Ci sono giorni che si segnano sul calendario con l’evidenziatore, altri invece con un cerchio o una x fatti con qualche pena blu, nera o colorata. Poi ci sono i giorni come questo, il 21 Aprile 2016, che si indicano con una bella Union Jack (o meglio dire Union Flag) e con un grande sorriso: perché oggi (assieme al 23 Aprile) è il giorno più inglese di sempre, in quando ad importanza e ricorrenze. Mi verrebbe da dire britannico ma in realtà è puramente inglese. E oggi vi racconto perché, dove vorrei essere e quanta bellezza tutto questo porti nel mio cuore afflitto da britannite acuta.
Vi voglio bene perché mi seguite da anni nei miei deliri di viaggio fatti di itinerari costruiti su romanzi di 2 secoli fa (quando va bene), luoghi storici, personaggi che arrivano dal passato e tanta, ma tanta Gran Bretagna. Che ci devo fare: tra me e la perfida Albione è sempre stato grande amore e non saprei dirvi perché. Infondo l’amore non si spiega: si vive, si alimenta, ci si strugge, ci fa sognare e mille altre cose che ora non sto qui a raccontarvi. Infondo se leggete questo blog di viaggi le sapete già: chi ama viaggiare condivide, segretamente nel cuore, una sorta di cloud piena di sentimenti condivisi, compresi all’unisono, vissuti sempre insieme. A prescindere dalla parte del mondo che ci fa battere il cuore.
Veniamo a noi: oggi (unito al 23 Aprile dai… facciamo che ci prendiamo due giorni l’anno completamente votati all’Inghilterra) è il giorno più inglese di sempre perché è il compleanno di Sua Maestà Elisabetta II: eh già, la nostra cara Lizzie compie 90 anni e per me resta una delle più grandi donne da studiare in assoluto. Badate bene, con questo non voglio dire che apprezzi ogni cosa che fa o che ha fatto. Dico solamente che portare avanti un Regno come quello di Galles, Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord in un periodo come quello che ha vissuto lei, così denso di cambiamenti e momenti difficili, non è di certo facile. La Lizzie compie gli anni ma non è l’unica grande donna inglese ad avere il 21 Aprile indicato come data sul certificato di nascita. Anche Charlotte Brontë, la grande Charlotte, ha fatto la sua comparsa nel mondo in questo giorno, nel lontano 1816. Charlotte è la Brontë che ha scritto Jane Eyre, che si dice sia ispirato alla sua vita. Come la sorella Emily (quella di Cime tempestose) è morta senza vedere un penny per i suoi libri e, pensate un po’, ora è con Jane Austen, Agatha Christie e con sua sorella Emily l’emblema della letteratura femminile made in England.
Cosa c’entra tutto questo con viaggi, Giovy? Sei in preda ad un delirio letterario?
Quello sempre e la letteratura ha sempre qualcosa a che fare con i viaggi. Fidatevi. Pensando alle Brontë mi viene in mente lo Yorkshire che, a fasi alterne, è per me una contea sopravvalutata e un luogo imperdibile. Devo ancora capire che significato abbia per me ma vi dò un consiglio, per capire quello che potrebbe avere per voi: prendete il treno da Liverpool a Scarborough e fatevi un coast-to-coast ferroviario del nord dell’Inghilterra: aprite gli occhi, lasciatevi ammaliare, sognate, rileggete i romanzi delle Brontë, guardate la brughiera e cercate di comprendere quale potrebbe essere la miglior descrizione per questo ambiente così inglese. Armatevi e partite per Haworth: fermatevi ad osservare ogni centimetro di quella cittadina dello Yorkshire e traetene ispirazione.
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Questa è Main street a Haworth (credit: Wikimedia Commons) |
Dimenticate per un momento che tanti voli dell’Italia arrivano a Londra, a quella ci pensiamo dopo, semmai. Prendete aerei per Manchester, Leeds, Newcastle e se non ne trovate poco male: arrivate a Edimburgo e prendete il treno per tornare dentro i confini dell’Inghilterra. E amatela, fosse anche solo per un week-end. Amatela in un giorno come questo, in cui è in festa, amatela in un giorno in cui è normale. Dimenticate i luoghi comuni e le ovvietà lasciatele a casa. Perché questa è la terra di donne straordinarie: spesso con i capelli rossi o rossicci (come raccontavo tanto tempo fa), spesso con un po’ di sfiga e sfighe in tasca come le sorelle Brontë, ma chi se ne importa. Loro ora sono eterne. Io ancora peno per farmi pagare le fatture ma, in pieno scoraggiamento da libera professionista, spesso penso a loro. E allora ricomincio a scrivere.
