
La penisola di Dingle viene spesso inserita negli itinerari di chi vuole vedere il Ring of Kerry. Dicesi Ring of Kerry quel percorso nel Sud ovest irlanda dove il paesaggio è particolarmente bello. E’ probabilmente il Tourist trail più celebre d’Irlanda, con tutti gli annessi del caso. Per arrivare a Dingle io mi fermai qualche ora a Tralee dove aspettai uno splendido pulmann della Bus Eirann. C’è da ricordare che le ferrovie non sono proprio un must sull’isola di smeraldo mentre gli autobus sono una soluzione molto astuta e sicuramente economica.
Il viaggio verso Dingle è uno spettacolo e sembra uscito dai migliori documentari sull’Irlanda. Il nostro ostello si trovava un miglio circa fuori il paesino di Dingle. Pulito, carino, ricavato da un vecchio maniero nella brughiera. Un’ottima scelta per calarsi in pieno in un’atmosfera da sogno. Io e il mio amico Hermano Michi ci recammo in paese a piedi perché, a quel tempo, le bici si noleggiavano solo là. Considerata la tipologia di territorio, una bella mountain bike è l’ideale per gironzolare nei dintori di Dingle per arrivare fino a Slea Head dove l’Oceano abbraccia la terra.
In paese ci dissero di recarci a casa di una signora che per poche sterline e senza nemmeno chiederci mezzo documento d’identità o di dati della carta di credito ci diede le bici, non prima però di averci dato la merenda. La signora in questione aveva appena fatto una crostata a dir poco favolosa che, con un po’ di tea di quelli buoni, diede il benventuo ufficiale ai nostri pancini giovani. Pedalammo quel giorno e il tempo cambiò almeno sei volte in un pomeriggio. Alla prima rotonda io ovviamente sbagliai verso della strada e tenni la destra. Probabilmente in quel momento capii che dove le regole della strada sono britanniche, io non avrei mai guidato. E così è finora.
Usciti dal centro abitato mi sentii più self confindent … infondo un campo è un campo. Destra e sinistra non importa.
Me ne andavo sballonzolante sulla mountain bike e i miei occhi già potevano vedere Slea Head quando scivolai e misi per terra un ginocchio. Da piccola mi sarà successo mille volte di fare una cosa del genere e, a memoria mia, mai me ne sono lamentata. E’ l’eterna questione dell’ignoranza infantile: torni a casa contuso, tua madre ti chiede che ti sei fatto e tu non ti ricordi nemmeno dove avresti potuto prendere una botta. Quando sei grande questo non succede. E il male lo senti perché ne sei più cosciente. Ecco… io non credevo che sbucciarmi un ginocchio sarebbe stato tanto impattante. I giorni successivi girammo come matti. Io con sta cosa rossa sul ginocchio.
Non caddi più e quando fu ora di riportare la bici alla signora, la signora in questione ci diede un’altra merenda e restammo lì a chiacchierare con lei. Dingle mi è piaciuta molto per il suo essere sperduta e sferzata dal vento. Ha dato il via ad un amore che non è ancora sazio di viaggi, ricerca, luoghi dove sentire battere il proprio cuore.
Non so come mai ma questo post mi ha svuotato la testa, nel senso più puro e pulito. Ne avevo bisogno.
Ed io sono contenta di averti dato questo momento di respiro…
Le isole Aran le conosco solo per "il cielo d'Irlanda!" 🙂
E comunque certe volte mi parli di posti che io proprio non ho mi sentito, bellissimissimo.
Dingle è uno dei posti più belli che ho visto in Irlanda e penso che di quel viaggio indimenticabile ne parlerò questa estate anche sul mio blog …