E anche sugli Orribili che hanno idee orribili. Oggi è il giorno della memoria. Un giorno importante anche se sono dell’opinione che tutti i giorni, a loro modo, debbano essere dei giorni della memoria. E’ comunemente istituzionale che vengano scelti dei giorni ad hoc per determinate celebrazioni. I punti però sono due.
Il primo è certe vicende dovrebbero entrare fisiologicamente nel know-how delle persone e non ci dovrebbe essere bisogno di una scritta sul calendario per riflettere su quanto successo. Il secondo punto è ancora più importante: certe cose non dovrebbero accaredere (di nuovo) e pertanto non ci dovrebbere essere l’obbiglio di un universale memento mori per far capire di quanta cattiveria sia capace l’essere umano.
Detto questo, sto riflettendo da un po’ di giorni sul fatto che ci siano degli esseri innominabili che vanno a farsi le foto davanti al relitto della costa all’Isola del Giglio. Quest’immagine indefinibile se non con parole talmente cattive da avvelenarsi mi ha fatto venire in mente quel giorno in cui mi feci coraggio ed andai a visitare Auschwitz.
Non ero nuova alla visione di un campo di concentramento. Ero già stata a Dachau e anche a Mauthausen e la cosa mi aveva sconquassato e non poco.
Ad un certo punto del mio giro, mi dovetti sedere su di un gradino (proprio fuori dal laboratorio maledetto di Mengele) e scoppiai in lacrime. Cercavo di trattenere i miei singhiozzi per rispetto a quanto successo in quel luogo e per rispetto a quei signori anziani che avevo visto aggirarsi tremolanti per quei padiglioni immensi. Dentro al campo c’è anche una sinagoga e dei ragazzi ebrei di chissà dove entrarono per pregare. Il silenzio regnava, così come doveva essere. Non riuscivo a scattare foto a quel luogo perché mi sembrava di profanarlo.
Ascoltavo solo il rimbombo dei miei pensieri e del dolore per le atrocità di cui l’uomo è capace. Mi soffermavo sul rumore dei passi sulle foglie di gelso che già cominciavano a cadere. Sassoli, foglie, passi … ascolta questo… ascolta questo, continuavo a dirmi. Poi la realtà ritornava a schiaffeggiarmi prepotente, forte e ineluttabile. Ero davvero provata e cercavo davvero un modo per fuggire a quel passato così ancora troppo presente. Ero assorta nei miei pensieri che si intrecciavano con la Storia e con l’analisi di essa.
Pensavo… assorta… pensavo…piangevo di nuovo e, a dirla tutta, non mi sono mai sentita così viva e mai avevo inteso quanto la vita potesse essere pesante. Ad un certo punto qualcosa mi disturbò a tal punto che sarei saltata al collo della persona davanti a me e, ben conscia di quello che la crudeltà porta a fare, l’avrei sbranata.
Magari l’avrei fatto a parole. Ma l’avrei fatto. Poi però mi sono fermata, la ragione ha ripreso il suo posto e dentro di me navigava un solo un pensiero. Quella persona davanti a me mi faceva pena… e tanta pena.
Cos’era successo??? Semplice, due ragazzi Italiani in gita (e qui mi dispiace dirlo ma Italiani va sottolineato), con tanto di zainetto sulle spalle, si erano messi davanti all’entrata dei forni a fare la foto ricordo. Tutti sorridenti, tutti felici. Uno di loro si è tirato giù i pantaloni mostrano le chiappe. Io li guardavo inorridita, incazzata, spregevole.
Guardavo in un modo ulteriormente peggiore i loro accompagnatori, adulti, più consapevoli, che facevano più casino di loro e che si sono piegati allo scherzo della foto, ridendo assieme a loro. Nel ripensarli mi fanno ancora più pena e ribrezzo di quanta me ne fecero quel giorno.
Mi fanno pena perché non sanno cogliere l’importanza delle cose. Mi fanno pena perché non si resero minimamente conto di dove fossero. Mi fanno pena perché non riconosco il valore della Storia. E davanti alla Storia di impara.
E loro non imparano. Ma poi la Storia li schiaccerà perché la Storia è forte, potente, permane e trascende l’Uomo comune che non impara da essa. E’ proprio per questo che non si deve mai dimenticare. Ed è proprio per questo che la Memoria va celebrata 365 giorni all’anno (+1 se bisestile).
finalmente ti ho ritrovata e scopro con piacere che ancora scrivi =)
Scrivere sempre… tacere mai 🙂
=) e auguri in ritardo di buon compleanno
La tua ultima frase dice tutto. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
grazie cara!
Come hai ragione Giovy. Il ricordo di quello che è accaduto dovrebbe accompagnarci sempre e non essere risvegliato solo un giorno all'anno.
Di qualsiasi cosa sia accaduta…
That was something, yes truly something Giovy!
Thanks Shruti
Carissima Giovy, ho letto questo tuo post ieri, ed oggi di nuovo.
E sai, io ho vissuto la tua stessa esperienza, quando sono stata a Dachau, c'era gente che si faceva le foto e mi ha molto, molto sconvolta tutto ciò. Non so se un giorno riuscirò a scriverne, come hai fatto tu, ho dei ricordi così angoscianti e dolorosi che avrei il timore di banalizzarli.
Hai fatto bene a fare questo post, Giovy.
Ti abbraccio.
Grazie cara Miss Fletcher. Mi piacerebbe davvero che un giorno la gente riuscisse a dare il giusto peso alla storia e a portarle rispetto.
Non so se avrei il coraggio di visitare con la mente lucida. Da prima persona conosco ciò che è successo… E, giorno della memoria o no, ho sempre bene in mente e ricordo perfettamente ciò che mi è stato raccontato.
Un abbraccio
Prima di andare ad Auschwitz ci ho pensato un bel po'… è capibile non sentirsela di andare. E non c'è niente di male…
topleastgod,eternal gesto http://youtu.be/zXKV78VERio
Tutto il discorso ha molto senso…lascia ai giovani il diritto di essere imbecilli ed a te quello di renderti conto che lo sono. Festeggiare ogni anno il ricordo di qualcosa, lo inflaziona, e purtroppo non tutti riescono a coglierne il contesto…
Il punto è che io, alla loro età, non ero imbecille in quel modo.