Premesso che a Londra ci sono stata molte volte, tutte in super economia (una addirittura in auto-gestione) e premesso che le compagnie low cost hanno portato la capitale del Regno Unito dietro l’angolo, beh… quale sarebbe la mia Londra ideale, quella in cui tornerei molto volentieri? Ultimamente, in molti anni, ho sempre evitato Londra volutamente, perché mi sono voluta concentrare su tutto il resto della Gran Bretagna. Tornerei però, eccome se tornerei alla scoperta di Londra.
Una volta uscita di lì andremmo a cercare il Gabinetto di guerra di Churchill perché lì Gian sarebbe felicissimo, e lo sarei anch’io nello scoprire ciò che la Storia mi ha solo raccontato sottovoce. Cammineremmo poi felici fino a Buckingham Palace e poi fino ad Hyde Park dove ci metteremmo a leggere Wilde e Dickens seduti su di una panchina, gustando un buonissimo sandwich. Passeremmo il pomeriggio tra Kensigton e Knightsbridge per poi goderci il tramonto fotografando la Battersea Power Station.
Come dicevo prima, nella mia Londra “mentale” quella sera ci dedicheremmo a Shakespeare… poi alla Real Ale e poi a noi. Il giorno dopo, colazione rigorosamente british e rigorosamente full … con la sola eccezione del black pudding che proprio non mi va giù. Dopo aver messo nel pancino tante cose buone, si parte alla volta della Torre di Londra e di tutti i suoi misteri ed i suoi corvi. Estasiati da tanta storia non potremmo che recarci a Saint Paul dove si inscenerebbe mentalmente l’ennesimo matrimonio principesco perché sognare per altri dieci minuti non è mai vietato.
E poi via… la Tube (Tube è maschile o femminile?) ci portebbe veloce a King’s Cross ( a cercare
il binario giusto) e poi a Camden Town a sperperare qualche sospirata sterlina. Per il tramonto staremo passeggiando sul Regent’s Canal e poi correremmo in cerca di qualche pub per la reiterazione perpetua del miracolo della Real Ale. Ultimo giorno già… il mattino dopo si tornerebbe a casa.
Dedicherei questo giorno a PrimroseHill e poi tornerei verso il Tamigi, dalle parti di Black Friars per
godermi il Millennium Bridge , la Tate e la London Eye. E così, a vol d’oiseau… come direbbe Hugo, saluterei la Londra che vorrei. (nel migliore dei sogni non dovrei nemmeno ripartire perché avrei vinto alla lotteria milioni di sterline e mi sarei comprata l’appartamento di Match Point)
Londra, maledetta Londra… ehm. Non mi far dire altro. Ma ci tornerò, darò a Londra una seconda possibilità! 🙂
Me curiosa… che è successo?
Ogni città ha (almeno) una seconda possibilità.
Ah, Londra…io vorrei tornare alla casa di Keats…quando ci andai mi misi nel suo giardino a leggere le sue poesie!
Sono romantica!
Un abbraccio!
Giovy, non si può dire. Diciamo che sono stato uno scemo a illudermi che Londra potesse bastare. 🙂
@Matteo: Ah… forse qualcosa ho capito 🙂