
Giusto perché oggi nevica, mi viene da ricordare un giorno particolarmente rovente). Quando andai in Egitto, volli andare a tutti costi al Cairo. Mi sembrava una cosa obbligata, quasi a voler legittimare la mia presenza in quella nazione dalla storia tanto immensa.Avevo due grandi desideri: vedere la città più popolata d’Africa e trovarmi poi al cospetto di quei monumenti così ancora misteriosi chiamati Piramidi.
Quando arrivai al Cairo era mattino presto e il caldo non si era ancora impossessato di ogni angolo della città.
In primis rimasi nella parte medievale e storica di quella grande città e, quando il sole scottava ben bene, me ne andai su di un autobus verso Giza, o come si dice in Egitto Al-Jizah. Dentro la mia mente di bimba viaggiatrice, le Piramidi si dovevano trovare in una distesa immensa di sabbia color oro. Al cospetto delle Piramidi la città doveva essere solo un ricordo lontano.
La mia visione immaginaria era supportata dalle milioni di fotografie o puntate di Voyager che i miei occhi avevano colto in pieno in tutti gli anni della mia vita. Quando arrivai a Giza, che altro non è che un sobborgo de Il Cairo, viaggiavo con l’autobus attraverso un viale a due corsie. Ad ogni lato del viale c’erano delle file di case.
Osservavo quelle case distrattamente dal finestrino dell’autobus quando scorsi con la coda dell’occhio qualcosa di più maestoso. Erano le Signore Piramidi. A mia sorpresa si trovavano appena dietro alle case.
Non appena riuscii ad elaborare quell’immagine, restai impalata attaccata al vetro del mezzo di trasporto che mi conteneva. Restai lì e pensai immediatamente che c’è chi apre le finestre e vede il proprio vicino; c’è chi le apre e vede le montagne e c’è chi le apre e si trova quei colossi davanti agli occhi. La loro vicinanza al centro abitato mi sorprese e non poco. Quasi quasi ci restai male perché volevo il nulla, il deserto e la vastità. A dirla tutta, non restai proprio a bocca asciutta perché quelle cose che tanto volevo c’erano… bastava solo guardare le piramidi dal lato opposto a quello di approdo al sito archeologico. Ecco perché tutti i servizi fotografici e televisivi mostravano le Piramidi inserite nel deserto.
Hanno il deserto dietro e la città davanti. Il segreto è tutto qui. Scesi dall’autobus e mi avvicinai a loro con un certo senso di ammirazione mista a soggezione. Dentro di me non riuscivo a credere di essere lì, in quel luogo tanto agognato, studiato, conquistato, voluto, depredato. In quel luogo che si difende a suon di maledizioni ed anatemi. Rimasi in piedi davanti al loro per un po’, osservandole come si osserva un’opera d’arte. Perché loro sono un’opera d’arte vera e propria, sono un’opera di precisione e magnificenza assoluta. Le avevo viste mille volte in tv o sui giornali … ma quelle mille non bastarono a togliermi lo stupore che provai quel giorno. Osservai ogni singola pietra della piramide di Keope, ogni singolo angolo era perfetto, intagliato come nemmeno oggi si riesce a fare.
Osservai quei massi enormi e mille punti di domanda si sovrapponevano nella mia testa. Non erano bastate tutte le cose che avevo sentito e letto, i dubbi lì davanti imperavano come non mai perché una tale perfezione non può essere umana. E se è davvero umana, l’Uomo è grande, l’Uomo è tutto, l’Uomo è perfetto. E allora mi chiesi come mai tutta quella perfezione se ne sia andata nel corso dei secoli. E dove sia andata. Mi chiesi che cosa prese il posto della perfezione e della ricerca di essa dentro la mente di alcuni uomini. Mi perdevo e mi piaceva essere persa lì davanti. Mi innamorai degli angoli di quelle piramidi e del loro colore dorato. Il loro riflettere al sole aveva in se tutta la magia possibile.
Quello che imparai quel giorno è che non importa quante volte ascolterai racconti di Piramidi, Faraoni, corrispondenza con la cintura di Orione o invasioni aliene di 5000 anni fa. Quello che imparai è che davanti a Loro Tre sarai vittima di un incantesimo chiamato ragionamento. Sentirai le tue rotelle girare vorticosamente e ti sentirai volare dentro a tutto quel girare. Forse era solo il sole che mi batteva in testa. Forse erano solo quei 45° gradi di quel pomeriggio di Giugno, al Cairo, al cospetto di Keope e dei suoi amici.
…. non è stata sicuramente opera nostra…. 🙂
Obviously…
Che bello l'Egitto… Quando (e se) percepirò una busta paga e potro (ri)permettermi di andare in ferie, accontento Roby e ci andiamo. Allora ti chiederò consigli…
SMACK
L'Egitto è meno caro di quel che si pensa… attendo il momento in cui mi chiederai consigli! 🙂
Ci sono stata (insieme a mio marito) nel 2000, ritornata nel 2002 poi ancora nel 2004 ospitate a casa della guida che ci ha accompagnato….è rimasta la voglia di tornarci…forse adesso non è consigliato andarci….Scrivi ugualmente i tuoi consigli, facci sognare tu Giovy !!!! Anna Saragoni
http://www.youtube.com/watch?v=dT2-sr_MUgE
Mi piacciono i Vallanzaska
Uh, belle le Piramidi, che fascino, piacerebbe anche a me vederle!
Quei 45° però…
I 45°si sentono ben poco…
Le Piramidi..trovarsi al cospetto di una delle 7 Meraviglie del mondo antico deve mettere proprio in soggezione..che voglia di andare al Cairo!
E allora parti!!! 🙂
Potessi lo farei, stanne certa…
Cavolo, questo post non avrei dovuto leggerlo… Un viaggio in Egitto è la cosa che desidero di più al mondo *.*
L'Egitto è più vicino di quel che si pensa…