
Un post della bravissima Miss Fletcher mi ha fatto pensare al perché io sono andata due volte al Père Lachaise. Al perché dopo Paul Eluard, si intende. La prima volta fu in un caldissimo Luglio. Mai andare a Parigi in Estate. Fa caldo malgrado la nordica posizione. I viali di Parigi sono immensi e non sempre gli alberi fanno ombra. Parigi è immensa e fa caldo anche dentro a Notre-Dame. No no … meglio la seconda volta… quando sono approdata nella Ville Lumière in un bellissimo Ottobre.
Ottobre sì che è il mese giusto per Parigi! Le foglie dei tigli sugli Champs Elysées sembrano uscite dagli occhi e dalle mani dei migliori impressionisti. La luce autunnale è perfetta per godersi tutto e Parigi sembra la Parigi raccontata da Balzac o Zola. Già … Ottobre è il mese di Parigi. Il primo dovere parigino da assolvere (per la sottoscritta) è rendere omaggio al grandissimo Victor Hugo e al suo capolavoro numero uno Notre-Dame de Paris. Dimenticatevi la Disney e soprattutto Cocciante, entrate a Notre-Dame pensando solo a ciò che il grande Uomo Victor Hugo scrisse:
Ananké … già. Provate a cercarla! Reso omaggio al grande Victor, di cose da fare ce ne sono così tante da non farsi bastare un mese. Quel giorno di Ottobre, dato che le mie compagne di viaggio non erano mai state là, decidemmo di perlustrare il Père Lachaise. “Non ditemi che volete andare da Jim Morrison“, dissi loro pur sapendo già la risposta.
Il bello di un luogo come il Père Lachaise è che entri pensando ai Doors ed esci di corsa perché vuoi andarti a comprare il Père Goriot di Balzac. Dico la verità, a Jim ho buttato un occhio anch’io dicendo tra me e la tomba “raccontala tutta vecchio mio, tu non sei lì dentro… sei ai Caraibi che ti sfondi di mojitos con la tua amica Janis Joplin”. Elvis nel mio immaginario, invece, fa gli hamburger.
Senza nulla togliere al frontman dei Doors, quel luogo pullula di menti eccelse e persone immense: Balzac stesso, Proust, Eluard (appunto), Edith Piaf, Sarah Bernhard e potrei andare avanti per ore. Già, perché mettete in conto almeno 3 ore buone se avete le idee chiare su chi andare a trovare. Almeno 4 se pensate ad una passeggiata random in tutto silenzio e bisbiglii. Ovviamente, munitevi di cartina perchè, ripeto, è immenso.Troverete tantissimi omini pronti a venderla all’entrata del cimitero… e troverete anche i fiori. Come me in quell’Ottobre.
Anni fa sono stata capace di portare i fiori a Foscolo in quel di Santa Croce a Firenze.Quel giorno non potevo esimermi da rendere omaggio a qualcuno che avevo riscoperto da poco: Abelardo ed Eloisa. Lui letterato-filosofo-religioso-luminare-del-sapere; lei una donna immensa… avanti anni luce rispetto al periodo in cui è vissuta. Un amore impossibile o, meglio ancora, impossibilitato dagli eventi e dalle propulsioni del cuore e della mente. Se non l’avete mai fatto, leggetevi le loro lettere… quelle originali con il testo latino a fronte, spogliate da ogni commento o romanzo che vi si possa costruire attorno.
Ritroverete un sentimento completo fatto di intelligenza e passione. Ritroverete la perfezione dello crescere assieme e del volersi ubbidire l’un l’altro in nome di ciò che immensamente grande ci sovrasta e di ciò che ci avvolte. Sono stata capace di commuovermi quel giorno davanti alla loro tomba dove finalmente si sono potuti ritrovare ed eternamente amare. Non me ne voglia Shakespeare (che adoro con tutto il mio cuore e al quale prima o poi porterò i fiori a Stratford), ma Romeo e Giulietta sono due pivellini in confronto ad Abelardo ed Eloisa. Lo so benissimo che furono portati al Père Lachaise solo per una questione di marketing.
Il cimitero era appena stato costruito e si dovevano vendere i lotti. In pieno periodo romantico sapere di poter essere sepolti nello stesso luogo di due persone così (profondi ispiratori di moooooooooooltissime opere romantiche) avrebbe fatto vendere tutto nel giro di poco. Fu praticamente così ed io che adoro smontare l’alone di falso buonismo attorno a certe figure sicuramente tengo in considerazione anche questo fatto. A me non importa però… mi basta chiudere gli occhi e sapermi sulla linea due della metropolitana diretta al XX arrondissement per capire che in tutto l’amore del mondo c’è un fondo di eternità. Se Parigi è la città dell’Amore, questo va sicuramente ricercato sui volti di pietra di chi è stato messo vicino all’amato e può finalmente tenergli la mano.
Azz…ho subito cliccato su Abelardo e Wiki non c'è più. 🙁
Comunque mi hai fatto venir voglia di leggere le lettere.
Grazie della segnalazione.
Ci ho pensato giusto stamattina che saltano tantissimi link. Pazienza per i link.
E' il principio di fondo che salta pericolosamente.
Guarda nel mio piccolo di città europee ne ho girate, ma non sono mai stato a Parigi, e non ci crederai ma quella città esercita un magnetismo sulla mia persona davvero forte. Penso a Parigi e mi dico che devo andare. Se tutto andrà bene ci andrò a febbraio, lo so, il mese non è dei migliori, oppure a maggio vedremo. Questo post non ha fatto altro che aumentare l'impazienza:):)
Mai stato a Parigi. In realtà ho viaggiato poco nella vita, l'ho fatto spesso con la fantasia. E i tuoi racconti la aiutano.
hihihi… potrei fondare la Giovy Airlines
Concordo sull'unicità di Parigi e anche sul fatto che il mese adatto per visitarla è Ottobre (te lo dice una che l'ha visitata ad agosto!).
Ma soprattutto concordo sulla bellezza straordinaria dell'amore tra Abelardo ed Eloisa!