Nei giorni scorsi ho recuperato un cd con alcune foto che erano presenti nel mio vecchio pc. E mi è tornata in mente quella giornata che passai ad Oostende, in Belgio, in attesa di prendere il traghetto per l’Inghilterra. Mi è tornato in mente quel giorno perché, per la prima volta, mi resi conto che dentro un panino col salame ci poteva stare benissimo anche il burro.
Mi sono guardata e riguardata cercando di scorgere quei dieci anni passati da quegli scatti. Forse ho solo un po’ i capelli diversi ma sono sempre io. Una mia collega mi ha detto che ho i lineamenti fini da ragazzina. Un’altra volta mi sono sentita dire di essere fisicamente intrappolata dentro i miei vent’anni e guardando quelle foto mi viene da dire che è così. Dovrei andare a recuperare le mie foto da quattordicenne perché quando penso ad Oostende penso ai miei 14 anni e a quell’estate del 1992 che mi ha visto molto sbrindola.
Quando passammo la frontiera osservai i funzionari di confine quasi delusi del non poter fermarci e controllare ogni minimo oggetto presente su quel bestione che ci stava portanto verso nord. A tal proposito avrei proprio voglia di vedere Niente da Dichiarare, film del geniale Dany Boon che racconta della depressione del doganiere dopo il trattato di Maastricht. Io osservavo la strada e lo scorrere dell’Europa dal camion di mio fratello e, arrivati in Germania, fui anche utile perché parlavo già un buon tedesco.
Nello scriverle, riconosco l’ingenuità di una bimba cresciuta in queste domande ma davvero io non sapevo cosa ci fosse in Belgio. Mio fratello mi rispose perentorio che il Belgio è brutto e ci sono tanti campi, tante mucche e tanti industria. Io di campi e mucche ne vidi molte e identificai dentro la mia mente quella nazione con le piccole casette dal tetto grigio che notavo lungo la strada. Quanto si sbagliava sul fatto che il Belgio è brutto. Il Belgio è bellissimo!
In quei giorni capii che una delle differenze maggiori tra uno stato e l’altro è l’archittetura delle case. Sparivano le frontiere ed io avevo bisogno di mettere delle definizioni fisse dentro di me. In Italia le case sono così, in Francia così, in Germania così: la mia Europa era distinguibile dalle case. “Il Belgio ha le case di color grigio“, dissi a mio fratello. Lui si voltò e mi fece la linguaccia. Gli scattai una foto che ora conservo nell’album dove ci sono io da bimba, in tutte le salse. L’altro giorno ho rivisto quella foto e mi sono detta che tutto quello che si vede dal finestrino era quel Belgio senza la frontiera che tanto mi impressionò quel giorno.
“Ma come… ste case sembrano come quelle dell’Olanda!?“, ripetevo tra me e me anche se l’Olanda non l’avevo ancora vista sul serio (ma nei libri sì). Oostende è fiamminga e la spiegazione è bella che fatta. Mio fratello sbrigò le pratiche per l’imbarco abbastanza in fretta. Mi lascò vagare per la banchina del porto un po’ ed io gironzolavo guardando ste casette e sto canale pieno di barche. Mi sedetti su di un ormeggio e lo aspettai. Nel frattempo notai un’altra cosa che differiva dall’Italia: i Gabbiani che lì erano cicciosissimi e mille volte più grandi dei nostri italiani. Ovviamente non sono realmente mille volte più grandi … ma quasi il doppio sì.
Mio fratello tornò da me e mi disse che verso sera saremmo saliti sul traghetto che ci avrebbe portati a Dover ed io, col pensiero, già pregustavo la visione delle Bianche Scogliere di Dover. Michi mi portò un panino col salame. Sarebbe stata la mia cena ed io non vedevo l’ora di gustarmelo. Lo morsi con voglia e gusto e, con mia sorpresa, ci trovai dentro il burro. Mi sembrò, in quel momento, una cosa così esotica da mettere almeno miliardi di km mentali tra l’Italia e il posto dov’ero. In primis mi sembrò assurdo e anche un po’ schifino. Poi diedi un altro morso e, con la luce di una sera sul mare del Nord, mi sembrò tutto buonissimo e stupendo.
qualcosa più di quattro anni di Belgio e ancora ad Ostenda non ci sono stato (e dubito che ci andrò, a questo punto)
dipende dalle zone, ma il marrone dei mattoncini è molto più diffuso del grigio…in ogni caso tutti colori allegri che si intonano perfettamente con il cielo tipico di queste parti
@Stealthisnick: dai dai … un giretto ad Oostende… così poi me la racconti tu!! 🙂
Ecco vedi???
Mi son perso un poco di giorni… Ma ho recuperato…
Come potrei senza "viaggiare con te" leggendoti???
Che meraviglia… Non sarebbe un buon inizio di giornata!!!!!
Sono ancora fuori fase dai festeggiamenti!!!! Sai… Ho una certa!!!!!
Appena mi riprendo torno in forma smagliante… PROMESSO!!!!
Buona giornataaaaaa!!!!!
@Devis: il problema non è l'età… è che lavori troppo!! 🙂 un abbraccio grande a te!
Il fascino della vecchia Europa, secondo me non ha paragoni…dev'essere un bel posto Ostenda!
Bacetti cara!
@Miss Fletcher: Oostende infatti mi farebbe venire in mente Poirot che va al mare… 🙂
Giovy, ti invidio perchè hai viaggiato molto e sei in grado di parlare il Tedesco. Purtroppo quella lingua non l'ho mai studiata…
@Niko: ti ringrazio. Cmq il mondo non scappa e il tedesco è sempre lì. C'è sempre tempo, no? 🙂
Non l'hai più mangiato il panino burro e salame?
Mi piacerebbe sapere se ti è piaciuto per la fame o proprio per il gusto.
Io l'ho assaggiato, ma non è proprio il mio tipo 🙂
@MM: certo che l'ho mangiato di nuovo. E mi piace moltissimo! 🙂
ho preso un'acquata in Belgio in moto che ancora me ne ricordo. e ho dormito in un posto fantastico del quale però non ricordo assolutamente il nome. la mia memoria fa acqua anche al di fuori del Belgio.
Ho il pane, ho il salame, ho il burro: stasera mi levo uno sfizio esotico.
Già a 14 anni promettevi bene tu! Sappi che esiste chi ha il problema inverso. Chi a 30 anni ne dimostra 40. -.-"
…solo l'inizio??? io un giro così me lo faccio in tre estati diverse! Beh, complimenti 😀
P.S. dopo tre anni di tedesco già già riuscivi a parlarlo bene? Io sono cinque anni che lo studio ma trovo ancora difficoltà ad esprimermi…
@Hombre: devi farmi sapere se l'abbinamento burro-salame ti è piaciuto! 🙂
@Matteo: è vero… c'è gente che ha sempre il viso adulto. A volte può essere un bene però!
@Scrutatrice: già, era solo l'inizio. Probabilmente ho il tedesco dentro perchè me la cavavo già benissimo. In realtà a cinque anni sapevo già presentarmi… ma questa è un'altra storia. 🙂