Viaggi in Messico e pensiero laterale: perché non prendere proprio alla lettera sempre ciò che è scritto su di una guida. Cercando di non mettersi mai in pericolo. Non so voi ma io quando viaggio tendo ad essere molto local. Se la zona lo concede e il portafoglio pure. Cerco di inserirmi al massimo nel luogo dove sono senza diventare ridicola. Tendo inoltre a findarmi molto dell’enogastronomia del luogo. Mi è successo soprattutto in quei giorni che ho passato a Oaxaca, in Messico.
La Lonely diceva che, onde evitare problemi e soprattutto l’insorgere della spiacevole Sindrome di Montezuma, di evitare di fermarsi a mangiare per strada o nei mercati. Diceva altresì di ricordarsi di comprare sempre acqua in bottiglia e magari di usare la stessa marca d’acqua dall’inizio alla fine della vacanza. Io e la Fra, invece, c’eravamo affidate di più alla saggezza popolare di una mia collega svizzera che diceva che Alcool, Limone e Peperoncino salvano da ogni cosa.
Ed eccoci quindi pronte alle tavole dei peggiori mercati del sud del Messico intente a mangiare enchilladas che avrebbero risvegliato e spaventato un drago, bere la nostra Birra Bohemia quotidiana e mangiare ogni genere di lime come se fosse un’arancia da sbucciare. Saranno stati i nostri 26 anni o giù di lì, sarà stato davvero l’equilibrio creatosi in noi con l’unione delle tre sostanze magiche poc’anzi citate… non lo so. Quello che so con certezza è che il sacchetto delle medicine è arrivato in Messico in uno stato e nello stesso stato è tornato a casa. Non l’abbiamo mai aperto nemmeno per recuperare un cerotto.
Ogni volta che ci spostavamo, di luogo in luogo, quello che andavamo a cercare era il mercato locale perché mai come in quei luoghi ci sentivamo in puro contatto con quel Messico autentico che volevamo vivere. Spesso mi piaceva affondare la mano nei sacchetti dei legumi oppure a volte mi sentivo così temeraria da farlo anche nei sacchetto dei peperoncini per poi godere al massimo del profumo che essi emanavano. Sui banchi dei mercati bevavamo spesso delle bibite fatte con l’infuso di fiori di ibisco … che per i Messicani di chiamano Agua de Jamaica. Avevo già assaggiato quella bontà dolcissima e colorata di rosa intenso in Senegal e ne ero stata stregata. Ritrovare quel gusto nei caldi pomeriggi messicani fu un regalo davvero inaspettato.
Io non so che faccia feci di preciso ma riesco solo ad immaginare il mio tentativo di nascondere un misto di stupore, disguisto e chissà che cosa. Ci raccontarono poi di bere la stessa marca d’acqua dal loro arrivo in Messico. Io e Francesca raccontammo la nostra esperienza che era diametralmente opposta alla loro. Erano quasi stupite nel sentire quanti gusti diversi di cibo avevamo provato e noi speravamo di averle convinte nel mollare un po’ la corda ma non fu così. Una di loro ad un certo punto ricordò alle altre che dovevano prendere la pastiglia. Noi pensavamo a normali cose contraccettive femminili quando in realtà ci raccontarono che da una settimana erano sotto antibiotici causa Monctezuma.
Al loro chiederci “e voi come state? nessun problema?” noi sorridemmo e rispondemmo quasi soddisfatte “è come se non ci fossimo mai mosse dall’Italia“. Ci guardarono stupite e quasi sconfitte, anche se non c’era nessuna battaglia in corso ma solo due modi diversi di concepire l’incontro con un luogo. Il giorno dopo andammo con loro a Palenque dove poi le lasciammo. Io e Francesca tornammo a San Cristobal e ci deliziammo, in quella serata di settembre, con una piccantissima e buonissima cena… sui banchi del mercato, ovviamente.
chissà che buono!! un carissimo saluto dalla famiglia di Cà Versa
Buonissimo! 🙂
noooo andare in Messico e non mangiare per strada… noooo!!! Le tre fanciulle non sanno cosa si sono perse!!
