
Questo è uno di quei post che nasce da un bel ricordo sorridente misto al fatto che ieri mattina un mio collega giocherellava con un’applicazione che prende una tua foto e ti invecchia. Sinceramente ero quasi curiosa di vedere come sarò da vecchia ma poi non gli ho chiesto niente. Dentro la mia mente è impossibile mutare forma. Non si invecchia, non si muore, ci si mantiene perpetuamente. Il vedere alcuni volti amici un po’ più vecchi mi ha fatto tornare in mente un piovossissimo pomeriggio dell’estate scorsa quando io e Gian arrivammo a Caernarfon, nel nord del Galles, per la seconda volta nella nostra vita.
E’ tanto tempo che voglio scrivere di Caernarfon ed è come se il mio cuore non volesse far uscire niente a riguardo di quella splendida cittadina del nord del Galles. La amo così tanto da sentirla mia… e solo mia. Ma infondo per ora vi posso dire che è detta anche Royal Town perché il suo magnifico castello è il castello proprio del Principe di Galles. Di Caernarfon vi ho già detto qualcosina … quando vi ho parlato del Black Boy Inn e di tutta la perfezione che aleggia attorno a quel pub. Ed è proprio al Black Boy Inn che torniamo ora … in un giorno piovoso… in cui la pioggia non è semplicemente rain ma diventa heavy showers all day.
Io e Gian entrammo quasi fradici … io un po’ meno complice il mio mega poncho rosso che mi rende una Rotkäppchen sui generis. Arrivati dentro al pub ci siamo subito accomodati in quello che è il tavolo migliore, a mio avviso. La zona pub del Black Boy Inn è davvero piccolina ma è una bellissima emozione stare seduti in uno dei più atichi pub del Regno Unito. La prima pinta di Purple Moose l’abbiamo buttata giù per rifocillarti da tutta quella pioggia. La seconda è stata ancora meglio… perché entra nelle ossa, nella testa e la coccola.
Di fianco a noi, in un altro bellissimo tavolo in legno, si erano accomodate tre bellissime old ladies, vestite e truccate di tutto punto. Saranno state sull’ottantina e sembravano davvero amiche per la pelle. Parlavano tra di loro in Gallese… e noi riuscivamo a cogliere qualche piccola parola legata più che altro a quello che ordinavano. Se la raccontavano di tutto gusto, ridevano, scherzavano ed io mi immaginavo il loro dialogo simile a quello che la mia nonna Cecilia, tanti anni fa, aveva con le sue amiche del cuore (la Maria e la Balsemina) ogni venerdì mattina quando si incontravano al mercato.
Me le godevo quelle signore e soprattutto mi lasciavo infondere dalla loro allegria e dal loro modo elegante di mangiare un comunissimo fish & chips come se fosse un piatto di Gualtiero Marchesi. La pioggia continuava a scendere copiosa in quel di Caernarfon. La pioggia scendeva, le signore ridevano, noi ci gustavamo la nostra Snowdonia Ale. Ridevamo anche noi ed eravamo felicissimi di essere lì. Perché quando sei lì sei felice, malgrado il tempo, malgrado la temperatura, malgrado qualsiasi cosa potesse venirti in mente.
Ancora oggi mi chiedo cosa si raccontassero quelle signore.
Ad un certo punto di quel pomeriggio, si girarono verso di noi per chiederci di dove fossimo. Al nostro rispondere “Italy” seguì subito il loro fantastico “oh… lovely” detto tutte in coro.
Che bella descrizione! 🙂 Più di una volta in Uk ho avuto come l'impressione di essere stato parte di un quadro, dove un esperto pittore ne aveva dipinto sapientemente i personaggi. leggendo il tuo elaborato ora ho la stessa impressione. Bello 🙂
Grazie Niko! 🙂
Che dire…lovely! 🙂
Oh… thanks darling!
Il tuo Galles… affiora sempre spesso nei tuoi post. Si vede che è il tuo secondo mondo!
ps
Purtroppo in questo periodo (e solo in questo periodo, poi tornerà la normalità -spero-) passo sempre in ritardo, ma ci sono.
E' davvero parte del mio cuore… 🙂
Non ti preoccupare per il ritardo… so che ci sei 🙂