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La Pietra di Bismantova |
Metti una giornata di sole, quando non fa ancora troppo caldo e aggiungici quel pizzico di voglia di montagna che non fa mai male. Da quando vivo in Emilia Romagna ho imparato ad apprezzare l’Appennino Tosco-Emiliano, soprattutto la parte in provincia di Reggio Emilia. Ci sono luoghi davvero speciali e pieni di fascino e i sentieri non mancano. Oggi vi voglio raccontare un piccolo itinerario tra la Pietra di Bismantova e le Fonti di Poiano.
La montagna di media altezza in primavera è il meglio che si possa chiedere, almeno per me. I prati sono in fiore, sulle cime più alte si può ancora vedere la neve e l’aria non è né troppo fredda né troppo calda. L’Appennino Tosco-Emiliano è perfetto per un trekking leggero a primavera e non solo per il clima. I percorsi sono tanti, per tutti i gusti, tutte le gambe e tutti gli allenamenti. Per trascorrere la nostra Pasqua nella natura, io e Gian siamo approdati ai piedi della meravigliosa Pietra di Bismantova, luogo che avevo già raccontato agli albori del blog. Conobbi questa specie di Ayers Rock reggiana alcuni anni fa, durante una vacanza improvvisata passata proprio in Appennino. Tutte le volte che la vedo mi chiedo come doveva essere quando Dante, nel lontano Medioevo, la vide (e ne scrisse poi nella Divina Commedia).
Si dice che la Pietra di Bismantova sia legata a chissà che strane leggende con diavoli e streghe. C’è chi dice sia un posto maledetto ma, per quel che mi riguarda, le sensazioni che esso comunica sono più che positive. Per salire sulla Pietra ci sono due modalità: o la si scala (come fanno molti) o si seguono i due sentieri che permettono anche ai camminatori più improvvisati di arrivare sui prati della sommità. Piccolo warning: qualsiasi sia la vostra preparazione da camminatori, usate sempre scarpe adatte perché sulle rocce si scivola e l’ultima cosa che si vuole da un giorno in montagna è tornare a casa contusi. Siete d’accordo?
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Il Sentiero Spallanzani |
Tenendosi alle spalle la pietra e camminando verso la Foresteria di San Benedetto incontrerete i primi segnali del sentiero Spallanzani, contrassegnato con i consueti cartelli bianchi e rossi, riportanti la scritta SSP. Il percorso del sentiero Spallanzani parte da Scandiano (provincia di Reggio Emilia) e termina a San Pellegrino in Alpe, in Garfagnana (Toscana), snodandosi lungo 110 km sui quali camminare ed affrontare quasi 1500 metri di dislivello. Percorso a tappe è sicuramente un qualcosa si speciale per conoscere al meglio l’Appennino Tosco-Emiliano. Partendo dalla Pietra di Bismantova, con essa alle nostre spalle, si può raggiungere con una breve e piacevole camminata il Ginepreto, una frazione dove sorge un’antica chiesa. Questo è uno dei migliori punti dove fotografare la Pietra e la sua bellezza. Se amate camminare potete continuare in discesa fino ad arrivare la Valle del Secchia, che in questi giorni si sta risvegliando. La portata d’acqua del fiume Secchia non è immensa ma il letto che si è scavato scorrendo è davvero di grande misura.
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Nei fine settimana estivi molta gente va da quelle parti a cercare ristoro dal caldo della pianura. In primavera è tutto ancora solitario e selvaggio. Se non volete arrivare qui a piedi, potete prendere l’auto e posteggiarla all’altezza del Ponte della Pianella. Una volta arrivati lì, cercate con lo sguardo una vecchia casa diroccata (con la Pietra di Bismantova alla spalle, troverete il ponte davanti a voi e i ruderi sulla sinistra). Da lì parte un piccolo sentiero che vi porterà a costeggiare il lato sinistro del Secchia. Proprio attorno alla casa diroccata troverete un piccolo bosco con molti sassi e massi a terra. Alzate lo sguardo e osservate il monte sopra di voi! Tra le varie tipologie di roccia noterete delle venature bianco intenso: state osservando i gessi triassici, formazioni geologiche risalenti a circa 200 milioni di anni fa.
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La casa diroccata vicino ai gessi triassici |
Le particolarità di questo breve itinerario sull’Appennino Tosco-Emiliano non finiscono qui. A piedi, in bici o con l’auto potrete raggiungere le Fonti di Poiano, luogo già raccontato un po’ di tempo fa da Gian. Le fonti sono un altro posto super-frequentato nei week-end e regalano il loro meglio proprio quando non c’è non c’è nessuno. Le Fonti di Poiano sono delle vere e proprie sorgenti di acqua “salsa”, ovvero leggermente salata dato il grande contenuto di cloruro di sodio. Costituiscono la più grande sorgente carsica dell’Appennino e sono il posto perfetto per vedere come l’acqua possa sgorgare dalla terra e dalla roccia.
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Le fonti di Poiano |
E’ stato tracciato e battuto un piccolo percorso, con tanto di passerelle in legno, per permettere a tutti di ammirare qualcosa di così speciale come la “nascita” di un bacino acquifero. Le acque delle Fonti di Poiano finiscono, nell’arco di un percorso molto breve, proprio nel fiume Secchia, che attende tranquillo a qualche centinaio di metri di distanza.
Visto che di trekking si parlava ad inizio articolo, sappiate che tutto questo percorso descritto nel post di oggi può essere fatto a piedi. Sappiate però che tra le Fonti di Poiano (410 metri slm) e la Pietra di Bismantova (1041 m slm) ci sono ben 600 metri dislivello. Sia nei pressi della Pietra che vicino alle Fonti sono disponibili dei bagni. Per dovere di cronaca vi devo dire che quelli delle Fonti non sembrano adatti ai disabili.
Per essere una nata ai piedi delle Piccole Dolomiti devo dire che l’Appennino Reggiano mi piace molto. E a voi?
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – Riproduzione vietata
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