(ciao, sono Chiara, è la prima volta che leggo questo blog, ti ho aggiunta ai preferiti, quindi tornerò!)
Ciao Chiara, grazie per il tuo commento e grazie per tute le volte che tornerai a leggermi 🙂
Voi siete delle Grandi!! I vari batteri dei cibi esteri se ne sono accorti e se ne guardano bene dall'attaccarvi, per non fare brutta figura!!
🙂
Che bello, anche a me piace immergermi completamente nei luoghi che visito. Ok, ne ho visitati pochi, tipo in Messico non ci sono stata, ma sono sicura che avrei fatto uguale uguale a voi! Noi siamo gente tosta, mica lady dalla puzzetta sotto al naso! 😉
Esatto! 🙂
Le guide le tratto come dei gioielli, ma prendere per oro colato tutto ciò che scrivono…maaah, credo che ognuno debba sperimentare, percepire sulla propria pelle il viaggio, senza lasciarsi troppo condizionare da consigli a volte "allarmisti"
Io devo ancora trovare la mia guida ideale… dovrei scriverla io forse…
Ciao Giovy,
Hai mai usato una guida Routard? Io mi ci trovo benissimo!
Donna avventurosa! Io ammetto che non ci riuscirei mai, ma poi è giusto che ognuno faccia come si sente, no? L'importante è avere compagni di viaggio affini.
Bacio gioia!
L'importante è davvero chi hai a fianco
Sai che sto sempre più valutando l'ipotesi Messico in questo periodo? Un bel viaggetto single… che dici?
O è meglio che propenda per Ibiza e basta? 😀
Diciamo che il messico che ho vissuto io è molto distante dal messico festaiolo da villaggio turistico… la domanda è "ce la fai a fare 12 ore di aereo?"
Se vuoi far festa direi che Ibiza è fantastica… è anche vicina.
Se decidi di andare in Messico è perché lo vuoi girare e scorprie lasciando perdere in primis Playa del Carmen & Co
In Centro e Sud America ho sempre mangiato benissimo. La pasta al pomodoro (e il tonno in scatola!) vanno bene a casa, dove trascorriamo la maggior parte del tempo!
Barbara
reporterpercaso.com
Ciao,
Io non ho mai fatto viaggi cosi lontani. Ammetto che l'aereo, più crescò più mi mette ansia. Il mio sogno sarebbe la Polinesia ma forse dovrei prendere dei sonniferi 🙂
X quanto i mercato: sono dei posti che adoro ovunque, mi piace spulciare tra cibi e vestiti. Sono una sportiva e poco schizzinosa ma con l'acqua e le bibite nn sicure non rischierei x una questione di mia debolezza fisica. Sicuramente credo che visitare un posto nuovo significhi anche conoscere la sua cucina con i rischi che ne possono conseguire, dai più banali di non gradimento ad altro. Io adoro mangiare e mi piace scoprire nuovi sapori, trovo sia una forma di arricchimento e xke no, divertimento. Vogliamo parlare dell'haggis? 😉
Non ci credo!!!io sono una da "dissenten in tasca" nel senso che se c'è il virus mi becca ma non rinuncio x questo a provare!(oddio… Non l'acqua del rubinetto in India ma non è servito…)
Se no che viaggio è?
Comunque del Messico ricordo delle tortillas con gamberetti e maionese fatta in casa che erano la fine dell mondo!(e nessun danno…)
Un abbraccio!
@Micka: i mercati sono belli in tutto il mondo. Anche quello sotto casa è speciale!
@Francesca: io il dissenten ce l'ho sempre nello zaino ma spesso mi sono lanciata in momenti gastronomici speciali. E mai avuto problemi! (speriamo continui così)
Adoro i mercati e mi fermo sempre a mangiarci se ne trovo uno dove vado (spesso vado proprio a cercarli)! Il più bello, quello che mi è restato più impresso, è stato sicuramente quello di Porto. Bolhao. Mercato con un po' di tutto ma sopratutto cibo e fiori. La cosa meravigliosa è il "ristorantino" famigliare che ti delizia con sardine, polli, calamari e risotti di pesce e Felipa che pur conoscendo solo il portoghese si fa capire (e capisce) tutte le lingue del mondo!
🙂