Scrivo veri e propri deliri come questo di oggi per dirvi anche che ci sono luoghi che, più di altri, sono legati alla grande Queen Lizzie e sono proprio questi posti che vi voglio consigliare oggi, più che la solita passeggiata davanti a Buckingham Palace. Avete mai provato a prendere un treno (come fa la regina, giusto per dirvelo) e andare a Sandrigham, dove la famiglia reale ha una residenza e dove, solitamente, festeggiano il Natale? Sandrigham si trova nel Norfolk, la contea inglese definita anche la California di Britannia, per i suoi speciali e costanti giorni di sole. Due ore e mezza da Londra, non una vita! La linea ferroviaria della Great Northern che vi porterà fino a Sandrigham transita per Cambridge (ovviamente molto conosciuta) e Ely (ovviamente molto sconosciuta), un posto di quelli dove c’è più di una cosa da vedere.
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La cattedrale di Ely (credit: Wikimedia Commons) Detto questo procedo col mio delirio inglese e vi spiego perché il 23 Aprile del 2016 sarà ancora un giorno pienamente inglese: ricorre oggi quello che sui social viene taggato come #Shakespeare400, ovvero il quattrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare. Un altro non proprio venuto al mondo a caso. Pensate la stranezza: Shakespeare è nato e morto lo stesso giorno e, pensate di nuovo, non esisteva al tempo giorno più inglese del 23 Aprile perché è il giorno di San Giorgio. Vi siete mai chiesti perché la bandiera inglese (non quella del Regno Unito) sia bianca con una croce rossa? Essa riporta la croce di San Giorgio, patrono dell’Inghilterra. Non a caso l’unico santo che, in teoria, uccise un drago. Il drago, per la cronaca, è il simbolo del Galles. Non so se mi spiego. Il 23 Aprile è il giorno giusto per fare un viaggio alla scoperta della terra di Shakespeare, ovvero delle contee in cui visse e scrisse, oppure per sognare un percorso che abbia come filo conduttore molti dei suoi scritti. Due fra tutti: andare a Leicester per entrare nella storia di Riccardo III oppure a Cawdor, in Scozia, per rileggere a voce alta la storia di Macbeth. |
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La statua di Riccardo III a Leicester |
Per quel che mi riguarda, oggi ho già delirato abbastanza. Era tanto tempo che volevo scrivere un post che contenesse molto del mio amore verso la Gran Bretagna, in questo caso verso l’Inghilterra. Non ci sono parole abbastanza esaustive o grandi per cercare di dirvi cosa sia quella terra per me. A volte bastano i sorrisi che vedo su me stessa osservando le foto scattate negli innumerevoli viaggi fatti da quelle parti. Oggi va così: mi sento piena di nostalgia da un lato e voglia di tornare nel Regno Unito usufruendo del teletrasporto. Mi volete bene lo stesso?
Questo articolo è stato scritto per Emotion Recollected In Tranquillity.
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Eh sì ! Devo proprio dire che questi articoli fanno crescere la mia malattia e cioè la BRITANNITE acuta. Aiuto…. devo partire 🙂 !!
Oh… questi sono i commenti che voglio leggere! 🙂
Felice di averti fatto venire voglia di partire.
Grande, grandissimo post Giovy! Sai che con me hai gioco facile quando parli di Gran Bretagna ? ma qui hai proprio superato te stessa!!! Hai saputo dare voce al mio delirio implicito…anche se, come già sai, la mia "britannite" raggiunge livelli di totale incurabilità solo oltre il Vallo di Adriano! Comunque qualcosa di britannico che non mi piaccia, lo devono ancora inventare!!!!!!!!! HAVE A GREAT "ENGLISH" DAY!!!! ???
Grazie Ilaria… ero sicura di trovare un'alleata in te!