Mi è venuta in mente un po’ di tempo fa una parte di Amsterdam di cui non si parla spesso: il Begijnhof. Non so dirvi per quale strana ragione, ma anni fa quando lessi questa storia del luogo dove vivevano le Beghine mi sono un po’ intrippata nel cercare di capire la vita e di queste donne. L’olandese per me è una lingua ostile, simpaticamente parlando: se lo leggo lo capisco grazie all’unione mentale tra il tedesco, l’inglese e reminescenze di filologia germanica.
Se lo sento parlare guardo le persone con la stessa espressione delle mucche che guardano passare il treno. Begijnhof è per me Beghinhof… lo leggo un po’ in modalità tedesca e sono sicura che si pronuncerà in un modo completamente diverso. Malgrado questo, trovare questo luogo in pieno centro ad Amsterdam è proprio facile. Ci andai la prima volta in un pomeriggio di ottobre, mentre tutto in città parlava di autunno. Varcai il portone d’ingresso in completo silenzio e così restai nel tempo in cui percorsi, più volte, il cerchio di strada che passa davanti ad ogni casetta.
Ma che cos’è questo luogo? E’, come dice la parola stessa, il Bejin (Beghine) hof (luogo), quindi è il luogo delle Beghine. Le Beghine erano quelle donne che, per propria scelta, si ritiravano a vita religiosa, senza far parte di un vero e proprio convento ma continuando a vivere in case normali, pur sempre appartate, e dedicandosi alle opere caritatevoli o cose simili. Si hanno segni di “Beghinaggio” fin dal XII secolo ma questa pratica divenne molto in auge ai tempi della controriforma, che coincidono con una certa esplosione sociale olandese.
Il convento, si sa, non è un luogo proprio di moltissimi paesi nordici e pertanto in zone come il Belgio o l’Olanda, i Begijnhof accoglievano spesso quelle donne che, rimaste sole, decidevano di dedicare la loro vita a qualcun altro che non fosse un marito. In apparenza potrebbe sembrare una scelta triste e questo potrebbe dare a questo luogo una connotazione sbagliata. Il Begijnhof è per molti un punto importante della storia della cooperazione femminile perché nessun uomo era mai ammesso all’interno della zona delimitata dalla casa delle Beghine, tranne il parroco e solo per celebrare la messa. Questo significa che in tutto e per tutto quelle donne dovevano essere autonome: nei lavori di manovalanza, nel coltivare il terreno, nel dirigere tutta quella che era la vita di una comunità.
Quel giorno di autunno, in quel di Amsterdam, restai lì nel Begjinhof a pensare e a dirmi che io non so se sarei riuscita a vivere una vita ritirata. La mia vita ha bisogno di partenze e non sarei riuscita a ritirarmi in quel cortile per il resto dei miei giorni. Nel pensare mi accorsi di una cosa che non avevo notato subito. Io ero entrata in silenzio, è vero. Dentro non c’era nessuno, se non il silenzio stesso. Mi sembrava che quell’atmosfera fosse rimasta lì dai tempi della controriforma. Vivevo quel silenzio quasi come fossi in una dimensione diversa da quella del resto della città. Mi girai a guardare quelle casette per l’ennesima volta. Varcai il portone di nuovo. Il rumore della città tornava addosso a me: gli autobus, la gente che camminava, la gente e la propria vita. Ero di nuovo nel rumore ma avevo vissuto uno stacco che mi era piaciuto molto.
Anni dopo tornai ad Amsterdam e ritornai lì. Lo stesso silenzio mi stava aspettando.
[Aggiornamento del 2017: sono tornata di nuovo in Olanda ed anche ad Amsterdam. Ho scoperto la bellezza e il silenzio degli Hofjes sia ad Amsterdam che ad Haarlem. Che spettacolo di posti!]
Non sapevo proprio nulla di questa realtà una bella e interessante scoperta, un vera e propria cooperazione sociale ristretta all'interno di una città, un quartiere "convento". Non so per quale strano motivo, ma lo trovo molto più interessante e affascinante di un antico convento 🙂
Felice di averti raccontato qualcosa di nuovo! 🙂
Ciao Giovy, oltre a complimentarmi per l'articolo che ben descrive l'atmosfera del Begijnhof, vorrei suggerire ai tuoi lettori le "hofjes" (piccole corti) di Haarlem. Ce ne sono più di venti tutte diverse!
Poi, approfitto per segnalare il nostro blog "dall'Italia all'Olanda", iniziato assieme alla nostra avventura nei Paesi Bassi che continua da 3 anni e mezzo: http://italiaolanda.wordpress.com
Grazie mille a voi per essere passati di qui a commentare e per i complimenti.
Ad Haarlem ci ho fatto un giro bellissimo e racconterò presto ai miei lettori quelle corti.
Fantastico il blog, corro a leggere!
questa città è tra le prime della lista dei posti che voglio vedere prossimamente!
Brava Isabel, fammi sapere quando parti e dai un'occhiata al Box Excursiopedia qui a fianco 🙂