
Quando ascolto Man on the Moon dei R.E.M quello che mi viene in mente è un grande vulcano. Successivamente a questo pensiero, la mia mente salta dall’Etna al Teide come stesse giocando a ping-pong. A tutto ciò va aggiunta la sottoscritta che canta Starzinger e il gioco è fatto. Non so se vi è mai capitato di salire su di un vulcano (probabilmente sì) ma più che la salita in sé, ciò che segna è essenzialmente lo spazio che circonda il grande gigante di fuoco. Oggi vi racconto di quella volta a Tenerife. Io, il Teide e un viaggio da vivere.
Ricordo benissimo la prima volta che salii sull’Etna: provavo una specie di timore reverenziale per il terreno che calpestavo. Più che altro avevo paura che una bocca di fuoco mi inghiottisse da un momento all’altro. Poi, verso sera, ho visto la potenza del vulcano con i miei occhi mentre un fiume di lava incandescente usciva, senza pericoli, da una bocca laterale. Rimasi meravigliata.
Quando andai a Tenerife ero davvero impreparata rispetto a ciò che mi si presentò davanti. La sapevo vulcanica ma non la immaginavo così spettacolare nei suoi paesaggi. Era di mercoledì, lo ricordo bene, e avevo addosso la mia felpa azzurra preferita. C’ho fatto mille allenamenti di rugby con quella felpa, successivamente, e ora è tutta rattoppata e piegata nel mio armadio.
Era un giorno senza nuvole, di quelle che un settembre “canario” è capace di regalare copiosamente. No calima, no troppo caldo. Il giusto per ogni cosa e a rendere ancora migliore la mia esperienza ci si mise quell’altitudine che, in prossimità dell’Equatore non ri aspetti mai di trovare. Nel più infantile dei modi, ci viene comodo pensare che a Nord ci siano le cose “alpine” e che a sud ci sia il mare. Tipico atteggiamento da geografia del sussidiario. Sapevo benissimo che quel vulcano misurava 3700 metri, metro più e metro meno, ma davvero non ero pronta a vederlo in tutta la sua bellezza. Nei giorni prima di salirci, gironzolavo per l’isola con l’autobus e lui spesso si faceva vedere in tutto il suo splendore di altitudine. Se lo vedevo, attaccavo la mia faccia al finestrino e cercavo di non perderlo mai d’occhio. E, tornando al mio mercoledì, era mattina quando salìì.
Il paesaggio è davvero speciale e cambia in un batter d’occhio.
Prima si è legati solamente alla visione del mare, a quel blu intenso che sa d’oceano che rapisce la nostra vista. Poi cominciano gli alberi, gli arbusti da “simil mediterraneo” che un’eterna primavera sa regalare ad una terra tanto difficile per tutta la flora del mondo. Dopo gli arbusti arrivano gli alberi, quelli che ti aspetti solo in montagna, e per un momento dimentichi di essere alle Canarie e ti senti dentro quelle montagne che conosci da quando sei piccolo. Piano piano vi vedono gli alberi farsi piccoli e tornare arbusti, questa volta più legnosi, curvi, nodosi per un vento che comincia a farsi impietoso. E’ l’altitudine che cresce, siamo verso i 2000m, e tutto diventa brullo e, in un attimo si atterra sulla luna.
La strada si fa pianeggiante… quel tipico falso piano dei passi di montagna, le curve diminuiscono e davanti a te si apre quello che nell’immaginario di tutti dev’essere la luna. Roccia, solo tanta roccia … e sabbia da questa roccia erosa. Il colore tende al ruggine, al nero, ad un marrone così scuro da confondersi col nero. Tutto questo si mescola assieme e la vegetazione sparisce. La lava di ormai centinaia di anni fa è fredda, è sasso ma no ha ancora lasciato posto alla vita che vuole avanzare. E’ tutto brullo e sferzato dal vento. Ci si ferma, si scende dalla macchina e non si crede di essere in questo mondo ma su quello del nostro caro satellite.
Ecco la magia del Teide.
La gita di un giorno è capace di portarti su altri mondi e questo vale davvero un viaggio.
E, dalla cima, se si è fortunati… mentre si ride come scemi per quei 3700m che un po’ si sentono… ecco spuntare tutte le Canarie, proprio tutte. Come capitò ad Humbolt, tanti anni fa.
Come forse avrete capito dal mio post, il Teide non è uno scherzo. Non arrivateci in costume e infradito. Ottimo è avere un’auto a disposizione. Altrimenti ci sono degli autobus che salgono sulle pendici del vulcano da Puerto de la Cruz (autobus nr.348). Se siete sull’altro lato dell’isola, a Playa de las Americas prendete il 342. Anyway, tutte le info sono qui.
[Aggiornamento del 2017: si ha una meravigliosa vista sul Teide atterrando a Tenerife Sud. Guardate il mio video in timelapse su YouTube!]
Noi non abbiamo ancora avuto la fortuna di percorrere i sentieri di un vulcano e la tua descrizione mi ha incuriosito particolarmente! Giochi a rugby? Sei una ragazza piena di passioni 😉
Giocavo… purtroppo qui mi manca una squadra e una società con apertura mentale tale da lasciare la porta aperta al mondo femminile 🙂
Tenerife è un'isola che merita.
Tanti la pensano tutta alberghi e spiaggia ma non è così.
Allora ti tocca trasferirti vicino a noi e conseguentemente vicino a Milano, qui ci sono squadre femminili ;=) Bè ma la metà della gente che va in luoghi balneari dai nomi Tenerife, Seychelles e Maldive ci và solo per il nome e per dire hey sai che sono andato…allora sò figo! ovviamente non i tuoi lettori, ma diciamo che molti farebbero questo ragionamento, invece dietro questi luoghi si nasconde molto di più che il solito fotocopiato villaggio turistico 😉
Anch'io sono stato sull'Etna, quando ero adolescente… sono rimasto teso per tutta l'escursione!!
Vedo di non essere l'unica… 🙂