Avete mai pensato di fare un viaggio in Antartide? Credo che in molti stiate annuendo ora. Sicuramente è una terra estrema sognata da molti, ma non proprio alla portata di tutti. L’Antartide è forse l’unico posto che ci permetta di capire il cosa sta succedendo alla nostra Terra in questi anni e va preservata. C’è chi, però, riesce a mettervi piede. Uno di questi è il mio fratello maggiore: Davide. Siamo davvero una famiglia di vagabondi e giramondo e lui ha fatto parte della XXVI Spedizione Italiana in Antartide. Oggi ci racconta come sono stati quei mesi alla Stazione Mario Zucchelli.
Partiamo quindi da Dumont d’Urville alla volta di Dome C, 1500 km sorvolando un paesaggio monotono di plateau antartico, atterrando poi nei pressi di quella che è una base tra le più avveniristiche e sicuramente affascinanti dell’Antartide.Qui le temperature e le condizioni meteo sono sicuramente estreme! Tre giorni trascorsi anche qui, per permettere ai piloti di effettuare i loro trasporti ed effettuare le ore di riposo obbligatorio, mi hanno permesso di vedere cose che normalmente chi viene destinato alla Mario Zucchelli, non vede, soprattutto un marinaio, visto che quassù a quasi 4000 mt di quota e -45°C d’estate, non c’è acqua in forma liquida dove poter utilizzare una barca. C’è l’avanguardia degli studi sulla glaciologia, con più di 3000 mt di calotta ghiacciata da carotare e dei telescopi che sono posizionati nel luogo più idoneo, vista l’altitudine e la presenza quasi nulla di umidità. E pensare che prima sella costruzione delle due torri, i ricercatori vivevano praticamente all’interno di tensostrutture (ancora utilizzate come “campo estivo”). Dopo questi splendidi giorni “realmente antartici”, è arrivata l’ora di partire in direzione Mario Zucchelli Station.
Il viaggio, inizialmente monotono, è diventato interessante quando siamo arrivati nei pressi dei Monti Transantartici, la catena montuosa che divide l’Antartide occidentale da quella orientale. Bellissimo sorvolare a bassa quota quelle splendide montagne, per poi intravedere in lontananza l’oceano ancora separato dalla terraferma da km di banchisa. Banchisa che, nei pressi della nostra Base, non era più idonea all’atterraggio degli aerei, in quanto troppo assottigliata, e quindi ci fanno atterrare in una valle alle spalle della base, per poi trasferirci mediante dei fuoristrada nella nostra Base (finalmente!). Insomma, quasi due settimane splendide passando da aerei, navi, altri aerei e basi diverse, per giungere a destinazione. Tutta un’altra cosa rispetto a chi si è fatto un tranquillo viaggetto di 5-6 ore di aereo e poi si è trovato comodamente seduto nei divani della Mario Zucchelli Station.
G: Cosa ti aspettavi di trovare e cosa hai trovato.
D: Mi aspettavo di trovare un luogo leggermente diverso. Per essere un continente disabitato è stranamente affollato. Tutte queste basi e persone creano sicuramente qualche tipo di inquinamente, ma sarebbe utopistico pensare che l’uomo riesca a rispettare veramente questo continente meraviglioso. Ci sono troppe le nazioni che rivendicano la loro sovranità sui territori antartici; c’e solo da sperare che rinnovino per altri 40 o più il Trattato Antartico, altrimenti il rischio di conflitti è dietro l’angolo, Ci sono troppi interessi e materie prime in gioco.

D: Personalmente non sono molto favorevole alle crociere che fanno scendere il personale a terra. Come ho già detto prima, per essere un continente disabitato dall’uomo è anche troppo affollato! La sola presenza dell’uomo porta già mutazioni dell’ambiente ed inquinamento. Noi che eravamo lì per scopi scientifici avevamo un Environment Officer che vigilava su tutte le attività, raccoglievamo ogni tipo di rifiuto e lo stivavamo in diversi containers che poi venivano rimpatriati con una nave. (una volta ho fatto un cazziatone ad uno dei nostri che ha buttato la cicca in mare dalla mia barca!!! >:( grrrr…) Immagina cosa possono fare un pugno di turisti liberi di scorrazzare tra i ghiacci.
In effetti, un richiamo alle compagnia da crociera è già stato fatto dalla comunità scientifica, perché nelle prime crociere i ricercatori avevano scoperto, con “orrore”, che i turisti scendevano nelle pinguinaie a rincorrere i pinguini per farsi la foto ricordo, creando, a dir loro, dei traumi indelebili nelle giovani menti dei pinguini. Hanno quindi richiesto che le navi da crociera si fermassero alla fonda (ormeggio all’ancora n.d.r.) nei pressi delle basi scientifiche, così da sfruttare un molo attrezzato per far scendere a terra i turisti che successivamente venivano accompagnati dai ricercatori nei vari luoghi di interesse, ed informati del comportamento da adottare nell’avvicinarsi agli animali.
G: Raccontaci un momento che non scorderai mai.
D: L’ingresso nell’Oceano Antartico, successivamente al colpo sentito dopo il primo impatto con i ghiacci. Vedere questa distesa infinita di acqua e ghiaccio calmissimo (noi marinai lo definiamo “mare olio”) che andava in contrapposizione con il mare mosso e nero di qualche ora prima. Anche il contrasto tra l’azzurro del cielo, il bianco dei ghiacci e il blu del mare era indescrivibile. E poi il silenzio! La sera quando scendevo da solo sulla mia barca a guardare il paesaggio ed ascoltare un po’ di musica. Non esiste posto più silenzioso. E al ritorno in Australia, vedere di nuovo alberi e fiori!

Penso che questo sia l'unico viaggio in cui mi sento di dire di essere invidioso!
Un luogo che sogno da sempre.
Ho letto ogni diario di viaggio dei grandi esploratori del '900: Amundsen, Shackleton, Scott.
Sono d'accordo con Davide, queste terre non dovrebbero essere aperte al turismo di massa perchè solo chi è disposto a fatiche e sacrifici non da poco per raggiungerle, può rispettarle veramente senza danneggiarle. Complimenti Davide!
Caro Matt, forse lui invidia il tuo in Groenlandia, chi lo sa. Spero che mio fratello passi di qui a leggere il tuo commento 🙂
L’Antartide è un luogo che sogno da sempre…Mi affascina e quando ho vissuto in Argentina ho scoperto che da Ushaia partivano queste “crociere” verso il Polo Sud, ma non sapevo che attraccassero pure. Va sicuramente tutelato e non aperto al turismo di massa
Per fortuna è chiuso al turismo di massa. Deve restare solo un sogno e un qualcosa in mano alla ricerca.
Di fatti i viaggi dall’Argentina all’Antartide non sono aperti al turismo di massa, ma a quello di nicchia. Io non condivido appieno il pensiero, la terra e’ di tutti e tutti devono potervi mettere piede ovviamente con regole e attenzioni al pianeta.
Io invece credo che certi luoghi vadano preservati per quello che ci possono dire sul pianeta. Se il turismo di massa arrivasse in Antartide, non ci sarebbe più un pezzo di pianeta capace di dirci davvero qualcosa dal punto di vista scientifico. L’Antartide, poi, non ha giurisdizione politica: sai che lotte per decidere chi lo debba amministrare?