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Stavolta vi parlo di viaggi non con un’esperienza personale, ma scrivendo della Guerra di Troia. Questo sarà un racconto di viaggi a volte reali e a volte immaginari, che si intrecciano tra storia e leggenda. La grande avventura bellica di Achei e Troiani, i fatti ad essa collegati ed i suoi protagonisti ci sono stati tramandati attraverso l’Iliade e l’Odissea, entrambe di Omero, e da una serie di varie leggende mitologiche.
Finirà tutto con il famoso episodio del cavallo di legno ideato da Odisseo e la conseguente distruzione della città. Nell’Iliade si narra del solo ultimo anno del conflitto, mentre nell’Odissea si raccontano le avventure di Odisseo, o Ulisse, che tenta per 10 ulteriori anni dopo la fine della guerra di tornare nella sua isola di Itaca.
Diverso è il caso dell’Odissea. Qui il Viaggio (con la V maiuscola) è la vicenda stessa. Odisseo (conosciuto anche come Ulisse) deve tornare a casa sua a Itaca, per ricongiungersi con sua moglie Penelope che nel frattempo è insidiata da principi stranieri che vogliono sposarla per avere il trono. Per farlo deve superare molte prove difficili, grazie anche a certe divinità che si è inimicate. In questa storia non si viaggia per combattere, ma si combatte per viaggiare. Odisseo osserva, esplora, soffre, lotta, ama, viene fatto prigioniero, girando in lungo e in largo per mari e terre sconosciute. È un po’ il prototipo dell’esploratore senza paura: anche nelle situazioni più estreme e pericolose, il desiderio di conoscere non l’abbandonerà mai. Ha cominciato con un gruppo di compagni e, dopo un naufragio, finirà in solitaria. E non dimentichiamo che ad un certo punto Odisseo compie il viaggio più difficile e misterioso: verso l’Aldilà e ritorno.
Troia è sempre stato considerata un parto della fantasia di Omero (ed egli stesso è una figura di cui non si è sicuri sia esistita veramente). Finché nel 19° secolo Heinrich Schliemann la trova. Schliemann è un avventuriero ed uomo d’affari, che guarda caso ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, in cerca di fortuna, come una specie di Odisseo moderno. Seguendo i suoi sogni e le vicende omeriche, scopre ad Hissarlik in Turchia i resti di una città che sarà appunto identificata come Troia, e che tale viene considerata anche ai giorni nostri.
Come alcuni reportage di viaggio, che siano raccontati da una guida, da un giornalista o dai nostri amici di ritorno dall’estero, l’Iliade e l’Odissea hanno un grande difetto: in molti aspetti non corrispondono alla realtà. Il clima e la geografia che vi sono descritti non sembrano proprio quelli del Mediterraneo, della Grecia e della Turchia. Questa cosa non è stata inventata da qualche moderna trasmissione su misteri e alieni, ma è già stata notata da intellettuali dell’antichità. Plutarco addirittura afferma che l’isola Ogigia (quella della ninfa Calipso) si trova dalle parti della Britannia. Tali incongruenze omeriche sono sempre state più o meno ignorate dai classicisti, e catalogate come licenze poetiche dell’autore.
Qualche anno fa un altro sognatore come Schliemann è apparso in Italia. Si chiama Felice Vinci ed è un ingegnere con la passione dei classici antichi. Sapendo di Plutarco, legge le opere omeriche sotto un altra angolazione ed ha un’intuizione rivoluzionaria. I mari tenebrosi, le tempeste, le isole sferzate da venti impetuosi, le copiose maree, i gorghi e gli eroi biondi descritti da Omero sono tutte caratteristiche del Nord Europa e dell’Atlantico. Vinci parte per un sopralluogo sul campo e, oltre a fornire la sua interpretazione dei fatti, dimostra (fotografie alla mano) che tutte le descrizioni geografiche del poeta si adattano perfettamente a precisi territori boreali. E trova anche moltissimi toponimi che ricordano quelli greci. Raccoglie la sua esperienza in un libro dal titolo che non lascia dubbi: Omero Nel Baltico.
Secondo Vinci gli Achei in realtà erano scandinavi. Costretti dalle condizioni climatiche sono emigrati verso sud, importando nelle isole greche la loro religione, la loro cultura e le loro leggende. E dando i nomi di località nordiche a quelle meridionali dove si erano stabiliti. La Guerra di Troia si sarebbe svolta effettivamente, ma nel Baltico e non nel Mediterraneo; ed Odisseo avrebbe vagato per i freddi mari nordici, e non in quelli tiepidi dell’Europa del sud. Omero non avrebbe fatto altro che mettere per iscritto dei racconti orali che si sono tramandati per secoli, e che riguardavano le terre degli antenati.
E Troia? Vinci ha trovato anche quella, non in Turchia ma in Finlandia.
Si chiama Toija (proprio così) ed è una cittadina dalle parti del Golfo di Finlandia. Non è composta da rovine, ma è un vero centro abitato che tutti quanti possono visitare senza essere per forza archeologi. E che può essere il punto da dove un viaggio immaginario ed uno reale sono partiti insieme, per ritornarvi secoli dopo.
Molto interessante! 🙂
Grazie per l'apprezzamento ed il passaggio 🙂