![]() |
Picture by Matt Hart @ 500px.com |
Settembre, cadono le foglie ed è tempo che il mio cuore torni nel Regno Unito. Liverpool in pieno sole è un qualcosa che ti porta via. Il tempo cambia spesso lì, il vento non cessa mai e le nuvole si rincorrono felici nel cielo del Merseyside. Ecco perché un viaggio a Liverpool, in autunno, è sempre una grande idea da mettere in lista.
Nel momento in cui il sole riesce ad aver la meglio sulle bianche nuvole.. ecco… in quel momento auguratevi di essere tra il Liver Building e Dale Street. Prima di tutto, per una sana e generosa pinta di real Ale in uno dei pub storici della città (consiglio i pub di Dale Street come il Thomas Rigby e il Ship & Mitre). In secondo luogo per gironzolare con il naso in su e osservare tutta la vita che si riflette sulle pareti esterne degli edifici di questa parte della città.
Questa zona, infatti, è ben conosciuta come “la city” di Liverpool: studi di avvocati, uffici importanti e quant’altro la fanno dà padrona in quasi tutti i numeri civici. Se in Mathew Street vedrete gente vestita normale, a volte molto grunge, qui vedrete solo giacche doppio petto, vestiti di classe e gente che cammina (mai di fretta) tra un ufficio e l’altro.
Eppure, nascoste in questo angolo di City ci sono delle gemme indimenticabili: edifici dalle superfici sfaccettate che non vedono l’ora di essere ammirati, quasi come fossero pavoni al sole. Vetri di un blu intenso che riflettono il cielo e vi si confondono, sfaccettature che aiutano a far vedere la realtà, per un momento, in un modo totalmente diverso. C’era un edificio, in particolare, che giusto un mese fa attirò la mia attenzione.
Ero alla ricerca di una via un po’ nascosta, che nascondeva un luogo ancora più nascosto. Ferma ad un semaforo dalle parti del tribunale, mi girai per comunicare al mio compagno una cosa assai stupita (se si vuole), ma estremamente utile “hai visto, lì c’è il supermercato se più tardi vogliamo prendere qualcosa“. Alzai gli occhi per un gesto quasi spontaneo, non controllato ed ecco perdermi nelle mille sfaccettature e riflessi dell’edificio che sovrastava il più comune supermercato.
Nuvole bianche, cielo blu, il grigio dei contorni e il gioco degli specchi. Tutto sembrava rincorrere il mio perdermi e il mio non saper più capire se il riflesso che vedevo fosse rovescio o dritto. Una moderna Alice in un contemporaneo bosco fatto di vetro e acciaio, aspettando che lo Stregatto dica dove andare.
Che bello quando riusciamo a stupirci per un incontro improvviso. Ancora più bello se quello che ci stupisce era già lì: come una montagna o un albero o un edificio. Ti ho letto con piacere 🙂