Vi ricordare di Alessandro? Ci ha già portati in Groenlandia e Islanda. Poi nel Sud-Est Asiatico, nei Balcani e infine in Giappone. Il post di oggi è suo e ci racconta un recente viaggio in Albania, un luogo capace di raccontare grandi storie di terra e grandi avventure di mare. Prendetevi un minuto e leggete il post, sempre emozionante ed intelligente, del nostro viaggiatore ospite di oggi!
Ed eccoci qui, si riparte dunque per i Balcani, si torna al mare, in quello Ionio azzurro giusto ai piedi del Llogora National Park, nell’amata Albania, cercando di trasmettere questo mio forte sentimento e legame anche agli altri componenti del nucleo familiare. Ma non sarà difficile: la gente, i colori ed i sapori saranno miei alleati. Ci si imbarca da Brindisi alla volta di Valona, in una calda notte di fine giugno, giusto il tempo di perderci tra i corridoi della nave alla ricerca della nostra cabina, ci si addormenta tra rumori del motore e un leggero dondolio. La mattina arriva presto e prima di fare colazione in un bar di Valona stipuliamo un assicurazione auto di 15 giorni poiché la stragrande maggioranze delle assicurazioni italiane non coprono il territorio albanese (meno di 30€ e si viaggia più sereni!).
Viaggiare in auto in Albania richiede una certa attenzione, le strade non sono bellissime, ammetto che stanno migliorando ma ancora si incontrano tratti con buche o rallentamenti dovuti a carretti trainati da asini, cortei funebri con un lungo seguito a piedi, lavori in corso e un andatura abbastanza lenta delle auto, insomma non bisogna avere fretta, e guardando fuori dal finestrino non ci si annoia. La prima volta che venni in Albania notai che quasi tutte le auto erano delle Mercedes (soprattutto quelle immatricolare negli anni ‘80), immortali e resistenti perfette per queste strade, e a distanza di 10 anni dalla mia prima visita la scelta per la casa tedesca rimane invariata! Abbiamo percorso parte della nuovissima autostrada che collega Fier a Valona per poi procedere lungo la suggestiva e mitica SH8: si tratta di un passo di montagna tra i più alti di tutto il paese che collega la città di Orikum con Dhërmi, un’esperienza spettacolare e impegnativa considerando la sua conformazione dove poter scoprire il vero sapore di questa terra, tra mandrie di pecore al pascolo, ulivi e allevamenti d’api. Svalicando si comincia a intravedere un mare cristallino e se la giornata è limpida si scorge anche l’isola di Corfu verso sud, ma questo non deve però distogliere lo sguardo dalla strada perché i tornanti per scendere sono ancora tanti. Si incontrano anche alcuni dei migliaia di bunker ancora presenti sul territorio nazionale, costruiti durante l’era comunista per proteggere il paese da un’invasione che non ci sarebbe mai stata. Si arriva così alla nostra destinazione balneare: Dhermi.
Alla fine del nostro soggiorno credo proprio che i miei compagni di viaggio abbiano capito perché l’Albania mi è così cara e vicina al cuore: l’ospitalità della gente è ai massimi livelli e si rimane quasi commossi dall’orgoglio dimostrato dagli albanesi verso la loro terra e le loro origini, la trasparenza e la bellezza di questo mare spianano la strada ad un futuro roseo per il turismo, la terra delle Aquile meriterebbe di far parte di quest’Europa al momento debole e demotivata.Tutte le foto sono © Alessandro Appodia – Riproduzione vietata
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