“… Eleanor Rigby
picks up the rice in the church
where a wedding has been
Lives in a dream“
Eleanor Rigby è forse uno di quegli abitanti di Liverpool che tutti, o quasi, sono destinati ad incontrare prima o poi. Lei è seduta là, sola con i suoi pensieri proprio come i Beatles l’hanno immortalata. Lei è seduta là, alla fine di Mathew Street… lì di fronte, a ridosso del Metquarter.
Molta gente le passa davanti ma non so quanti (viaggiatori o turisti) la notino. Io personalmente la vado sempre a salutare, quasi come fosse un’amica da rivedere. Sarò strana ma quando ripenso alla sua canzone davanti a lei mi sale un’emozione grande e forte.
Diciamolo pure tranquillamente: per chi va a Liverpool per la prima volta, la tappa d’obbligo subito dopo essere scesi dall’aereo è andare alla scoperta proprio del quartiere di Mathew Street. Che ti piaccia la musica oppure no, lì c’è il Cavern e va assolutamente visto. Lo stesso è successo a me, anche se la mia punta di interesse è andata più al Grapes che allo storico locale dei Beatles.
Seconda tappa obbligata: Penny Lane. La cosa più divertente è osservare la gente girare con la cartina di Liverpool in mano e cercare Penny Lane proprio vicino al centro. Chissà come mai l’essere umano è portato a pensare che le cose raccontate in libri, canzoni o cose simili siano tutte in posti facili da raggiungere o perfettamente nel centro città. No, questa regola nel Regno Unito non vale. Penny Lane si trova proprio verso la periferia, vicino a quel numero 9 di Newcastle Road doveva abitava John. Il modo migliore per arrivarci è lasciarsi rapire da un autobus (il numero 86A è sempre una certezza).
Ed è là … proprio là dove la gente normale vive e dove di turistico non c’è niente che Liverpool si lascia conoscere in tutta la sua bellezza, in tutta la sua storia e difficoltà di essere se stessa.
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