“…Toulouse on t’explose…” – Zebda
Anche con Tolosa, città del sud-ovest della Francia è stato amore a prima vista. Quando si viaggia è bello anche passare di palo in frasca; proprio come prendere un aereo sempre disponibile e dire al comandante semplicemente una parola che comunichi la destinazione. “Monsieur, Toulouse, s’il Vous plait“.
Come per magia la Ville Rose si stendeva attorno a me e il mio cuore batteva. Quanto tempo avevo sognato di andarci ed ero lì. Sono una persona alla quale non piace molto la “Francia convenzionale”: la Provenza è bella ma non mi ha rapito. La Costa Azzurra? Preferisco di no, a meno che non sia quella Costa azzurra che piace a me. Nel mio cuore c’è l’occitana Tolosa, così distante da sembrare ancora più bella … là infondo quasi in odor di Oceano Atlantico.
Sa essere bellissima anche in bianco e nero, come nella foto qui sopra, con gli alberi che formano una galleria che sembra volersi gettare, come un’onda sui generis, nella Garonne, che scorre placita e a tratti maesosta.
Sono arrivata in quel paradiso di mattoni rossi il giorno di Ferragosto. Non c’era nessuno e questo ha reso il mio primo incontro con quella città ancora più magico. Le vie, il Capitole, la cattedrale, ogni singola piccola porzione di mattoni rosa sembrava accogliermi. La Garonne e il Canal du Midi scorrevano lenti e tranquilli in una città quasi fantasma. Faceva caldo ma niente era opprimente.
L’ombra era pochissima e il sole sembrava voler scovare ogni minima forma di vita, compresa me. Non so perché, ma quel giorno ho fotografato sempre in seppia e bianco e nero. Proprio come quanto camminavo sulle rive del fiume di ritorno dal quartiere di Saint Cyprien ho capito di voler già bene a quella città che mi aveva accolto solo poche ore prima.
Mi sentivo a casa in quel momento, anche se camminavo sul quel suolo per la prima volta. Mi sentivo sicura e rassicurata nel mio cuore come se qualcosa continuasse a dirmi “hai visto che è ancora più bella di come te l’aspettavi?“. Nelle mie orecchie la musica assumeva in continuazione connotazioni diverse ma costanti: gli Zebda e il perfetto inno alla loro città e Yann Tiersen.
Sembrava suonassero solo per me in quel momento.
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