Tolosa è una città davvero multiforme. Ha mille volti, mille nazionalità, parla mille lingue diverse.
Questo è uno dei suoi aspettai che io amo davvero moltissimo. Negli ultimi giorni penso molto alla città occitana. Il mio Itunes non perde occasioni di farmi ascoltare qualche pezzo degli Zebda, gruppo tolosano d.o.c. dove per “d.o.c.” non intendo una certificazione della provenienza bensì una sorta di autenticità territoriale. Questo gruppo è formato da baschi cresciuti in Francia, da Tolosani di nascita e da magrebini francesi di ormai quarta generazione. Tolosa è davvero un eterno mix & match di stili e modi di vivere ma c’è un luogo, in pieno centro, dove Tolosa mostra tutta la sua identità come città. Sto parlando del quartiere di Saint Cyprien, sulla riva sinistra della Garonna.
…On a beau être né
Rive gauche de la Garonne
Converser avec l’accent des cigales…
Zebda – Le Bruit et l’odeur
Trovarlo è facilissimo: basta raggiungere Pont Neuf, il ponte più celebre di Tolosa e poi passarlo. Non appena i vostri piedi calpesteranno i primi centimetri al di là del ponte … ecco, sarete arrivati a Saint Cyprien. Io ci arrivai in un mattina di metà agosto. Mi alzai molto presto perché faceva davvero caldo ed io e il caldo non siamo proprio molto amici, diciamo. Attraversai tutto il centro di Tolosa a piedi. Io dormivo in un albergo vicino a Matabiau, la stazione principale della città. Di lì mi diressi al Capitol National e poi dritta fino a Pont Neuf.
C’era un’atmosfera molto irreale perché era da poco passato ferragosto e la città sembrava continuare a dormire dal giorno prima. Saint Cyprien era deserto. C’era un bar dal nome molto buffo, La Couleur de la Culotte, e il responsabile si mise a ridere quando mi vide fotografare l’insegna. Mi offrì una spremuta di pompelmo e un croissant buonissimo. Facemmo quattro chiacchiere e mi raccontò di come, quel quartiere, di notte si animi da matti. Mi disse inoltre di adorare Saint Cyprien perché era un qualcosa di totalmente autentico. Dopo quella buona colazione mi misi a camminare per quelle vie che, a differenza del centro storico al di là di Pont Neuf, presentano tante casette basse, a pochi piani. Sono tutte fatte di mattoni rossi come tutta la città di Tolosa.
Sarà la dimensione di quelle case o il fatto che le vie fossero vuote … ma io mi sentivo come se avessi Saint Cyprien in pugno. La cosa cerca è che mi era entrato nel cuore per quella sua dimensione di vita quotidiana che era riuscito a farmi assaporare. Camminai per circa un’ora e mezza poi un messaggio sul mio cellulare mi riportò alla realtà. Erano i miei amici. Ci saremmo dovuti incontrare poco dopo, corsi al di là del ponte, tornai alla realtà di una città immensa e di un centro storico che aveva voglia di farsi conoscere. Place du Capitol era così piena che sembrava una spiaggia in Costa Azzurra. Io sorridevo, dal cuore al volto, perché Tolosa mi piaceva da matti ed avevo capito che avevo almeno 100 motivi per tenerla dentro me.
[Aggiornamento del 2017: mi fa strano rileggere questo e ripensare alla pace che provavo in quei giorni a Tolosa. Non so se, oggi, data la preoccupazione e all’alta tensione di molte città fracesi, sarebbe ancora così. Mi piace immaginare Tolosa festosa, sorridente e pacifica come sempre. Vorrei tornare presto.]
Riprendo a viaggiare con te da questo bel post su Tolosa, che non conosco affatto. Ma accipicchia se sono rimasta indietro con le tue avventure di viaggio, cercherò di leggere presto.
Intanto buon inizio di settimana
Susanna
Tolosa è una città meravigliosa.
Ha l'unica pecca di non essere molto servita dai voli low cost ma io farei pazzie per lei! 🙂