Pensavo ai retaggi che i viaggi ci lasciano. Tipo quella ricetta, quel sapore, quel modo di dire… o quel qualcosa che ti ha accompagnato durante il viaggio come una canzone, una pubblicità o simili. Domenica pomeriggio, in preda alla digestione, ho visto che trasmettevano un film dal nome Merlin. Niente di che… ma due cose mi sono rimaste in mente: l’attendibilità dei costumi e della storia e i paesaggi che urlavano a pieni polmoni Snowdonia (e avevo ragione)
Per la prima volta ho visto Uter Pendragon avere risalto nelle vicende arturiane. In secondo luogo ho visto finalmente dei costumi coerenti con l’epoca (Gian mi ha fatto notare questa cosa) in cui, di norma, la storia si svolge. Niente armature da cavalieri ma qualcosa che ricordava di più i centurioni romani.E, sorpresa delle sorprese, era davvero così in quei tempi.
Ricostruzioni a parte, ciò a cui ho maggiormente pensato (il film lascia il tempo che trova) è Seven Ages of Britain.
Ho scoperto questo programma che racconta, per l’appunto, la storia dell’Inghilterra divisa in sette principali ere su un canale del digitale terreste Inglese, Yesterday, e con esso ho scoperto l’immenso David Dimbleby… che io chiamo comunemente Professor Dimbleby perché ha, nel suo modo di raccontare, un qualcosa di solenne. Seven ages of Britain è uno di quei mitici ricordi che mi sono portata a casa dalla prima estate gallese.
La sua messa in onda ha seguito lo spostamento mio e di Gian e ci piaceva così tanto chiederci chissà cosa ci avrebbe raccontato Dimblely in quel giorno. Ascoltare le parole di quell’uomo ha confermato una cosa che albergava già in me: gli Inglesi odiano essere conquistati e gli anni con un doppo 6 aiutano i conquistatori: 866 arrivano i Vichinghi; 1066 ecco a voi la Battaglia di Hastings.
Dietrologia e numerologia a parte, mi trovo ora a riflettere sulla qualità che certi programmi hanno Oltre Manica e quella che invece viene proprosta di casa nostra. Il povero Minoli è relegato nel suo sgabuzzino nel sottoscala, rigorosamente senza finestre. Chissà per quanto potrà resistere là sotto e chissà mai se gli daranno nuovi fondi (ma quali??) per produrre qualcosa di nuovo sui giorni che viviamo e su tutti quelli che l’italica penisola si trova in saccoccia. Ripensando al mio amato Professor Dimbleby ritrovo però una passione diversa dai divulgatori di casa nostra. Se vogliamo, per caratteristiche anagrafiche, possiamo avvicinarlo a quel highlander di Piero Angela, ma lui ci mette una verve tutta sua.
Aldilà del puro nozionismo storico e cronologico tipico dei programmi di storia, Dimblebly prova a raccontarci tutto ciò che riguarda la Britannia come un eterno fil rouge che lega ogni evento. Ed evita di dirci cose che sappiamo già come il luogo di una tal battaglia o la sua data. Lui parte da un oggetto (un libro, un’iscrizione, un albero, un sentiero) e trova dentro di esso la storia che vuole raccontarci perché, come è spesso vero, certe cose sono capaci di racchiudere in se stesse più epoche. La storia sentita con la sua voce riesce a portare il comune dentro allo speciale. E non il contrario. In questo modo sembra quasi aiutare lo spettatore a domandarsi quanta storia ci potrebbe essere nel pub sotto casa o semplicemente in quello stendardo che viene appeso in chiesa.
Dimbleby riesce a fare tutto questo con una sintesi fascinosissima (forse per il suo accento) che, dalle nostre parti, è trovabile solo nel mitico Philippe Daverio. Insomma… un programma così a noi manca. E manca anche il fatto che venga messo in onda alle 22.00 quando, nei nostri canali italiani, la storia è relegata alle 9 del mattino o verso mezzanotte. Sarà forse perché gli Inglesi non temono l’analisi dei loro eventi mentre noi Italiani sì? Ai posteri l’ardua sentenza.
Quello che posso dire io è che ogni volta che penso generalmente alla Storia, sento dentro di me anche la voce di Dimbleby e rivedo nella mia immaginazione tutte le sue sette ere di Britannia. Facendo questo, fantaviaggio … e la cosa è impagabile. In sette puntate sono stata a cena con Guglielmo il Conquistatore (questo bricconcello), ho parlato con Thomas Beckett e me ne ha raccontate di ogni. Sono poi stata ammessa al cospetto della Grande Elisabetta I, regina senza precendenti, e ho potuto osservare l’operato di quel folle di Cromwell. Ho visto Adam Smith scrivere i suoi trattati di Economia e ho preso il tea con la Regina Vittoria, proprio mentre si innamorava del suo Albert. Ho conosciuto poi Giorgio VI e ho visto Elisabetta II giocare con le bambole. L’ho rivista poi dialogare con la Thatcher e, mentre i Clash cantavano London Calling, io mi sono chiesta quanto possa essere impagabile avere una fantasia così vasta e leggera da lasciarsi prendere per mano in quel modo.
Grazie Professor Dimbleby! Se viene in Italia, mi scriva.
Buongiorno carissima!
Oggi niente viaggi… Ovvero: dietro a questo post ci sta tutta l'immaggine dell'inghilterra che, sinceramente, ci andrò prima o poi… Devo assolutamente farlo questo viaggio. Anche perchè, diciamolo, chi c'è stato mi ha sempre narrato meraviglie, quindi… Partenza!!!!
Ciao carissima, ti auguro una favolosa giornata :-*
@Devis: Quello fatto grazie a Dimbleby è un grande viaggio ed ha il grande vantaggio di poter essere reperito su YouTube! 🙂
Fantastico come Dimbleby riesce a spiegare secoli di storia con tre o quattro oggetti. La cosa che mi è piaciuta di più, e che spiega come i Britannici non abbiano paura dei confronti, è stata la lettura di una scultura romana, dove un soldato invasore calpesta una donna britannica. Il commento è stato: "Così è iniziata la Britannia". Mirabile. Forse anche noi in Italia avremmo tanto da raccontare ma i programmi di storia contemplano solo Hitler, Mussolini e Roma antica. Ancora una volta, Britannia rules.
P.S. Uter si scrive Uther 🙂
Hwyl Fawr!
@Arthur: Cymru am byth! Davvero mirabile e grazie per aver portato qui una bellissima calendula! 🙂
Grazie per la correzione di Uther… lo sai che faccio sempre disastri!!
Rwyf wrth fy modd i chi gymaint 🙂
Che bello fare queste scoperte, eh?
Se lo paragoni a Philippe Daverio deve essere davvero eccezionale…sarei curiosa di seguirlo e farmi portare per mano, come hai raccontato tu…
@Miss Fletcher: prova a cercarlo su YouTube. Fortunatamente ci sono anche spezzoni lunghi di programma! 🙂 E' davvero fantastico!