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Picture by Martin Pritchard @Flickr.com |
Voi siete in viaggio a Liverpool. E per questo siete già fortunati. Cercate Dale Street, in centro, impossibile perderla. Su Dale Street c’è una concentrazione immensa di pub imperdibili, dove la birra è arte e il gusto è un qualcosa che porta via. Fermatevi al Thomas Rigby, prenderetevi una Ale e rilassatevi. Pochi passi più in là di questo pub, andando in direzione dei Docks, troverete sulla destra una stradina piccola tra due edifici molto imponenti: è Rumford Street. Li troverete una piccola gemma nascosta della città: il Western Approaches.
A pochi metri da Dale Street troverete quello che i Liverpudlian chiamano Western Approaches, ovvero il Liverpool War Museum. Diversissimo dall’Imperial War Museum North di Manchester, sia per messaggio che per esposizione. In due cose però sono uguali: nell’intensità e nel fatto di essere imperdibili. Io e Gian ci siamo capitati proprio con convinzione. Siamo andati a cercarlo perché ci interessava capire qualcosa in più su quello che conteneve e su quello che, nel passato è stato. Western Approaches non è un luogo espositivo che raccoglie memorie della seconda guerra mondiale.
Western Approaches è la stanza di controllo e comando utilizzata dagli inglesi durante i giorni della Battaglia dell’Atlantico. Normalmente questa battaglia non viene spiegata in modo esaustivo sui libri di storia italiani, forse perché l’Italia non c’era o forse per distante dal punto di vista geografico. La Battaglia dell’Atlantico è però un punto importante della seconda guerra mondiale. I centri di controllo sulle isole britanniche erano molte ma Western Approaches fu la regia principale.
E’ un bunker davvero immenso ed ora è tornato visibile al pubblico. La superficie visitabile è circa un terzo della grandezza di tutta la struttura segreta e sotterranea. Nel visitarlo mi sono ritrovata a sorprendermi perché quel centro di controllo era molto avanti a livello tecnologico rispetto agli anni in cui fu vissuto e messo in opera. C’erano centralini di ogni genere, sale server primordiali, macchine per la decodifica dei messaggi cifrati tedeschi. La struttura poteva accogliere quasi 80 persone. La sala operativa era quasi tutta femminile perché gli uomini erano tutti al fronte o in mare. Churchill stesso visse a Western Approaches per un periodo, sia per controllare le operazioni sia per motivi di sicurezza nazionale. Non so quante ore io e Gian passammo lì sotto ma ne valse proprio la pena. La visita costa circa 6£ ma è un prezzo più che giusto per l’offerta del luogo.
La cosa che mi sorprese è che pochissime persone sanno dell’esistenza di Western Approaches e nemmeno l’ufficio del turismo lo promuove (almeno fino all’anno scorso). Quel giorno eravamo in 4 in tutta la struttura e questo ci ha permesso di goderci ogni singolo oggetto. Dal lato opposto, mi dispiace per il comitato che si occupa di questo museo perché meriterebbe la fila fuori dalla porta.
Liverpool è davvero una città sorprendente e questo museo ne è la prova.
Segnatelo in agenda.
Segnato 🙂 ottimo anche il consiglio dei pub 🙂
:)Dale Street è sempre una sicurezza
Segnato!! Grazie!
Bravo Niko!