
Ebbene… ero tutta imbaccuccata nel piumino con tanto di sciarpa, berretto, guanti e cappuccio addosso (senza contare che sotto avevo il pile, la maglia pesante, la canottiera di lana, calzamaglia, jeans e doppio paio di calze negli anfibi) quando mi girai e vidi un termometro segnare -28. Potevo sentirmi quasi realizzata e in quel momento mi dissi nel profondo del cuore quanto fosse facile tollerare certi freddi quando non sono umidi. Stavo camminando in discesa per tornare da Buda verso Pest ed era tardo pomeriggio, già buio. Camminavo tranquilla in quel freddo che sentivo tanto mio quando si alzò un vento che spirava esattamente nella nostra direzione. Lì capii che il vento a trenta gradi sotto zero è tagliente quanto mille coltelli sho-gun con tanto dell’aggiunta dello chef Tony. Fu una questione di pochi minuti ma mi tagliò la faccia.
Le mie guance da Heidi reagirono diventando vermiglie all’ennesima potenza. Chiusi tutto quello che potevo chiudere e lasciai fuori solo gli occhi. Con un freddo così, camminare diventa un imperativo e fu così che, passo dopo passo, raggiungemmo Andrassy Utca, viale dedicato al grand conte Andrassy … sempre per tornare in tema Sissi. L’unica cosa che in quei viaggi appresi della lingua ungherese è che ut vuol dire via e utca vuol dire viale.
Altro non chiedetemi… l’ungherese è parente del finlandese e del turco. Si capiscono solo tra loro.
Cosa si fa in Andrassy utca (ovvero a Pest)? Ma si va a mangiare una specialissima fetta di Sacher da Lukacs! Trattasi di uno dei café più Wiener style … trattasi di uno di quei posti in cui si sente ancora lo sbarluccicare dell’impero Austro-Ungarico. E se c’è una cosa che gli ungheresi hanno imparato benissimo dai viennesi … beh … questa è la Sacher, che da Lukacs vi verrà servite in fette da mezzo kilo l’una. Oddio, non l’ho pesata … ma credo che, data la grandezza, ci mancasse poco. Con quel freddo le calorie si bruciano anche solo masticando sicché, subito dopo aver dato il tempo allo stomaco di affrontare la Sacher, ci siamo diretti alla ricerca di un Gulash d.o.c.
E quando affronterete il freddo ungherese capitete quanto sia importante che il gulash sia piccantissimo. Così fu il nostro, consumato allegramente in T-shirt (lo sbalzo di temperatura tra dentro e fuori gli edifici è imperiale), in quel di un ristorante chiamato Belvarosi Lugas Etterem (dove etterem credo sia ristorante…ecco so un’altra parola di ungherese). La paprika mi fece perdere la sensibilità al sapore della birra ma, grazie al cielo, fu fedele compagna nell’affrontare nuovamente quel vento a trenta gradi sotto zero che tanto volevo conoscere. Il giorno dopo replicammo col Gulash, ma questa volta approfittammo allegramente del mercato coperto di Budapest, luogo perfetto per trovare un ricordino da portare a casa e per recuperare giusto quel kiletto di paprika che ognuno di voi vorrà acquistare. Almeno per noi fu così. Per trovarlo scendete a Fovam Ter (ecco… Ter vuol dire piazza, ne so un’altra).
Ma che meraviglia!!!! Direi… Magico ecco! Un viaggio che farei molto volentieri (e con la possibilità di andarci senza aereo).
Grazie… In questa pausa con intristissimo panino in fiera mi hai dato un sogno… Ti abbraccio forte!!!
@Devis: grazie! 🙂 E' vero che si può raggiungere in auto, anche se la strada è un bel po' lunga e non priva di avventure.
Infatti non perderti il post (che scriverò prima o poi) a riguardo del mio ritorno da Budapest.
Ciao e non lavorare troppo! 🙂
i tuoi post sono già belli che pronti per la pubblicazione, se fossi un editore ti scritturerei subito e ti metterei alla scrivania a scrivere le tue mirabolanti memorie, vere e fanta.
Così ti stai un po' ferma! 🙂
Hai ragione, certi post sono da inverno, come questo! Sai cosa mi piacerebbe Giovy? Che tu mettessi qualche foto dei tuoi viaggi! Chissà quante ne hai e che belle sono!
Baci!
@Hombre: Grazie Hombre!! Ma io ferma non ci so stare!! 🙂
@Miss Fletcher: Alcune foto (lo indico) sono mie o di Gian… per le mie dovrei fare un'immensa opera di digitalizzazione visto che fino ad un tot di anni fa non volevo sentirne parlare di macchina fotografica digitale. Ma prima o poi mi ci metto … e poi non avrete tregua!! 🙂
L'Ungheria è la mia prossima tappa!!! *_* No sul serio non ci sono mai stata e ho previsto di andarci durante la pausa natalizia!
@Godot: cara Godot … allora vivrai anche tu un bel freddino. Sarà bellissimo, vedrai. L'inverno è il vestito adatto per Budapest.