
Eravamo a Granada, io e i miei due Hermanos.
Il giorno prima ci eravamo persi per i vicoli del centro storico ed io mi ero davvero appassionata a questa città così araba e così spagnola allo stesso tempo.
Quella mattina ci saltò in mente di andarcene verso le montagne.
Quando ero piccola pensavo che le montagne fossero sempre tutte a nord di ogni paese.
A sud ci dovevano essere solo le spiagge e il mare.
Poi ebbi modo di capire che non è sempre così, anzi.
Quel giorno partimmo dal campeggio con la sola convinzione di andare verso la Sierra Nevada.
Partimmo con l’intenzione di raggiungere l’esterno di Granada… tanto poi una freccia l’avremmo pur trovata.
E così fu, non ci sbagliavamo affatto.
Le strade di montagna sono sempre state consone al nostro modo di guidare.
Mai paura, salivamo su anche se la strada si stringeva e gli strapiombi aumentavano.
Dall’auto vedevamo una cima con ancora della neve: volevamo arrivare lì e nessuno ci avrebbe fermato.
Arrivammo al punto dove la strada muore: camminammo un po’ per goderci quello spettacolo montuoso ad un soffio di vento dall’Africa.
Non mi pareva vero di essere lì.
Cammina cammina, ci venne fame e ci ricordammo che, lungo la salita, c’era una fantastica osteria di quelle che “secondo me lì si mangia bene”.
Scendemmo per raggiungerla e chiedemmo se c’era la possibilità di mangiare.
L’Oste era burbero di tono ma ci sorrise come per dire “faccio io, voi non vi preoccupate”.
Ci portò del formaggio dal gusto molto intenso, sicuramente era di capra o percora.
Arrivarono poi una marea di crocchette da sembrare di essere approdati nel paradiso dei fritti.
Prima che potessimo dire “pancia mia, fatti capanna” ecco che uscì dalla cucina l’imperatore di ogni bontà iberica: el Jamon.
La Spagna fa dei gran prosciutti, ammettiamolo, che nulla hanno a che vedere con i nostri crudi emiliani.
Sono due cose completamente diverse.
El Jamon va tagliato un po’ grosso, sempre ed esclusivamente al coltello.
Quell’oste ci rimpinguò quasi come fosse la strega e noi Hansel e Gretel.
Quando i piatti furono vuoti, ci portò ancora Jamon.
E noi ne fummo felici.
Mi piace pensare che quello sia il modo in cui l’Andalucia ci salutò.
Non hai raccontato la premessa però! Arrivati a Granada nel primo pomeriggio, andiamo diretti alla Alhambra. Quasi ci ridono in faccia: dovete tornare domani mattina alle 7 e prendere il posto in fila. Passiamo il pomeriggio tra i meravigliosi vicoli e arrivati in campeggio io e Andrea proponiamo: Giovy, noi due facciamo a meno di montare la tenda, così alle prime luci dell'alba ci svegliamo, ti chiamiamo e via verso la nostra meta.
Fatto sta che la sera una birra, due birre, tre birre. La mattina dopo ci siamo svegliati alle 10, con le ossa già asciugate da sole. E così, non avendo altro da fare, abbiamo deciso di arrampicarci sulla Sierra….
Grande Michi! Ottima la premessa 🙂