Avente presente quando qualcuno parla di isole lontane, anzi lontanissime? Oggi è proprio uno di quei giorni perché ho voglia di raccontarvi di un luogo dove non sono ancora andata ma che studio da tanto. A dirla tutta, credo non sia improbabile che ci possa arrivare ma mai dire mai. Si tratta di un’isola sperduta nell’Oceano Pacifico, dove vive una curiosa comunità di persone: i discendenti degli ammutinati del Bounty. Quest’isola si chiama Pitcairn e rappresenta la meta del nostro viaggio (o fantaviaggio) di oggi.
Non ci saranno brochure o comunicati stampa che vi parleranno di Pitcairn. C’è solo una piccola pagina web ufficiale dove trovare tutte le informazioni per arrivare su questo puntino di 4,6 kilometri quadrati in mezzo all’Oceano Pacifico. A dirla tutta, geograficamente parlando, si parla di “Isole Pitcairn”, che sono 3 ma l’unica abitata è proprio quella in cui si fermarono nel 1790 gli ammutinati del Bounty con alcune donne prelevate dai villaggi di Tahiti. La conoscete la storia, vero? Il Bounty salpò dalle coste inglesi in direzione di Tahiti per recuperare le talee dell’albero del pane, per portare il tutto in Jamaica. L’albero del pane doveva servire, al tempo, per sfamare gli schiavi nelle piantagioni di quell’isola. L’equipaggio del Bounty si ammutinò (per miliardi di motivi che non sto qui ad elencare) e rimase nel Pacifico in cerca di una terra dove dare vita ad una nuova comunità, una terra che fosse porto sicuro per non non essere trovati da altre navi inglesi. Arrivanono su Pitcairn e bruciarono il Bounty e da lì iniziò la vita su quest’isola. Oggi gli abitanti sono 49, ovviamente tutti parenti e discendenti degli ammutinati.
Ho cercato informazioni per fare un viaggio a Pitcairn un miliardo di anni fa, proprio dopo aver visto per l’ennesima volta il famoso film sul Bounty, quello interpretato da Marlon Brando. Anni dopo lessi un libro magnifico che si chiama “Atlante delle isole remote“ e la curiosità su questo luogo aumentò. Pensate che su Pitcairn si parla ancora uno strano ibrido tra l’Inglese del ‘700 e quello moderno perché, fino all’avvento dei moderni mezzi di comunicazione, lì si è vissuto in totale isolamento. All’inizio del XIX Secolo alcune navi britanniche approdarono su quelle coste, senza conseguenze per gli ammutinati, rivendicando Pitcairn per la corona inglese. Che dire? Sull’isola sono ancora presenti gli unici cimeli rimasti dall’ammutinatamento, come la Bibbia e un cannone del Bounty.
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La Bounty Bay, dove approdò il vascello e dove venne distrutto |
Come arrivare a Pitcairn e, soprattutto, quanto potrebbe costare?
La risposta è che per arrivare ci si mette tantissimo e il prezzo è davvero alto. Ma, come dicevo all’inizio, non si sa mai nella vita quali opportunità si possono avere. La prima cosa da fare per viaggiare verso Pitcairn è prendere un aereo e arrivare a Tahiti. E già fin qua sono 24 ore di volo circa. Una volta a Tahiti occorre aspettare, nel caso si arrivasse in un giorno diverso, il volo del martedì per Mangareva, un’altra isola polinesiana in posizione abbastanza defilata. Arrivati lì, si può prendere l’unica barca che fa rotta verso Pitcairn. Ci vorranno 32 ore di viaggio in mare prima di vedere la famosa isola degli ammutinati. Si verrà poi portati a riva con una barca più piccola perché non esistono approdi per grosse navi.
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Le distanze dal resto del mondo |
Quanto si può rimanere su Pitcairn?
L’isola è quasi un tesoro di cui gli abitanti sono fortemente gelosi. Loro amano l’isolamento in cui sono nati e cresciuti, forse perché hanno conosciuto solo quella condizione. Solitamente il permesso turistico è concesso per restare su Pitcairn per 4 o 11 giorni. In rari casi possono diventare 18, successivamente si dovrà rifare tutto il percorso a ritroso. Sull’isola non esistono grandi albeghi: si dorme a casa della gente del posto, che ha attrezzato alcune stanze in stile B&B. Un’altra soluzione (se si rimane per più tempo) sono i cottage “self catering”, che vengono affittati senza problemi. I prezzi sono normalissimi: si va dai 70$ ai 120$ per notte (la valuta è il dollaro neozelandese). Ciò che spaventa anche il viaggiatore più deciso è il prezzo del passaggio sulla nave da Mangareva a Pitcairn: 5’000 $, che sono davvero tanti ma tanti euro.
