Questa rubrica del Non Fare mi regala sempre delle belle soddisfazioni. Non parlo (solo) di numeri ma anche di sorrisi e iniziativa. Enrico di Bassavelocità mi ha contattato e mi ha detto “e se ti scrivessi il mio non fare su Carrara?”
Detto, fatto. Eccovi qui un nuovo non fare per iniziare alla grande la settimana.
Oggi si parla di Toscana, quella “non famosa”, come mi ha detto Enrico.
Oggi si parla di cosa non Fare a Carrara. Enjoy!
non è una delle più famose mete turistiche della Toscana, ne
convengo. E proprio per questo ha mantenuto un forte carattere,
schietto e genuino. E così sono i suoi cittadini, che sicuramente
guarderanno con curiosità il turista che si aggira per queste
strade. Alcune accortezze possono quindi essere utili nell’evitare
spiacevoli gaffes in modo che la curiosità non si trasformi in
fastidio.
Carrara
non è Massa (e viceversa).
La provincia si chiama “Massa E Carrara”, sottolineiamo la E.
Sono due città diverse, con due storie e specificità diverse. Che
nemmeno si hanno in grande simpatia l’una con l’altra, a dirla
tutta. Pensarla come una cosa unica o peggio confonderle sarebbe come
chiedere ad un livornese dove è la Torre Pendente. Non fatelo, mi
raccomando.
Il marmo? Ovunque.
Carrara città dei marmi, senza dubbio: lo troverete in depositi
sparsi ai bordi della città, trasformato in fredde e scomode
panchine o in scivolosi marciapiedi, ma soprattutto nelle cave.
Guardatele da lontano, andate nell’unica aperta ai visitatori e
ricordatevi che sono in primo luogo un posto di lavoro. Evitate
quindi di prendere la macchina ed aggirarvi da soli per i bacini: se
non vi perdete, se non rompete la coppa dell’olio, rischiate di
dare fastidio ai cavatori. Che sono lì per lavorare, non per
sentirsi chiedere un selfie
con voi.
La C? Certamente! Questa
zona faceva parte di uno stato indipendente fino al 1829. Poi è
diventata parte del Ducato di Modena e solo successivamente del Regno
d’Italia. Non ha mai avuto nulla a che fare con la Toscana,
politicamente, storicamente, e linguisticamente. Quindi, se sentirete
parlare qualcuno, non stupitevi se pronuncia perfettamente la C. In
linguistica il dialetto locale è catalogato come “variante di tipo
lunigianese della lingua emiliano-romagnola, del gruppo
gallo-italico”, pensate un po’!
Pane senza sale? Ma non scherziamo!
Ovvio corollario del punto precedente, qui la cucina toscana non è
arrivata, e nemmeno il pane sciapo: se lo volete, dovete chiederlo
appositamente, e non è detto nei ristoranti lo abbiano. Se in
Liguria, dietro l’angolo, hanno la fugassa,
qui c’è la fugacina,
alta, unta e decisamente salata!
L’anarchia è una cosa seria.
Carrara è ancora città degli anarchici, ma di quelli veri. Bandiere
nero-rosse, “addio Lugano bella”, racconti come fosse ieri dei
battaglioni anarchici trucidati dai comunisti nella guerra di Spagna,
la rivolta di Kronstadt contro Lenin: a Carrara per essere anarchici
serve una solida base. Non improvvisatevi tali, quindi: non
apprezzeranno.
Quanto ci vuole per andare a Forte?
Da qui in mezz’ora potete essere a Forte dei Marmi e Viareggio; in
poco più tempo a Lerici o alle Cinque Terre. Carrara sta stretta tra
questi due grossi poli turistici, e moltissimi preferiscono
soggiornare qui, perchè costa meno, e passare le vacanze là.
Pratica diffusa, ma non gradita. Sottolinearlo, magari chiedendo pure
informazioni sulle loro attrattive, è oltremodo indelicato.
Tutto qui? Ebbene sì.
Carrara è piccola e non è perfetta: tagliata fuori dai grandi
circuiti turistici, non ha la vitalità della Versilia ne è una
“cartolina” come le vicine Cinque Terre. Più vera, se non
verace, più silenziosa, più scontrosa anche, non piace al turista
pigro o a quello che cerca “colore locale” standardizzato. Va
scoperta e compresa, e solo allora potrà affascinare.
Concordo in pieno con ogni singola parola di Enrico. Carrara è una città splendida, proprio perché ancora fortemente autentica. Un tesoro che va scoperto lentamente, come ci insegna l'amico a bassa velocità!
Chissà perché, caro Enrico, questo tuo articolo mi ha fatto sorridere! 😉 Condivido e sottoscrivo le tue cosa non fare e…posso aggiungerne una? Non chiedere mai la "Farinata" o, peggio ancora, la "Cecina". Sebbene qui sia buona,anzi buonissima e conosciutissima, si chiama "Calda-calda", ancora meglio "Calda" e non stupitevi se qui si mangia nella "fugazina" con anche la pizza e magari un buon bicchiere di spuma. Gente pratica anche nel cibo.
Firmato: una cararina
Sei d'accordo?
Arianna, questo commento detto da te ha tutto un altro sapore!
Anonima, sottoscrivo in pieno le tue parole sulla "calda". E diciamola tutta allora: il must dove mangiarla è Tognozzi in via Santa Maria 🙂
Direi un bell'articolo ospitato su un gran bel blog …. Ma Enrico sai che a me ora è venuta voglia di scoprirla sta Carrara….