Durante il mio ultimo viaggio in Olanda, c’era una parte della nazione che speravo proprio di vedere. Più che una parte geografica predefinita, si tratta di una sorta di immagine che andava ad incontrare perfettamente quella che dentro la mia testa avevo sempre figurato essere l’Olanda che avrei voluto conoscere: quella delle casette piccole, quella dei porti dove trovi le barche a vela, quella dei polder e delle birre sorseggiate mangiando Bitter Ballen come se non ci fosse un domani. Tutto questo, dentro un quadro fatto di sussurri del vento, parole della natura e nient’altro. Questo posto esiste e si chiama Marken.
Marken è un piccolo villaggio sorto nelle prossimità di un polder molto grande e si trova praticamente davanti a Volendam, dall’altra parte del mare. Se non ci fosse il polder, Marken sarebbe un’isola (se mai fosse esistita senza l’intervento umano), di quelle in cui passare le domeniche oziando o camminando. Di quelle domeniche in cui si esce per cercare di pescare qualcosa e si finisce a ridere tutto il tempo e non portare a casa nulla. Arrivare a Marken è molto semplice: dalla stazione degli autobus di Amsterdam Centraal (praticamente sul lato della stazione che guarda Amsterdam Nord) si prende l’autobus 315 e si scende al capolinea di Marken, una piccola rotonda che riconoscerete per essere vicina alle case storiche del paese (il nome della fermata è Kerkbuurt). Se vi sbagliate, non vi preoccupatevi: Marken è talmente piccola che camminerete solo uno o due minuti in più. Il tragitto da Amsterdam è di circa mezz’ora ed esiste un biglietto giornaliero per usare i mezzi molto comodo e conveniente (13,50€).
Dal capolinea di Marken le scelte sono due: o andare verso il porto, attraverso il paese oppure dirigersi, in circa mezz’ora di cammino, verso il faro. Quest’ultimo è molto conosciuto in Olanda per essere stato protagonista indiscusso di uno dei primi loghi della Heineken. Io non sono riuscita ad arrivarci perché, durante quella domenica, la strada era chiusa a chi non partecipava a non so che gara, sicché mi sono diretta verso il paese dove ho scoperto le testimonianze di una terribile alluvione che esattamente 100 anni fa, nel 1916, ha colpito parte dell’Olanda, sommergerndo anche una bella porzione di Marken. Il Kerkbuurt, la zona delle case più antiche del paese, ne soffrì parecchio.
Una delle cose che mi ha più impressionato di Marken (e che mi ha fatto pensare all’alluvione del 1916) è il polder che divide l’abitato dal mare. In Olanda si dice che Dio ha creato la terra ma gli Olandesi hanno fatto l’Olanda perché l’hanno letteralmente strappata al mare e mai concetto mi è sembrato più evidente di quella mattina a Marken. Il polder è circa 2 metri più alto del punto da cui iniziano le case e forse per la prima volta ho dato una forma consistente a quella parola così particolare che ho comincianto a leggere, come molti di noi, nel sussidiario delle elementari.
A poca distanza dal polder inizia il porto, che non tradisce le aspettative in quanto ad immagina di un’Olanda pacifica, tranquilla e tradizionale. Proprio in prossimità del porto si trovano alcuni ristoranti dai prezzi piuttosto buono e sempre lì c’è l’unica parvenza di Marken turistica data da alcuni negozio di souvenir e dalle barche che partono alla volta di Volendam. Se avete del tempo, concedetevi quei 35 minuti circa di navigazione che dividono e due paesi. Arrivare a Volendam dal mare non ha prezzo. Ricordatevi che il biglietto della barca che compie questa tratta è compreso nell’Amsterdam Card, qualora l’aveste.
Gironzolando per l’Olanda con i mezzi pubblici ho avuto la possibilità di esplorare più di un paesino, molti dei quali avevano ponti che riportavano i nomi di alcune regine del passato. Non ho trovato una spiegazione al fatto che i ponti fossero dedicati alle sovrane. L’unica cosa che mi sono detta è che si trattava di una sorta d’omaggio, parte integrante del senso d’appartenenza alla propria nazione, sentimento che gli Olandesi custodiscono fortemente nel loro cuore. Questi ponti, benché alcuni fossero moderni o non troppo vecchi, portavano la mia mente dritta dentro ai quadri prodotti da pittori olandesi durante l’Epoca d’Oro.
Io non so come sia la vita quotidiana a Marken e cosa possa sognare un giovane che nasce e cresce lì. Probabilmente immagina se stesso dentro il movimento senza sosta di certe zone di Amsterdam oppure sogna di perdersi in chissà grande città. Di certo non lo biasimo, quelli erano anche i miei sogni di adolescente e ho fatto di tutto per realizzarli ma quello che so ora, alla veneranda età di 38 anni e passa (aiuto, sono vecchia!) è che mi piacerebbe poter passare qualche giorno in più a Marken, cullarmi nel dolce far niente di un week-end olandese dove lasciar parlare vento, mare e natura.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori, riproduzione vietata.
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