
La vicinanaza al rosso non finisce qui. La storia di Albi riporta decisamente al colore del sangue. Vi ricorda nulla la crociata degli Albigesi? Come siete messi con la storia medievale? E’ proprio lì che la mia mente è andata a pescare quel sillogismo che si è preso altamente possesso di me solo alla vista di un cartello stradale che riportava il nome della città. Malgrado il mio sragionare e straparlare… ad Albi ci arrivai e mai sillogismo pazzoide fu più azzeccato.Se vi trovate a sud della Francia diretti verso l’Atlantico, fate un pensierino su Albi perché non ve ne pentirete.
Romana, Visigota e amata da Pipino il Breve, questa città fatta di mattoni rossi potrebbe raccontarne a bizzeffe su chissà quanti anni di storia. Poi arrivarono i Catari che, nel Tredicesimo secolo venivano cacciati da ogni luogo della Liguadoca, e la città divenne centro dell’eresia Catara e i Catari divennero Albigesi. Qui trovarono la loro pace, forse, finché col passare dei secoli non arrivò in Francia Caterina de’ Medici (guardatevi la Reine Margot di Chéreau a tal proposito) che volle estirpare dal cuore di Francia ogni eresia, ogni credo che non fosse cattolico romano.
E quindi giù di lotte intestine, fuge, persecuzioni. E Albi vide tutto questo mentre la sua cattedrale immensa restava inerte ma che, nel suo piccolo… dentro ogni mattone, probabilmente piangeva la libertà dei suoi abitanti. Nel frattempo andava avanti, cresceva, esaltava la cultura e cercava di essere una città normale… la nostra Albi. Ci vissero scrittori e anche pittori. Forse era il buen retiro di qualcuno che voleva scappare dalla città e che si voleva rifugiare a metà strada tra i Pirenei e l’oceano. Io ci arrivai in un giorno d’estate fatto di caldo intenso e di nuvoloni in prossimità dell’orizzonte.
Ci arrivai varcando il suo ponte bellissimo, che risale ad epoca romana, ci arrivai camminando per le sue vie e ammirando quel colore tra il rosso e il rosa che tanto caratterizza il suo della Francia… lì, ad ovest. Mi sono fermata sotto gli alberi dei suoi parchi a mangiare un panino commentanto per l’ennesima volta quanto il pane sia buono in Francia ma ugualmente quanto i francesi non sappiano affettare le jambon. Avrei voluto che quei nuvoloni scaricassero a terra tanta acqua per gustarmi l’odore della pioggia in un tipico giorno d’estate, quando bagna in pavé e l’odore del caldo e della terra si mescolano assieme. Avrei voluto forse dedicare più tempo a quel borgo tanto particolare eppure non troppo considerato nei normali itinerari di viaggio del sud della Francia.
A volte mi compiaccio proprio nel pensare a quel mio viaggio nel sud ovest della Francia. Lo faccio perché sono felice di aver trovato posti che di solito la gente considera poco… o almeno lo fa la gente che conosco io. E’ come se dentro la mia mente esistesse una Francia fatta come piace a me… e a me sola. Albi ne fa di certo parte.
Il tuo angolo di paradiso francese…
La mia prima tappa in Francia sarà però Parigi: è troppo tempo che sogno di vederla!
Parigi merita proprio (c'è anche un post che la riguarda su questo blog). E' una capitale così immensa che non basterebbe una settimana per vederla.
E' forse quella l'unica Francia che può essere chiamata tale… 🙂
Adoro la Francia. Sembra quasi appartenere a un altro mondo.
Invece io sono tornata da una settimana dall'Algeria. Purtroppo ero lì per lavoro e non ho potuto vedere quanto avrei voluto… mi riprometto di tornarci!
Oh… grandioso… mi devi raccontare com'è! 🙂
Che bel posticino magico… Ecco qua ci posso andare tranquillamente… niente aereo.
ps parto domani per la svizzera con data da destinarsi per il rientro 😀
Esatto … niente aereo… mitico che vai in Svizzera… ti invidio!
Ma che posto fantastico, ecco questo proprio me lo segno, mi piacerebbe andarci! Grande Giovy, segnali sempre posti speciali!
Brava Miss… e se ci vai poi mi devi dire come ti è sembrato.