
La Guerra, o meglio la Seconda Guerra Mondiale, è legata pesantemente a Manchester. In Italia siamo abituati a studiare la Storia del secondo conflitto mondiale dal punto di vista italiano. Studiamo cosa succedeva da noi perché, diciamocelo pure, ce n’è abbastanza per tutti. Poco sappiamo della Battaglia di Inghilterra e di tutto quello che succedeva oltre la Manica. Ecco perché serve visitare l’Imperial War Museum North durante un viaggio a Manchester.
Londra, Coventry, Liverpool e Manchester di bombe ne hanno viste fino alla nausea e questo ha influito molto sullo sviluppo di queste città negli anni a seguire. Ovvio che Londra, essendo la Capitale ed essendo quella più in vista, sia stata restaurata nel migliore dei modi. Il Nord, un po’ fuori dalle cronache mondane e politiche è stato lasciato un po’ più al suo destino. E’ come se fosse stato messo in secondo piano. Una città bombardata si nota subito. Ciò che ha vissuto in passato è quasi lampante. Io ho potuto vederlo, per esempio, a Varsavia dove gli spazi tra un edificio e l’altro sono davvero grandi.
A Manchester si nota tutto ciò un po’ meno. Se non fosse per la modernità di certe zone e l’aspetto vittoriano e tipicamente british di altre poco lascerebbe intendere che lì la guerra c’è stata. Un occhio diverso lo si ha guardando le perferie o passandoci vicino in treno. Certe zone sono ben curate, ordinate, modeste ed estremanente dignitose. Altre sembrano delle toppe messe lì per chiudere chissà che falla. Non credo che l’Imperial War Museum North sia sorto a Manchester per caso. Ovvio, logisticamente ci voleva un qualcosa a Nord e Mancherster poteva essere la città adatta.
Andiamo con ordine raccontandovi quella giornata in cui io e Gian arrivammo. Per ora di pranzo eravamo già comodamente posizionati nella nostra stanza all’Ibis di Portland Street. Ibis= città di arrivo in Inghilterra.
Da qualche anno questo binomio si ripete e a noi va benissimo. Portland Street è vicinissima a Manchester Piccadilly è una via-spartiacque tra China Town e il Village della città inglese. Avevo avvertito Smila del nostro arrivo lì e, impegni permettendo, volevamo incontrarci.
Purtroppo la cosa non è andata bene ma … Smila … torneremo e ci berremo una birra assieme. Dopo un ottimo pranzo all’Old Monkey (grande birra, ottimo cibo) proprio mezzo metro più in là dell’Ibis, abbiamo raggiunto in pochi minuti a piedi Piccadilly Gardens e preso il Metrolink per MediaCityUK. Consiglio: fate subito il biglietto andata e ritorno. Costa meno. MediaCityUk si è presentata ai nostri occhi come un qualcosa di estremamente bello. E’ una zona del tutto nuova e molto interessante se vi piacciono le foto di architettura e quelle dove i riflessi delle cose imperano. Ve ne parlerò successivamente perché quella zona davvero mi ha conquistata.
L’Imperial War Museum North si trova proprio dal lato opposto rispetto alla fermata del Metrolink. Cominciate con l’osservarlo bene da fuori perché l’edificio è davvero bello e, grazie alla luce intensa del cielo inglese e l’alternanza di nubi e sole, risalta da matti. L’entrata al museo è gratuita e questa è una grande cosa. Badate bene che l’ultimo ingresso è attorno alle 16. Il museo chiude alle 17.
Il primo giorno prioprio non ce l’abbiamo fatta a vederlo. Ci siamo persi nell’osservare MediaCityUK e nell’ammirare la modernità estrema dei suoi edifici. Il secondo giorno siamo tornati nel primo pomeriggio. Il museo non sembra immenso ma richiede tempo. Non errate in questo senso e sappiate concedergli più di due ore. E’ pieno di oggetti che raccontano mille storie legate a non so quanti conflitti. E’ pieno di ricordi, di gente, di ragionamenti da fare. L’intento di un museo come quello non è parlare di guerra e delle nozioni che potrebbero derivarne. L’intendo del IWMN è quello di far capire cosa sia la guerra con tutti i suoi rumori, le sue sensazioni e le mille atrocità.
Ogni mezz’ora circa, nella sala centrale dell’esposizione, le luci vengono abbassate e vengono proiettati dei cortometraggi che raccontano storie di Guerra. Di ogni guerra possibile da raccontare. A volte tutto si concentra nel rumore degli aerei, nel rumore delle bombe, nel caos che si potrebbe creare in situazioni di guerra. So benissimo che vivere queste situazioni al sicuro, dentro ad un museo, non è come vivere realmente la guerra ma essere avvolti da 10 minuti di bombardamenti al volume reale di come dovrebbero essere aiuta a capire che la parola Guerra dovrebbe essere cancellata dalla faccia della terra. Anche per questo il museo va visto con tutto il tempo possibile. Va metabolizzato, non solo visitato.
E a me è piaciuto da matti proprio perché diverso e profondamente concreto. Questo è stato il mio piccolo passo dentro Manchester. Ero già stata in quella città ma l’avevo legata alla parola “shopping“. Ora invece è nella lista delle meraviglie.
Il tipo di resoconti che leggo volentieri, perché trasmettono tutto il fascino del lugo descritto. Sono stata solo a Londra, ma sono sempre stata attratta da città come Manchester così come la descrivi in questo post. Spero di avere, un giorno, occasione di vederla.
Ed io lo spero davvero per te perché merita. E quando ci andrai, mi racconterai che ne pensi.