
Questo è uno di quei post che stringono il cuore. Forse il vostro, di sicuro il mio. Sarà che, questa è una settimana un po’ così per il mio personale mondo dei ricordi; sarà che infondo c’è il Sei Nazioni e quindi i ricordi legati a questo periodo dell’anno si intersecano con quelli più vecchi, sarà perché ci sono sempre degli incontri che ti cambiano, anche se non sai in cosa, ma restano lì come pietre miliari nel tuo cuore e ti aspetti di diventare vecchia e raccontare ancora questa storia.
Mi sbagliavo e, con mia somma delusione, dovetti constatare come non fosse stato organizzato niente per accogliere eventuali persone che, dal Galles (la partita era Italia-Galles), fossero arrivate a seguito della strada. Può sembrare strano, ma all’estero il rugby femminile è seguito e può capitare di andare ad una partita di una squadra del massimo campionato maschile e trovare omoni grandi e grossi sugli spalti pronti a sostenere la squadra femminile indossandone la maglia davanti a tutti. Lo stadio che doveva ospitare la partita era chiuso che più chiuso non si può. Non un bar o un baracchino che vendesse bibite, panini … niente. Io e Gian ci aggiravamo nei pressi dell’entrata per cercare di capire se e quando lo stadio aprisse quando vedemmo un uomo con la distinguibilissima maglia del Galles (è rossa rossissima, non si può non vedere) venirci incontro. “Povero“, pensai io, “è qui che non sa da che parte girarsi“.
Bel post, davvero toccante.
Sei proprio in gamba, cara Giovy!
Grazie mille… ma è il ricordo ad essere bello.
Io ci metto solo un po' di parole 🙂
È proprio vero: condivido MaiMaturo è veramente toccante. Ma… Se ti dicessi che non avevo maisentito dire sei nazioni mi elimini? Mamma mia che ignorante! Ma ti giuro: mai sentito dire!!!!
Ti salvo solo perché sei un lettore adorabile!! 🙂
Adesso che frequenti questo blog è obbligatorio informarsi sul miglior tornero di rugby del mondo! 🙂
Ti ringrazio per i complimenti!
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Look at this!! Good video
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Accidenti a te, quasi mi fai venire le lacrime agli occhi!!! 😉
ohhhhhhhhhh… sapessi a me mentre scrivevo!!
e io c'ero…e anche io mi ricordo con tenerezza del Sig Thomas, della splendida partita, dell'orribile organizzazione e di quell'inno Gallese cantato dalle giocatrici tanto bene da toccarti l'anima. Sembrava di essere in un universo parallelo.
Questo è il classico incontro che non avviene per caso. Sono quelle persone che ti cambiano la vita anche se ci sono rimaste per 2 ore soltanto, sono quegli esseri speciali che il destino ci fa incrociare.
Grazie per il bel ricordo Gio, a presto un bacione
Cara la mia Lindauz,
che bello trovarti (anche e di nuovo) qui! 🙂
Il signor Thomas davvero resterà un punto fermo … come quell'inno cantato con tanto amore
Brividi di emozione con questo post, tesoro…mi sono commossa, tanto.
Un abbraccio tesoro, non ti venisse mai in mente di smettere di scrivere, eh?
Bacio!
Smettere di scrivere??? What's smettere di scrivere? :)))
Che splendido racconto, quanto dobbiamo imparare,
la fierezza di quel popolo è straordinaria.
Ho una borsa di bulbi di narciso che ho acquistato quest'anno
in un supermercato Lidl di Carmarthen.
Quando fioriranno penserò al tuo racconto.
Angela
E mi raccomando … dà loro un nome!! 🙂
Il mio cuore si è stretto, eccome. E' bello sapere che quella persona è sempre nei vostri ricordi…
Ti ringrazio!!