Anche voi, come me, siete di quelli che “la verza per cortesia no?“. Come me comprate la verza perché fa bene e poi resta là nel cassetto del frigo. Dopo aver letto questo post cambierete idea. Tempo fa, in viaggio alla scoperta della Valle dei Mòcheni in Trentino, ho assaggiato un piatto tipico dove la verza trionfa alla grande (ed è buonissima). Oggi vi racconto la bontà assoluta dei Rufioi Mòcheni e, soprattutto, dove mangiarli durante il vostro week-end fuori porta.
Prendete una valle dall’ambiente naturale meraviglioso, comodamente raggiungibile dalla zona di Baselga di Piné oppure dalla Valsugana. Aggiungete a tutto questo una tradizione linguistica pazzesca e otterrete la Valle dei Mòcheni. Nei parlari un bel po’ di tempo fa riferendomi a questo luogo come uno dei più belli da visitare in autunno. In realtà, la Valle dei Mòcheni dà il meglio di sé in tutte le stagioni: qui si può passeggiare e godere di uno splendido paesaggio qualsiasi sia il colore o la temperatura dominante.
Passeggiate e trekking a parte, la Valle dei Mòcheni è interessante anche dal punto di vista gastronomico. Io e Gian abbiamo pranzato al Maso Van Spitz dove Arianna e Andrea sono pronti a deliziare tutti i viaggiatori che arrivano a a Kamauz, la località dove si trova questo maso, solitamente a piedi o in bici. La strada che vi porta al Maso Van Spitz è percorribile anche con le auto ma il meglio del meglio sarebbe arrivare, con tanta fame, proprio dopo aver camminato nel mezzo di un bosco davvero bello e avvolgente.
Sul menù del ristorante troverete sicuramente i Rufioi Mòcheni che sono, per l’appunto, una preparazione tipica della gente di questa valle. La verza fa spesso parte della cucina di montagna e devo ammettere che trovarla all’interno di questi ravioloni saporiti è stata una bella sorpresa… soprattutto perché il gusto non è tipicamente quello della verza che tutti noi conosciamo. Un bel piatto di Rufioi Mòcheni può sicuramente invogliare anche il bimbo più reticente nell’assaggiare la verdura.
Come si preparano i Rufioi Mòcheni?
Iniziamo col fare della pasta utilizzando un uovo per ogni etto di farina. Al composto andrà aggiunto un pizzico di sale. La pasta andrà stesa sol matterello, per poi formare degli stampi tondi da chiudere a mezza luna. L’interno dei ravioli è composto con verza, porro,sale e pepe quanto basta, un pizzico di cannella e del formaggio grattuggiato. Non ho trovato le misure precise. Come molte preparazioni tradizionali, ognuno ha le sue. I Rufioi si scottano poi in acqua bollente salata e si condiscono con abbondante burro fuso… e tanto, tantissimo formaggio grattuggiato. Diciamo che, data la zona, il Trentingrana sia perfetto.
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Il Maso van Spitz (foto dalla pagina Facebook ufficiale) |
Un piatto così, semplice e sostanzioso, è perfetto quando si passa qualche giorno in montagna. Il momento perfetto per un piatto di Rufioi Mòcheni è l’inverno, quando la verza impera, e soprattutto i giorni festivi. Una ricetta così ricca non poteva di certo essere preparata durante la settimana quando tutti sono impegnati al lavoro. Io tornerei in Valle dei Mòcheni (anche) per un piatto così. E per quell’aria profumata d’inverno che solo certi luoghi di montagna regalano a chi li visita.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori, dalvo diversamente indicato – riproduzione vietata
Questo articolo è stato scritto per Emotion Recollected In Tranquillity.
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