Vi capita mai di avere dei desideri culinari immensi mentre state viaggiando verso una località precisa? Ogni volta che parto per il Regno Unito io sento già il gusto e il profumo del Fish & Chips aleggiarmi attorno, così come prima di ogni viaggio negli Stati Uniti è l’immaginare la bontà degli hamburger l’azione che mi fa venire l’acquolina in bocca fin dal primo passo sulla scaletta dell’aereo. Lo stesso capita al ritorno: spesso mi struggo di nostalgia per qualcosa assaggiato chissà dove e provo a riprodurlo a casa mia. La cosa che, ultimamente, mi è riuscita al meglio è preparare un ottimo hamburger in ricordo dei giorni americani. Con un tocco di California da un lato e di Minnesota dall’altro.
Lo sapete quanto mi piace scoprire il mondo anche attraverso i suoi gusti e, ancora di più, amo raccontarvelo. Io sono una ferma sostenitrice della teoria della madeleine di Proust. Ognuno di noi è capace di vivere il ricordo anche attraverso un gusto, per riuscire infine a trasformare tutto in nostalgia. Una delle cose che più mi manca, al mio ritorno da un viaggio across the pond, è un buon hamburger, di quelli che arrivano caldi fumanti nel piatto, di quelli che devi comporre da sola perché vengono serviti aperti, di quelli che non ci stanno in un morso o nelle mani piccole che mi ritrovo. Questo sono, per me, gli hamburger degni di questo nome. Sono quelli serviti nei diner agli angoli della strada o in posti segreti come il Burger Joint di New York.
Lascia una risposta