
Ho sempre amato i luoghi pieni di leggende e anche certe istituzioni che sono vere e proprie milestones per molti viaggiatori. Il Mississippi era nella mia mente da non so quanto tempo. Quando ero più piccolina ho passato un periodo in cui mi affascinavano da matti i grandi fiumi. Lo ammetto, è stata un po’ colpa di Sissi e della mia mamma che mi faceva spesso vedere i film sulla vita (non vera ma romanzata) dell’imperatrice Austriaca. Guardavo i film e pensavo a lei che arrivava a Vienna attraverso il Danubio.
Poi, durante un viaggio in camper per mezza Europa con i miei genitori, scoprii l’esistenza del Reno e la mia vita non fu più la stessa. Non so quanto lessi su quel fiume e quando ebbi la possibilità di fare una ricerca, la feci subito.
Oddio che cosa antica la ricerca da portare a scuola.Quando andai a vivere in Svizzera, mi recavo spesso nel luogo dove nasce uno dei rami principali di questo fiume. Guardavo l’acqua e sognavo per un momento (ma facciamo anche due) di percorrere tutto il suo corso. C’è un fiume che mi è apparso quasi come fosse una visione onirica. Sto parlando del Mississippi.
Ecco, il nome di questo fiume si scrive con tutte le lettere consonanti doppie. Strano no? Chissà quante volte l’ho sbagliato! Il suo nome deriva da una lingua nativa americana e significa Padre delle Acque. Quando andai per la prima volta negli Stati Uniti, sapevo che avrei incontrato il fiume prima o poi sulla mia strada. L’intenzione (e quello che poi si fece) fu di percorrere la via dei grandi laghi e poi andare verso il Colorado. Incontrai il Grande Fiume quando arrivammo al confine tra Illinois e Iowa ed era un’ora assurda del mattino. La luce era fioca e molto ovattata, sembrava un mondo tutto blu.
C’era un ponte di ferro da passare ed io avevo gli occhi ben fissi sul finestrino. Quando ero piccola guardavo sempre il cartone animato di Huckleberry Finn e mi immaginavo quel fiume come un insieme di zattere e barche con le grandi ruote. Quella mattina era difficile distinguere il fiume ma, per fortuna, il nostro pullman si fermò proprio all’altezza del ponte per una sorta di pit stop dell’autista. Io ne approfittai e scesi un attimo. Era agosto e mi arrivò addosso una sorta di valanga di umidità. Potevo tagliarla col coltello, potevo sentirla perfettamente addosso in ogni centimetro.
Arrivai fino al ponte che, a quell’ora, era quasi deserto. Solo lì, tra la nebbia percepii che sotto di me c’era il Mississippi. Risalii a malincuore sul bus e, durante il passaggio sul ponte, non staccai mai gli occhi da quella massa d’acqua che a me sembrava un mondo più grande di me. Non so dirvi esattamente quanto fosse largo il fiume in quel punto ma, lo ricordo ancora benissimo, era un qualcosa di totalmente vasto. Una cosa così grande io non l’avevo mai vista. Se chiudo gli occhi sento ancora quel momento dentro di me. Avevo voglia di raccontarvi questa emozione perché amo ancora da matti i fiumi e il loro scorrere. E’ come se portassero con sé tutta la vita delle persone che li guardano e li amano. Come me. Perché la prima volta che incontri un grande fiume non si scorda mai.
L'immagine è davvero bellissima!
Bella vero!? 🙂