
Io e la Ilha da Itamaracà, o isola di Itamaracà, ci incontrammo un bel po’ di anni fa. Era il tramonto di una giornata viaggiante, una di quelle in cui cercavo di scrollarmi di dosso un certo tipo di Brasile e cercavo di recuperarne l’anima tropicale, calda, colorata e senza pensieri. Non era un voler chiudere gli occhi. Come mi era successo per Porto de Galinhas, avevo bisogno di certi momenti di decompressione dopo aver lavorato con tanti bimbi di strada. Mi parlarono di Itamaracà come una sorta di piccolo paradiso.
Un’isola collegata alla terra da un ponte, al tempo poteva essere popolata da un tot di gente ogni giorno. Il tutto era dovuto al suo ecosistema davvero incredibile e alla natura che ancora imperava. C’erano pochi alberghi, qualche posadas, alcune spiagge private ma tutto il resto è del mondo. Ed io, quel giorno, mi ero proprio aggrappata a quel pensiero. Avevo bisogno di cieli azzurri messi vicino al verde delle palme. Avevo bisogno di una sabbia bianca che non si scalda mai. Arrivammo lì al tramonto e, data l’ora, non dovemmo pagare il biglietto che, a quel tempo, era necessario per passare il ponte. La sabbia sembrava brillare con la luce di quell’ultimo sole che quel giorno voleva salutare il mondo. Io mi buttai in acqua in men che non si dica.
Tutto era calmo, tranquillo, sereno ed estremamente lineare. Io mi misi a galleggiare e guardavo il cielo. Il tramonto ai tropici è sorprendente perché è molto diverso da quello che ci si immagina. E’ immediato, il buio arriva presto e il cielo resta tinto di quell’arancio intenso solo per pochi istanti. Io lo vidi così a Itamaracà, in un silenzio che sembrava volermi raccontare mille storie bellissime. Ero seduta sul bagnasciuga, gambe conserte mentre lasciavo che l’acqua mi bagnasse un po’. Avevo i brividi e non capivo se fosse il vento misto all’acqua oppure la bellezza di quel tramonto durato solo un istante. Ed è proprio così che mi piace ricordare quell’isola bellissima. Incantata, ferma, incontaminata e avvolta nei colori più belli. Un gran bel pezzo di quel mio viaggio in Brasile.
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