L’itinerario di D25 mi ha regalato molti bei momenti, ma soprattutto mi ha permesso di scoprire luoghi, aspetti e storie poco conosciuti della Germania attuale e della ex Germania Est. Tutti interessanti ed istruttivi, ma a volte addirittura sorprendenti. Come luogo interessante, dagli aspetti istruttivi e dalla storia sorprendente, metterei sicuramente Warnemünde ai primi posti.
Il simbolo di Warnemünde e delle vacanze marine in Germania è senza dubbio la Strandkorb [cesta da spiaggia]. Il nome descrive bene la forma: è un sedia da spiaggia intrecciata ed avvolgente (simile più o meno ad una grande racchetta da pelota basca), che copre completamente l’occupante. Non serve per proteggersi dal sole ma dal vento del Baltico, il cui wind chill (l’effetto raffreddante) può trasformare una soleggiata giornata estiva da calda a gelida. Infatti tutte le Strandkorb sono rivolte con lo schienale verso il mare.
Due costruzioni locali molto famose sono la Leuchturm [torre luminosa, cioè faro], che risale alla fine del 19° secolo, e la Teepott [teiera], un edificio con ristoranti ed altre attività, costruito durante il regime comunista. La Teiera deve il nome sia alla sua strana forma (che in verità ricorda più un elmetto o un UFO), sia al fatto che è stata eretta dove prima c’era una vera sala da tè. Faro e Teiera sono vicini tra loro, a ridosso della spiaggia nei pressi del Westmole.Dal Faro, verso ovest si estende il lungomare vero e proprio, a cui è stato dato il nome di Planetenweg [Via dei Pianeti] e che rappresenta una della attrazioni più curiose di Warnemünde. In pratica, il Faro è considerato il Sole ed il lungomare il raggio del sistema solare. I pianeti invece sono rappresentati da cartelli con i rispettivi nomi e dati astronomici, piazzati tra loro a distanze ovviamente in scala ridotta ma con uguale rapporto di quelle reali. Oltre a questo ci sono altre cose interessanti da vedere, come il Mulino Olandese e la Chiesa (più verso l’interno del paese).
Ma anche la sponda orientale del fiume merita di essere visitata. Intanto bisogna tornare indietro verso l’imbarco del traghetto dei moli, e se lo fate passando per l’Alter Strom potreste anche fare un bello spuntino: perché quello è il regno dello street food marinaro, con diversi barconi dove scegliere dai classici fischbrötchen [panini al pesce marinato] alle specialità locali impanate e fritte. Prima di riattraversare il porto-canale non mancate una visita all’Heimatmuseum [Museo della Patria], che io non ho potuto vedere perché era giorno di chiusura, e alla fontana con le statue dell’Alexandrinestraße.
Attraversato il Warnow si arriva su di un lembo di terra chiamato Hohe Düne, dove c’è una pista pedonale-ciclabile che costeggia il Warnow e torna verso il mare proseguendo sull’Ostmole. Subito si vede la torre di controllo del traffico marittimo seguita da un lungo complesso abitativo, che era stato costruito dal regime comunista come villaggio-atleti per i velisti di una competizione internazionale. Infine si raggiunge il porticciolo del locale yacht club, che è un resort abbastanza lussuoso. Andando sempre avanti e rimanendo sul molo si arriva al Robbenforschungzentrum, il centro ricerca galleggiante dedicato allo studio delle foche.
Come accennavo all’inizio, Warnemünde ha dietro di sé una storia sorprendente e complessa, legata alla ormai defunta Repubblica Democratica Tedesca (DDR), alla quale apparteneva. Anche ai tempi del regime comunista era una località di villeggiatura molto ambita. Contrariamente a quanto si può pensare (stiamo parlando di uno stato dittatoriale marxista-leninista), nella ex DDR le vacanze erano tenute in gran conto dal governo per il “benessere” (leggi “distrazione”) dei cittadini. C’era un’organizzazione statale apposita, che forniva pacchetti-vacanza a prezzi modici ed alla quale si doveva fare domanda con largo anticipo (cioè in inverno) per la destinazione desiderata. È inutile dire che non sempre si veniva assegnati al luogo voluto. Warnemünde era una meta esclusiva, per gli standard dell’epoca, e quindi era richiesta non solo dai lavoratori ma anche dai personaggi dell’apparato politico. Per questi motivi un cittadino comune doveva essere o molto fortunato o avere amicizie influenti, per poter sperare in quell’assegnazione.Le sorprese continuano: sapevate che ai tempi della DDR questa spiaggia era il regno dei nudisti? Anche in quel governo oppressivo si tollerava una pratica in teoria sconveniente come il naturismo. In realtà qualche tentativo di dissuasione c’è stato, specie puntando sulla propaganda contro i cosiddetti “tronchi nuotatori” (riferendosi ai fisici non sempre perfetti dei bagnanti), ma poi lo stato ha dovuto alzare bandiera bianca. Questa moda aveva sì le sue radici in una certa forma di ribellione, ma anche nella liberalizzazione dei costumi di cui godeva la Germania Est: l’educazione sessuale cominciava a 11 anni, il sesso prematrimoniale era accettato, la pillola anticoncezionale era fornita gratuitamente dai 16 anni ed il divorzio era facile da ottenere.
Se il luogo era così bello ed esclusivo, era normale che fosse frequentato da pezzi più o meno grossi del governo e da persone importanti. Quindi serviva una struttura adeguata, che venne inaugurata nel 1971 e che venne chiamata Hotel Neptun [Albergo Nettuno]. Fu costruito da una ditta svedese, che garantì standard di costruzione e rifinitura abbastanza alti. Durante l’era della DDR era completamente occupato 365 giorni all’anno. Divenne anche una residenza ufficiale per gli ospiti di riguardo, come ad esempio Fidel Castro. L’Hotel Neptun esiste ancora, si trova sul lungomare ed è diventato una lussuosa struttura alberghiera di altissimo livello.
La Warnemünde della DDR non racconta solo curiosità su vacanze e divertimenti, ma anche storie di fughe per la libertà. Essa si trova a circa 50 km dalle coste dell’isola di Lolland, in Danimarca. Tanti tedeschi orientali hanno tentato di scappare dalle sue spiagge o da quelle limitrofe (come narrato nel film La Scelta di Barbara, che vi consiglio di vedere). La distanza è apparentemente breve, ma il Baltico non è certo un mare calmo e tiepido. Se la fuga era tentata a nuoto o con natanti di fortuna, d’inverno per dare meno nell’occhio, e col costante pericolo di essere intercettati dalle truppe del Grenzkommando Küste [Guardia Costiera di Confine], è abbastanza facile intuire che la percentuale di successi era molto bassa.
Per concludere, una meta interessantissima che soddisfa sia la curiosità storica e culturale, sia la semplice voglia di visitare un luogo piacevolissimo e rilassante.
Molto caratteristico 🙂
Abbastanza 🙂