Questo post doveva essere un “Non Fare” ma, si sa, quando si scrive sono i pensieri e le parole che comandano e capita che il testo vada in altra direzione. E va benissimo lo stesso.
Oggi si parla di Monferrato che, con Langhe e Roero, è entrato nel Patrimonio Universale dell’Unesco.
A scrivere non sono io, né Gian. E’ Arianna Serra, amica che ospito molto volentieri.
Cosa ci racconterà? Leggete il post e scopritelo!
Comitato Mondiale dell’Unesco ha recentemente deciso di proclamare
la zona del Monferrato patrimonio mondiale dell’umanità (insieme
alla vicine zone delle Langhe e del Roero).
da monferrina doc non posso che esserne orgogliosa. La mia famiglia è
originaria di Agliano Terme, un paesino a circa 20 km da Asti, di
vestigia medioevali. Questa è un’affermazione che sentirai spesso
fare dai monferrini: è raro che ti dicano “sono di Asti” o “sono
di Alessandria”, perché è molto forte il senso di comunità e di
appartenenza al proprio paese, anche se molto piccolo.
Il vino? Come nelle vicine Langhe nel Monferrato è ovunque.
Ma noi,
attenzione, facciamo soprattutto la Barbera, non il Barolo. Per noi
monferrini, inoltre, la Barbera è da bere giovane, cioè senza
invecchiamento, come invece fanno ad Alba.
Anche le nostre colline sono differenti da quelle dei cugini langaroli: le
nostre sono più aspre, meno verdi e curate, spesso quasi disabitate,
ma altrettanto capaci di stupirti per bellezza e siti di pregio, come
ad esempio il castello di Lignano, fra i più antichi della zona, che
ha conservato splendidi saloni affrescati e il castello di Uviglie
presso Rosignano Monferrato, dalla cui sommità si può ammirare uno
dei panorami più belli del Piemonte.
Il
Fritto misto alla piemontese, la cui ricetta originale vuole che sia
composto da una trentina di tipi diversi di carni, frutta e verdura
fritti in pastella, e il bollito di carne, costituito da vari tagli
di carne che
vengono fatti bollire a lungo e poi serviti insieme con l’aggiunta
di carote, zucchine e patate
bollite, sono gli assi nella manica della nostra cucina,
tendenzialmente più rustica di quella langarola.
non dire ad un astigiano che parla piemontese: noi parliamo
l’astigiano! Per me zio Ernesto è sempre stato barba Ernesto e non
sìu Ernesto!
Grazie per avermi ospitato, Giovy, e per aver condiviso con me l'orgoglio di essere monferrrina!
Grazie a te Ari! 🙂
Articolo molto bello.
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