Sottotitolo: cinque disgraziati che visitano per caso un’isola in Finlandia. Capita di finire a Nord del golfo di Botnia, quel pezzo di mare nordico che divide Svezia e Finlandia. Di per sé, quell’anno, il web non forniva moltissimi spunti e aiuti come fa ora. Io e i miei compagni di viaggio ci siamo affidati ad una notissima guida, dato che tutti noi eravamo neofiti della Scandinavia. Ed eccoci là, approdati ad Oulu. “Cosa si fa?”
Oulu è uno di quei luoghi che d’estate adori e che, forse, d’inverno, magari ami un po’ meno. A meno di non essere la sottoscritta. Oulu è una città universitaria che d’estate si accende di luce e cose buone da mangiare. Ma tutto finisce lì, almeno così è stato durante quell’antico viaggio. Nacque quindi l’esigenza di trovare qualcosa da fare in zona e leggemmo sulla notissima guida che, di fronte alla città, c’era un’isola di nome Hailuoto. La guida diceva, inoltre, che si trattava di un posto piccolo e da girare a piedi. Aggiunse poi delle parole spettacolari: il traghetto era gratis.
Eccola lì la parolina magica, magica all’ennesima potenza dopo una vacanza fatta al super risparmio. Non ragioniamo sul fatto che gli italiani messi assieme alla parola Gratis di solito producono danni. Cosa ci poteva fermare a quel punto? Niente e nessuno. La voglia di scoprire qualsiasi pezzo di Finlandia era più grande di qualsiasi tipo di ragionamento così, il mattino dopo, ci mettemmo in testa di raggiungere Hailuoto.
Ci recammo al porto dove, rispettosamente in fila, c’erano un bel po’ di macchine carichissime di ogni genere di cosa: mobili, cibo, motori… e la nostra curiosità verso quell’isola aumentò a dismisura nel giro di un secondo. La traversata in traghetto durò poco e fu piacevole solcare il Golfo di Botnia. Noi continuammo a chiederci come mai tante macchine e nessun turista visto che sulla guida c’era scritto che era tanto bella.
Arrivammo sull’isola aspettandoci di trovare qualcosa di piccolino girabile a piedi (stando alla guida) ed invece ci trovammo di fronte ad una strada inmmensa e nessuna possibilità di vita per noi poveri viaggiatori. Che fare? che non fare? Torniamo indietro? In quel momento si fermò di fianco a noi 5 un signore conosciuto sul traghetto. Sembrava Hulk Hogan sul furgone dell’A-Team. Ci caricò sul furgone e ci portò al centro dell’isola dove c’erano i boschi più belli. Prima di scaricarci ci disse che sarebbe stato bello anche raggiungere l’altro lato dell’isola, dove c’erano le case dei pescatori.
Accettammo il consiglio, in qualche modo avremmo fatto. Passammo la mattina a vagabondare per boschi e prati in un’atmosfera irreale a dir poco perché le uniche auto dell’isola erano quelle che avevamo incontrato sul traghetto e pertanto ci si poteva stendere in mezzo ai prati senza che nessun rumore ci disturbasse. Tornammo bambini in quel mattino.Si giocò a nascodino e a strega comanda colore… potevamo vagare ovunque indisturbati vantando come unico incontro quello con le renne che vivono libere su quel territorio.Sembrava l’ennesima riprova che il paradiso in terra esiste. E si può toccare. In Finlandia certe cose diventano possibili. Trovammo un piccolo market, comprammo quello che continuavamo a chiamare prosciutto di renna ma che in realtà era l’insieme di non si sa che cosa. Il Finlandese è una lingua impossibile… io cercavo di richiamare alla mente qualsiasi appiglio germanico e leggevo le etichette in Svedese, perché quasi tutto è sempre bilingue in Finlandia. I risultati erano però pochi ma era meglio che niente.
Quel giorno avremmo potuto mangiare anche aringhe vive che non ce ne sarebbe importato niente. Finito il nostro pranzo, ci stendemmo in mezzo ad un prato e restammo lì a poltrire finché non fu ora di metterci in marcia per quella che avevo definito l’altra parte dell’isola. Oggi so che si chiama Marjaniemi (come un posto vicino ad Helsinki). Grazie Google. Camminavamo tranquilli perché non ci potevano essere sensazioni brutte dentro di noi in una cornice così. Poco dopo scoprimmo che il paradiso ha un gemello. E quel gemello era la zona di Marjaniemi. Casette rosso-bordeaux ai bordi di una spiaggia totalmente ventosa. Ai bordi di essa, quattro pale eoliche contribuivano alla bellezza del luogo con un concerto speciale creato dal loro fendere il buon vento. Avevo la pelle d’ora… eravamo a pochissimi metri da pale eoliche altissime ed il loro rumore era per me qualcosa di estasiante.
