Giorni fa ho ripensato a Vienna perché un lettore di questo blog mi ha scritto per chiedermi cosa vedere assolutamente a Vienna con poche ore a disposizione. Capita, infatti di approdare in una grande città per cambiare aereo o treno e non sapere come impiegare il tempo al di fuori di stazione e aeroporto. Sembra sempre così poco e, invece, una visita mordi e fuggi della città è sempre possibile. Quale zona di Vienna sceglierei? Sicuramente quella di Karlsplatz e oggi vi racconto perché.
Vienna è davvero una grande città: non intendo in quanto a misura (benché lo sia davvero) ma in quanto cose da vedere. Per me la grandezza di un luogo spesso si comprende da quante cose riesco a fare nei giorni in cui lo visito. Per voi non è mai così? Di Vienna, per esempio, non mi stancherei proprio mai. Ogni volta che penso di aver finito di vedere tutte le cose che ci sono in città, mi rendo conto che non è così e allora davanti a me si pongono due opzioni: ricominciare da capo o buttarmi a pesce dentro le cose nuove. Solitamente scelgo sempre una mezza via tra le due opzioni e, ripensando un po’ ai viaggi passati, mi rendo conto che la mia costante viennese è sempre Karlsplatz. Adoro arrivare a questa fermata della metropolitana di mattina presto, magari in un giorno feriale, mentre la vita di Vienna si mette in moto piano piano e dalla panetteria che c’è alla fermata della metro esce il profumo del caffé misto a quello delle brioches e del pane sfornato da poco. Questa è la Vienna che mi riempie il cuore!
Amo uscire dal tunnel della metro e osservare il Pagiglione Liberty che fu la prima fermata della metro in Karlsplatz. Questa zona fu il campo architettonico di gioco di Otto Wagner che fece di leggerezza, ferro e raffinatezza le sue parole d’ordine. Il Padiglione di Karlsplatz è uno di quegli edifici viennesi capaci di non stacarmi mai, nemmeno dopo la centesima osservazione. Il gran peccato è trovarlo sempre chiuso ma, lo so, prima o poi ce la farò a vederlo dall’interno. Per il momento mi limito ad immaginarlo. Di fronte il Padiglione di Otto Wagner si trova Resselpark, il vero e proprio elemento di comunione e congiunzione tra tutti gli elementi che compongono questa parte di Vienna: ci sono il Politecnico e la Wiener Musikverein, una sala da concerti molto rinomata. C’è la chiesa di San Carlo, barocca e così viennese allo stesso tempo. C’è anche una scultura contemporanea di Henry Moore. Poi c’è una piccola osteria e un grande anello di pietra da utilizzare come panchina.
Amo sedermi lì e osservare la vita della città. Amo vedere come in Resselpark venga dato spazio all’arte e alla libera espressione delle persone che, grazie a iniziative comunali come il Mobile Stadtlabor, trovano in questo parco una galleria d’arte sui generis dove poter dare spazio ai propri labori. Il Mobile Stadtlabor è un vero e proprio laboratorio artistico costruito dentro alcuni container assemblati tra loro e posti proprio in Resselpark. La bellezza di Karlsplatz e Resselpark sono l’ouverture ideale per ciò che questa zona riserva attraversando Operngasse. Sto parlando di due istituzioni viennisi, per me: il Museo della Secessione e il Naschmarkt. La visita a questa zona della capitale austriaca vi regalerà arte, vita cittadina, musei, musica e ottimo cibo. Fidatevi.
Il Museo della Secessione è per me Vienna in un solo luogo. Già solo osservarlo dall’esterno mi regala sensazioni pazzesche quasi ad arrivare alla commozione. Sarò esagerata ma all’interno di quella struttura (anch’essa progettata da Otto Wagner) c’è una delle opere più belle di Klimt: il Fregio di Beethoven. Entrate, osservate e emozionatevi. Lasciatevi sconvolgere da ciò che resta di quella pittura muraria che ne ha viste di tutti i colori. Fate sì che l’arte vi prenda a sberle e vi coccoli allo stesso tempo. Quando uscirete non vi resterà che saltare dall’altro lato dell’arte. Non quello oscuro ma quello gastronomico. Il Naschmarkt può essere considerata una vera e propria esposizione artistica della gastronomia che una città come Vienna può offrire. La mia scelta? Sicuramente un bratwurst e magari una schnitzel da ricordare fino al prossimo viaggio sulle rive del Danubio.
È questo che mi fa amare Karlsplatz e i suoi vicinissimi dintorni. Questo e il fatto che sono state alcune delle location del Terzo Uomo, il film con Orson Welles che racconta la Vienna dell’immediato dopoguerra. Non l’avete visto? Dovreste. E poi partite per Vienna, raggiungete Karlsplatz e prenotate un tour. Io non l’ho ancora fatto (per mancanza di tempo) ma, giuro, spero di farlo presto.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata
Lascia una risposta