Oggi si vola verso una terra di nome Bretagna, verso le Pietre di Carnac. Una terra che probabilmente amerei con tutta la mia forza. Uso il condizionale perché questo è un fantaviaggio, uno di quelli che ho sognato molto ma che non ho ancora potuto fare. Uno si immagina un travel blogger sempre con lo zaino in spalla o la valigia pronta. Ci sono momenti in cui è così ma io, infondo, sono proprio una trentacinquenne molto comune.
Un compagno che adoro, una casa che per ora va bene, un lavoro, tanti sogni e un’agenda che straripa di sogni e di appuntamenti fissati e da fissare. Vorrei una giornata di 36 ore almeno perché così almeno riuscirei a fare tutto e a riposarmi un po’ di più. Quando mi fermo succede una di quelle cose che adoro fare: la mia mente parte e macina viaggi. C’è chi macina ricette, poesie, cose fare o chissà quante altre cose. La mia testa macina viaggi.
L’altro giorno ero sul divano (ah caro divano!) e sono partita per il mio viaggio mentale. Ho volato sopra mezza Francia e sono arrivata a Carnac [Aggiornamento del 2017: sono arrivata a Carnac e in Bretagna nel 2015. Un bel viaggio in solitaria]. Chi mi conosce e mi legge da un po’ sa quanto sono appassionata di stone circles, soprattutto quelli senza nome, come sull’Isola di Man, o quelli di cui ancora non si è capito molto, come Castlerigg. Carnac è un qualcosa senza tempo, Carnac è qualcosa di così perfetto e di così antico che quando si parla di neolitico e di culti misteriosi, tutti partono da lì.
Siamo in Bretagna, ve lo dicevo prima, alla fine di una penisola non distantissima da Nantes. Si tratta di una cittadina molto piccola e praticamente sul mare. D’estate dev’essere incantevole e il pesce sarà sicuramente ottimo e da provare. Ciò che porta la gente a Carnac, per lo più, non sono i freschi venti del Nord e il soffio gentile dell’Atlantico. Non c’è Capasanta che tenga a Carnac di fronte i megaliti di quella zona. Non c’è pezzo di merluzzo che possa attirare di più della spianata geometrica e regolare che si trova a pochissimi kilometri dal centro abitato.
Ho letto di tutto su quel luogo e ho visto non so quanti documentari. Il complesso di megaliti di Carnac è forse il più grande al mondo. Quando si parla di antichità così misteriose un piccolo dubbio è sempre d’obbligo ma quello che non viene di certo discusso è che Carnaca sia capace di stupire. Si calcola che il sito risalga al 6500 a.C. … non so se avete presente!??!? Circa 3000 anni in più rispetto alle piramidi. Spesso si va in cerca del mistero in chissà che giungla o terra lontana quando ad un’oretta e mezza di volo dall’Italia c’è stupore per tutti i nostri occhi messi assieme.
Inutile dirvi che Carnac, come molti altri siti del neolitico, sia presa d’assalto in certi giorni dell’anno come i due solstizi. Inutile anche ribadire che luoghi come questo non sono stati fondati per ritualità celtiche o simili. I celti e i bretoni veneravano luoghi come questo perché capace di richiamare qualcosa di ancestrale. La preistoria di Carnac è qui che solletica i miei sogni in un modo che nemmeno vi dico. Mi piace guardare il passato per poterlo capire, forse a modo mio. Mi piace guardare il passato perché chi aveva posato queste pietre aveva sogni, un futuro, un Dio in cui sperare.
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