Tornai bimba e mi misi a giocare con l’ombra che le pale proiettavano a terra. Saltavo al passaggio della pala proprio come si fa con le corde. Anche i miei quattro amici vennero contagiati dalla mia stupidera viaggiatrice di quell’istante. Saltammo per non so quanto. Alla faccia degli abbonamenti in palestra! Venne in nostro aiuto, per la sete che ci aveva colto, un piccolo negozietto misto bar che si trovava proprio in una di quelle casine rosso scuro. Entrammo dentro e ci prendemmo l’unica ed inimitabile Lapin Kulta, la sola birra che fa un grado più dell’acqua e ti manda a far pipì non appena la deglutisci. Però dopo tutti quei salti ci stava bene. Quel posticino pullulava di foto di partite di Hockey su Ghiaccio (non c’è cosa più facile in Finlandia, assieme allo sci fondo). Tommy, uno dei miei amici, notò il bronzo dell’Olimpiade di Nagano e chiedemmo alla ragazza che ci diede la birra come mai aveva la medaglia lì. Quella medaglia era sua e orgogliosa ci raccontò il momento della premiazione. Lei tornava tutte le estati ad Hailuoto perché era casa sua. D’inverno andava in Canada a giocare. Lavorava lì perché le piaceva. E perché l’aveva sempre fatto. Punto.
Che incontri strani si fanno a volte! In viaggio è la cosa più bella che possa accadere. Poco dopo ci accorgemmo che era arrivata l’ora di mettersi in marcia verso il porto e non so quanta strada avremmo dovuto fare. Eravamo un po’ in pensiero anche se i traghetti per tornare sulla terraferma erano tanti e non ci sarebbe stato nessun problema. La strada cominciava ad essere tanta e decidemmo di fare l’autostop. “Ma chi ci carica che siamo cinque e soprattutto … hai visto macchine passare?“
Questa fu la domanda di tutti. Mentre ci interrogavamo sul nostro destino, arrivò un’utilitaria con dentro il parroco dell’isola. Incredibile ma vero!! Scese un uomo che aveva tutto tranne che del parroco. Io e la mia amica Betty sorridemmo e lo definimmo come il nostro Padre Ralph con l’aggiunta del fatto di essere protestante (quindi poteva sposarsi) ma con l’attenuante che riguardava i suoi bellissimi due bimbi. Quell’utilitaria rossa era infatti provvista di due bei seggiolini. Il parroco ci chiese, in perfetto inglese, se volevamo un passaggio ed io gli chiesi allo stesso momento se fosse capace di far miracoli perché cinque noi e uno lui… non c’entravamo nell’utilitaria rossa.
Ed invece ci riuscimmo. Ridemmo tutti e sei come matti fino al porto. Ad ogni curva era un’incognita. Io davanti con i seggiolini in braccio. Gli altri quattro ammassati dietro.Fu un incontro bellissimo che, da solo, poteva sugellare una giornata a dir poco irreale. Era ormai sera e il traghetto stava rientrando nel porto di Hailuoto. Salutammo Padre Ralph e ci avviammo verso l’imbarco.
Fu in quel momento che il nostro amico Ombri pensò bene di sentire il bisogno di appartarsi causa pipì. Il traghetto stava partendo … “Ombri, corri … muovitiiiiiiiiiiii!!” Salì sulla barca all’ultimo secondo. La sirena annunciò la partenza e noi ci godemmo il golfo di Botnia con tutta la poesia possibile. Tornati a terra ci dicemmo di aver vissuto una giornata splendida. Unico disclaimer: scrivere alla società della guida per indicare che Hailuoto è un po’ grande per girare solo a piedi!
Se amate il vento e il nord più nord del mondo, se adorate l’ipnosi delle pale eoliche di terra e di mare, fate un giro ad Hailuoto. Se incontrate Padre Ralph salutatemelo!
Sì, in effetti il finlandese dev'essere un po' ostico, ricordo il nome del famoso vulcano…mille consonanti ammassate una dietro l'altra!
Che bella escursione in quell'isoletta, fai sempre scoprire posti particolari, Giovy, sei un mito!
Bacio!
Beh, non si può certo dire che quell'isola fosse "tutta vita"! 😀
Buongiorno 😀
Nei miei ricordi c'è un cartone filandese bellissimo e mi è tornato in mente leggendoti 😀
Che bei ricordi!!!
Un abbraccione favoloso e buona giornata 😀
@Miss Fletcher: il vulcano era islandese e difficilissimo. Il finlandese è mille punti di difficoltà più su 🙂 Grazie per avermi detto che sono un mito… Un abbraccio a te!
@Matteo: l'isola era tranquillissima ma racchiudeva una vita spettacolare.
@Devis: se ti riferisci a Memole sappi che ho pensato a quel cartone in ogni momento di quella vacanza! 🙂
Norđr à ydr alla… Non è finlandese ma rende l'idea.
@Arthur: per l'appunto! 🙂
E rilancio con Olen iloinen saadessani lukea sinua.
Grazie Giovy! Come sempre mi hai fatto conoscere posti bellissimi!
Appunto!!!! Allora la mitica Memole l'hai vista anche tu!!!! XD
che meraviglia allora!!! Adoro ancora di più il luogo!!!!!
@MM: Grazie a te per passare sempre di qui!
@Devis: eh certo. E poi io sono buffa e piccola e faccio sempre disastri: Ti ricorda qualcuno? 🙂
Oh mamma! E lo che è in Islanda! E' che io quando sento Finlandia, penso sempre a quell'altra, l'Islanda…chi lo sa perché, avrò un neurone che funge male!
Però in effetti mentre scrivevo pensavo..isolette in Islanda??? Che poi magari ci sono, ma non come in quell'altra, la Finlandia…che anche lì la lingua è piuttosto ostica con le k doppie e tutte quelle u!
Perdona la povera Miss Fletcher per l'errore!
@Miss Fletcher: Non c'è niente da perdonare! E' bello confondere gli stati!! 🙂 Io ad esempio confondo sempre la Lettonia e la Lituania! 🙂