Di Italia parlo poco, lo so. Probabilmente parto dal presupposto che l’Italia sia conosciuta agli occhi di legge questo blog. Poi ho ripensato a com’ero io quando si parlava di Appennino. Sono una neofita dell’Appennino e questo perché sono cresciuta tra i Monti Lessini e le Dolomiti del Brenta… e tutti i loro amici che si possono trovare lì in mezzo. Per me dire “montagna” equivale a dire Pasubio, Cima Carega o Pale di San Martino. Fino a che non conobbi l’Appennino Tosco-Emiliano.
Quando ero piccola e studiavo le montagne su sussidiario l’Appennino veniva sempre descritto come una montagna di Serie B, dove la neve perenne c’era sempre e solo in una zona, dove fondamentalmente l’altezza non veniva quasi mai sfidata. Ed io, quasi per assudità, sono cresciuta con questa convinzione includendo solo poche volte qualche pezzo di Appennino sul mio cammino. Fu la volta delle Apuane con mio fratello, piuttosto che un giro dalle parti di Porretta & Co con alcuni amici.
E tutto finiva lì fino a quando, incontrando Gian, ebbi l’opportunità di cambiare idea. Mai cambiai idee così tanto felicemente. All’inizio fu proprio un punto chiave di quelle zone: la Pietra di Bismantova. Conoscevo quel luogo per la sua conformazione. Ne avevo viste foto su foto. Avevo letto le parole attraverso le quali Dante ne parla. Un bel giorno di luglio, si partì di buona mattina per raggiungere Castelnovo ne’ Monti, conosciuta località sull’appennino reggiano.
Avvicinandosi a Castelnovo la Pietra appare maestosa quasi come fosse una Ayers Rock emiliana. Benché ne conoscessi la forma, rimasi stupita la prima volta che la vidi perché mi sembrava immensa rispetto a quanto me l’ero immaginata. Mi chiesi come l’avesse vista Dante, a suo tempo, quando nessuna automobile l’avrebbe portato così in alto.
Mi domandai quanto verde fosse quell’altipiano appenninico e cercai di figurarmi un mondo in cui i castelli matildici fossero ancora tutti interi, abitati, adornati, vivi. E poi, dentro me, non riuscivo a trovare una risposta plausibile al fatto che qualcuno si dovesse recare in un luogo così.
Dopo che tutte queste domande furono formulate mi diedi mille risposte e feci una grande avvermazione verso me stessa: Giovy sei stata scema ad aver considerato l’Appennino come un luogo di serie B. Salii sulla pietra percorrendo un sentiero attraverso un breve tratto di bosco, bellissimo, verde, come piace a me. Poi fu il turno della roccia e poi di nuovo di un bosco fatto di noccioli e querce. Poi un prato e poi lo strapiombo come se fosse un immensa scogliera nordica.
Invece del mare, davanti a me, c’era la verde distesa del ginepreto, e poi prati, qualche casa. Poi le montagne più alte e fu lì che persi del tutto il mio pregiudizio alpino e lasciai entrare quei luoghi nel mio cuore. Gian mi raccontò di ciò che vedevo. Mi disse che davanti a me potevo trovare molti monti e che in quella direzione c’era una montagna dal nome “Libro Aperto“. Mai pensai ad una montagna dal nome più bello.
Quel giorno mi regalò un’emozione tipica di ciò che sta a Nord e di ogni montagna: il tempo mutevole, illeggibile, imprevedibile. Proprio come fossimo sulle Highlands… a modo loro delle Highlands in provicia di Reggio perché è così che mi piace definirle. Impervie, resistenti, antiche e piene di cose da dire.
Nascoldiglio di popolazioni, culla di donne immense come Matilde, ispirazioni per menti eccelse. Spartiacque tra due sensazioni italiane diverse: quella che sa più di Nord e che dialoga con la pianura e quella che guarda verso il centro, verso una Toscana immensamente vicina. Highlands Reggiane d.o.p. Confine … anche loro.
Bismantova sembra il nome di una pallavvolista bielorussa…ma il posto sembra proprio da visitare…aggiunto alla lista
E' vero… ha un sapore un po' straniero. Il posto merita da matti!
Ma sai che pure io ho sempre bistrattato l'Appenino? Per andare a sciare o comunque fare escursioni la meta fissa sono sempre state le Dolomiti. Solo recentemente abbiamo iniziato a scoprire l'Appenino abbruzzese.
@Scrutatrice: l'Appennino Tosco-Emiliano secondo me è magnifico. Non conosco quello Abbruzzese ma secondo me promette bene
Hai ragione Giovy: l'Appennino è bellissimo. E ancora non molto sfruttato, quindi godibilissimo.
Bismantova, poi, è affascinante.
E chissà che resti tale… 🙂
Se parli anche dell'Italia un po' di più, a me non può che farmi piacere. Ci sono un sacco di posti che ancora non conosco, ma tantissimi! 🙂
Mi impegnerò anche per questo!! 🙂
Sarà peche, come ben sai, ho la fobia dell'aereo… Ma la nostra italia è fantastica ed abbiamo dei luoghi da fare unvidia 🙂
Verissimo. E la Pietra è anche vicina!!
Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,
montasi su in Bismantova e ’n Cacume
con esso i piè; ma qui convien ch’om voli; 27
dico con l’ale snelle e con le piume
del gran disio, di retro a quel condotto
che speranza mi dava e facea lume. 30
Noi salavam per entro ’l sasso rotto,
e d’ogne lato ne stringea lo stremo,
e piedi e man volea il suol di sotto. 33
Poi che noi fummo in su l’orlo suppremo
de l’alta ripa, a la scoperta piaggia,
"Maestro mio", diss’io, "che via faremo?". 36
Ed elli a me: "Nessun tuo passo caggia;
pur su al monte dietro a me acquista,
fin che n’appaia alcuna scorta saggia". 39
Lo sommo er'alto che vincea la vista,
e la costa superba più assai
che da mezzo quadrante a centro lista. 42
Grande Agnes!! Grazie per la citazione…
Sai io spesso mi sento carente in quanto a viaggi "italiani"… non so perchè ma vengo spesso attratta dall'idea di gironzolare oltre-confine!
Oltre confine certe cose sono più semplici e affrontabili, come il fatto di spostarsi con i mezzi pubblici.
L'italia è veramente bella. Peccato che non renda secondo le proprie possibilità