Il costo è alto, è vero, ma una volta approdati su Pitcairn si avrebbe la possibilità di vedere una realtà che, probabilmente, non riusciamo nemmeno ad immaginare. L’isola, grazie alla poca popolazione (si è arrivati ad un massimo di 200 e poco più durante la II Guerra Mondiale) è stata preservata in tutta la sua integrità naturale. Qui si possono trovare ancora piante scomparse dal resto della Polinesia e si può vivere qualche giorno in un ambiente colmo di bellezza naturale. In più, ci si può immergere in una delle storie più affascinanti e forti legate al colonialismo inglese. La vita, quando gli ammutinati approdarono qui, non fu tutta rose e fiori soprattutto per il rapporto che si era sviluppato tra i tahitiani trasportati qui a forza e l’equipaggio inglese.
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La tomba di John Adams |
Pitcairn dentro la mia mente resta comunque un sogno grande come una casa, uno di quei posti che davvero vorrei vedere prima o poi, forse per sfidarmi al “vediamo se ci arrivi”, data la difficoltà di collegamento e il lungo viaggio da intraprendere per conoscere una delle ultime terre intatte del nostro pianeta. C’è chi dice che Pitcairn “chiuderà” per questioni di praticità: vivere su un’isola così remota può essere difficile per un giovane che ha voglia di crescere, studiare, vedere il mondo e conoscere tanta gente. Spostare 49 persone è molto più semplice che portare sull’isola cose come un’aeroporto (che non ci starebbe nemmeno) o collegamenti giornalieri con isole più sviluppate a livello di servizi. Quello che so è che io ci andrei anche domani, in cerca dei discendenti di Fletcher Christian e John Adams. Il primo reso celebre dall’interpretazione di Marlon Brando. Il secondo, nella realtà, il marinaio più giovane del Bounty e colui che, in età adulta, plasmò la comunità di Pitcairn. Partite con me? Sono curiosa di sapere se ci sono altre persone un po’ pazze come me.
Tutte le foto sono © Visit Pitcairn
Che posto fantastico 😀
Ma è assurdo comunque che proprio ieri notte ho trovato quest'isola nominata in un articolo e ora la trovo anche qua. Dopo aver fatto la traversata Atlantica in barca a vela, il mio desiderio è attraversare il Pacifico, almeno in parte e vorrei arrivare proprio qui ^-^
Sul sito dell'ente del turismo di Pitcairn è indicata anche la possibilità di noleggiare un catamarano in Polinesia e arrivare lì. Non oso, però, immaginare i costi 🙂
La mia idea è di partire da Panama e poi scendere nel Pacifico sud. Credo sarebbe una bella tappa intermedia *-*
Ah lo credo anch'io.
Fammi sapere se riesci a partire! 🙂
Una delle mie fisse da sempre quest'isola, il Bounty e tutti suoi annessi e connessi! Alle Cook ho incontrato un tizio, fotografo gallese, che stava facendo di tutto per trasferirsi a Pitcairn…eparecchio svitato in effetti, un po' scontroso ma in fondo simpatico! Niente telefono, né email, né profili social (figuriamoci!). Chissà se ci sarà riuscito, me lo vedo benissimo sull'isola 🙂
Dev'essere un mondo pazzesco. A me piacerebbe proprio vederlo una volta nella vita!
Anch’io ho lo stesso sogno (di visitare Pitcairn) da almeno 10 anni. Ci riuscirò? Chissà… Certo è che, leggendo il tuo blog mi è esplosa prepotentemente la voglia. Partirei domani!
Ma che meraviglia… felice di non essere l’unica!
Partiamo ..
🙂
Ciao , vedo ora questo articolo e noto che è datato 2016 e quindi mi chiedo se alla fine sei riuscita a realizzare questo tuo sogno , grazie
Ciao Nicolò, non sono ancora riuscita ad andare a Pitcairn. I costi sono molto alti ma io non mollo: prima o poi ci riuscirò.
Un sogno
Da realizzare prima o poi.
Sto seriamente programmando una visita a Pitcairn non appena riaprono le frontiere internazionali. E’ il mio sogno!
Ma che cosa magnifica. Passa di qui di nuovo quando avrai fatto quel viaggio. Ti intervisterò di sicuro.