di lei, che avevano il compito di tenerle compagnia e farla giocare. Lei crebbe. I Nani no e, a quanto pare, morì triste e sfortunata. Altri storici dicono che i nani, nella realtà, fossero dei bimbi costretti a lavorare in miniera. Da qui viene naturale capire come una vicenda, seppur inventata, nata con queste premesse non possa essere felicissima. Il nano nella mitologia tedesca (Wagner docet) è sempre stato una creatura malvagia e i nanetti di Biancaneve non sono mai stati figure iper-positive. A Oberweser ci sono dei gran bei boschi da visitare. Fossi in voi, starei attenta.
Spostatevi poi da Oberweser a Sababurg, per andare in cerca di quella che fu la location primaria de La bella addormentata. Il Castello di Sababurg, per l’appunto, sarebbe la magione che ispirò i Grimm nel descrivere il luogo in cui Rosaspina (nome originario della principissa. Il nome Aurora arrivò dopo e in altri ambiti) cadde nel suo profondo e incantato sogno. Nel parco del castello si tiene, solitamente al sabato pomeriggio, una rievocazione della favola. Magari più nella versione Disney che in quella dei Grimm, dove la crudeltà e la cattiveria la fanno da padrona.
La nostra prossima tappa e Trendelburg, luogo a me molto caro perché legato alla storia di Raperonzolo, altresì conosciuta in lingua tedesca come Rapunzel. In questo villaggio della regione dell’Assia (Essen, in tedesco) si trova la torre che avrebbe ispirato i Grimm nella descrizione di quella in cui Rapunzel era imprigionata. Fini bene per lei? Diciamo “abbastanza”, non fu proprio rose e viole nella versione originale. Rapunzel, Biancaneve e la storia del Nano Trottolino (altro essere pieno di cattiveria e ogni livello di malvagità) sono le mie tre storie preferite tra tutte le favole dei Fratelli Grimm.
Un viaggio sulle orme delle più famose favole di sempre non può che terminare a Kassel, città che vide i Grimm lavorare e vivere per parecchi anni. Oppure spingetevi fino ad Hanau, ancora più a sud e non distante da Francoforte sul Meno. Hanau è la città natale dei Grimm e vi troverete, proprio come a Kassel, molte informazioni e delle esposioni ben fatte sulla vita e sulle opere di questi due geni della cultura tedesca. Io adoro la versione originale delle loro favole perché ti sbatte in faccia il mondo nel contesto da cui meno te l’aspetti. Da piccola mi sono sempre letta le storie da sola perché i miei avevano due lavori che non permettevano troppa presenza nella mia vita. Poco male, a me è andata bene così. I miei fratelli, più grandi di me, mi hanno insegnato che le principesse alle quali dovevo ispirarmi non erano quelle che avevano bisogno di un salvataggio ma quelle che compattevano per un ideale in cui credevano: Leia (o Leila) di Star Wars in primis, la Principessa Aurora di Starzinger in seconda battuta. Quando sono cresciuta e ho capito che le favole che venivano raccontate al mondo non erano “quelle vere” … ne sono stata felice. C’è sempre bisogno di disillusione per cominciare a sognare di nuovo. Il viaggio sulle orme delle storie dei Fratelli Grimm vi permetterà di scoprire un gran bel pezzo di Germania. Toccherete alcuni luoghi non comuni per i viaggiatori italiani e questo vi aprirà tanto la mente. Come tutti i viaggi e come tutte quelle storie popolari raccontate con dovizia di particolari. Proprio come facevano i Grimm.
PS: Come dicevo, l’itinerario è davvero lungo e denso. Esiste un sito ufficiale che vi può mostrare tutte le tappe e dare tantissime informazioni a riguardo.
Questo articolo è stato scritto per Emotion Recollected In Tranquillity.
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