Il Galles custodisce un sacco di segreti eccezionali: uno di questi si chiama Isola di Bardsey, per gli amici Bardsey Island, un luogo davvero particolare e misterioso dove le leggende si fondono con la terra fertile lambita dal mare e le civilità, in passato si sono unite, forse, in un qualcosa di eccezionale. Bardsey è territorio protetto e mi auguro che continui ad esserlo per l’eternità.
Arrivammo ad Aberdaron il 15 Agosto 2010. Sognavo quell’approdo da un bel po’ perché ho sempre amato i luoghi “borderline“, estremi finisterre di ogni dove da raggiungere e assaporare in pieno. Ma non è di questo che voglio raccontare ora. Aberdaron è un amore grande e merita sicuramente un post a sè. Sono a casa sola e sto guardando Voyager. Sarò strana ma Giacobbo e il suo desiderio di divulgazione mi fanno venire in mente quanti posti inesplorati ci siano ancora a questo mondo.
Quella domenica c’era un sole da ricordare le migliori spiagge mediterranee ed invece eccoci là … in quel di una spiaggia nordica a fare quello che mai mi sarei aspettata di fare. Io, che odio essere reperibile e contattabile durante le mie sacre e uniche vacanze, mi ritrovavo in una splendida spiaggia gallese a cercare da qualche parte una misera tacca per il mio cellulare.
Il tutto aveva un perché molto serio: il giorno dopo volevamo andare a Bardsey. Eh già … c’è un’isola nascosta oltre la Penisola di Llyn, un piccolo tesoro venerato e frequentato fin dai tempi più antichi. Alcuni l’hanno identificata con la mitica Avalon, i Papi del medioevo le attribuivano un’importanza tale da garantire ai pellegrini l’indulgenza plenaria ogni due pellegrinaggi sull’isola.
(Foto © 2011 Gianluca Vecchi)
Io la chiamo semplicemente Bardsey. Cercavo disperatamente una tacca sul mio cellulare per chiamare Colin, l’unica persona in grado di trasportare esseri umani, cose e vettovaglie sul quel sacro suolo. Colin rispose e mi disse che aveva posto sulla barca che sarebbe partita a mezzogiorno e mezzo. “Perfetto”, risposi. Prenotai per due computando il mio italianissimo cognome. Lui mi disse che avrei dovuto raggiungere Porth Meudwy.
Ed ecco arrivare la mitica domanda: “How can I get there?” “Semplice”, mi disse Colin, “Sali sulla scogliera, cammini sulla scogliera, scendi dalla scogliera”. Ecco … non restava che trovare la strada per salire sulla scogliera. Ce la facemmo… e, il mattino dopo, eccoci camminare al cospetto del più bel panorama mai visto dai miei occhi. Ogni tanto mi fermavo, respiravo e mi dicevo “tutto questo esiste e tu ci sei dentro”.
Arrivammo a Porth Meudwy nel giro di 40 minuti circa. Colin arrivò con la sua barca gialla poco dopo di noi. Dopo altri 30 minuti approdammo sull’isola. Bardsey è un cosmo fuori dal mondo: niente elettricità, niente strade, niente auto.
 |
| Bardsey Island è meravigliosa |
Solo natura, un faro bellissimo, i trattori della famiglia di Colin e tanta leggenda. Un paio di sentieri, forse tre, permettono ai ramblers approdati lì di gironzolare per l’isola. Prima di metterci sui nostri passi, Colin ci raccontò che Bardsey è considerata l’isola dei mille Santi perché vi sono state trovate tombe con non so quanti scheletri.
Il segreto più grande di queste tombe sta nel fatto che vi sono seppelliti corpi sia secondo la modalità cristiana che secondo quella vichinga. Bardsey, in tempi antichi, fu conquistata dal popolo venuto dal Nord che vi si stabilì fino a data non definita. Centro nevralgico, e anche leggendario, della santità di questo luogo sono i resti dell‘abbazia dell’anno mille. In quel luogo si trovavano le tombe. In quel luogo si crede ancora oggi che sia sepolto, in una bara di cristallo, Myrddin Wyllt … ovvero il buon vecchio Mago Merlino.
A Bardsey feci uno degli incontri più belli della mia vita finora. Io e Gian mangiavamo i nostri panini tranquilli seduti vicino alla costa. Si chiacchierava della bellezza del posto quando davanti a noi spuntarono due foche che sembravano domandarsi tra di loro “chi sono questi qui?” Restarono lì davanti a noi per un po’ e poi ci seguirono nel nostro peregrinare, quasi come volessero assicurarsi che non perdessimo la strada. Visitando quel luogo ho pensato a quanto sarebbe stato bello che, invece dell’ennesimo servizio sui templari, qualche programma di divulgazione si occupasse di Bardsey, delle sue nebbie, dei suoi misteri, della sua bellezza.
 |
| Il profilo dell’isola visto dalla penisola di Llyn |
Poco prima di tornare sulla terra ferma mi sedetti su di una panchina per ascoltare le foche vociare tra di loro. Mi guardavo attorno mentre Gianluca cercava di cogliere le ultime foto di quel paradiso. Di nuovo tornò a me quel pensiero: Bardsey raccontata a tutti. “No“, mi dissi poco dopo; Bardsey è bella così: nel suo silenzio che trascende il tempo, nel suo spazio così intatto e nel suo essere sospesa in una dimensione così reale e magica da far pensare a tutti, almeno per un istante “sì, probabilmente quest’isola è stata Avalon in tempi antichi“.
Stupendo! Ho in programma di andare in Galles e con quest’articolo mi hai fatto salire una voglia incredibile di vedere questo luogo magico.
Grazie
Il Galles è sempre una buona scelta.