
Non chiedetemi perché, ma mi è tornato in mente il Lago Rosa, che si trova in Senegal. Lo pensavo stamattina attorno alle 5 o giù di lì quando mi rigiravo nel letto dopo l’ennesima imprecazione contro il caldo. Ho ripensato a quel giorno in cui, in una vecchia Renault 18 colorata di giallo e nero, raggiunsi quel posto che mi sembrava uscire dal cervello di chissà che scrittore fantasioso.Se c’è una cosa che ha accompagnato tutto il mio viaggio in Senegal è la sensazione della polvere ovunque.
Che poi non è che sia proprio polvere, è sabbia … ed è tutta colpa del deserto e di quel vento chiamato Harmattan che porta sabbia e colore giallo oro ovunque. Sembra un velo che avanza inesorabile verso i luoghi e quel giorno, su quel vecchio taxi, l’autista mi diceva di prendere una sciarpa e coprirmi bocca e naso perché la sabbia avrebbe conquistato fiera anche l’abitacolo dell’auto. In Senegal ho girato con mille mezzi: amici di amici di amici pronti a darmi un passaggio, autobus di linea, un treno sgangerato, un po’ di strada a piedi e poi questo taxi giallo e nero verso il lago rosa.
Partii da Thiès e ci misi, credo, un’ora. Il taxista, per restare a mia disposizione tutto il giorno, mi chiese circa l’equivalente di 10’000 Lire di allora. Era gentile, sorridente, parlava un francese bellissimo e lui mi diceva che a lungo aveva vissuto a Dakar e lavorato con tanti francesi. Così aveva migliorato il suo accento. Mi chiamava “Madame” ed io sorridevo sempre. Gli dissi di chiamarmi solo Giovy ma lui rideva divertito rispondendomi che non sarebbe stato rispettoso.
Arrivati a Lago si mise ad aspettare sotto un albero me e le persone che erano con me. Io ero attirata da quell’acqua di un colore incredibile: non avevo mai visto una salina da vicino e rimasi stupita da quanta maestria la Natura mette in pista per poterci stupire. Quel lago è un posto da ammirare ma anche da contemplare con rispetto. I viaggiatori e i turisti sono poco, malgrado la meraviglia. Lì è pieno di gente che lavora duramente per raccogliere il sale e non stupitevi se ogni tanto qualcuno vi guarderà storto.
L’ambiente e l’ecosistema circostanti sono molto fragili e vanno ammirati come un’opera preziosa. Tutto quel lago è un’opera preziosa. Al momento di andare via, mi sono girata un’ultima volta a guardare quel colore rosa intenso. All’improvviso, una folata di Harmattan mi riempì di sabbia del deserto. Ero impanata al punto giusto per essere fritta. E quella terra mi stava friggendo davvero, perché mi è entrata nel cuore e lì è rimasta.
Forse il caldo africano di questi giorni ti ha fatto pensare a questo luogo meraviglioso.
Che colori strepitosi.
Angela
Può essere che sia proprio così